Articoli Interpretazione Archivi - AIPTOC https://www.aiptoc.it/category/sistema/articoli-interpretazione/ ASSOCIAZIONE ITALIANA PROFESSIONISTI DEL TURISMO E OPERATORI CULTURALI Wed, 19 Jun 2024 17:08:53 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.9 I Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP) https://www.aiptoc.it/i-centri-di-esperienze-di-interpretazione-del-patrimonio-ceip/ Wed, 19 Jun 2024 17:08:53 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=12570 L'articolo I Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP) proviene da AIPTOC.

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Museo ed Ecomuseo a confronto alla luce della definizione ICOM del 2022   
di Ignazio Caloggero


Old Town Heritage Interpretation Centre di Varsavia

Il contenuto del seguente articolo è il risultato di un mio studio pubblicato nel volume estratto dal volume “Dagli Ecomusei ai Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP)”, disponibile in commercio e scaricabile gratuitamente su “ACADEMIA”.  

Dopo aver illustrato i Principi dell’Interpretazione può essere utile descrivere come questi possano essere messi in correlazione con i Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio  (CEIP).

Riportiamo solo brevemente l’elenco dei principi precedentemente descritti

I Principi dell’Interpretazione 

  1. Approccio Multisensoriale: L’interpretazione deve essere, il più possibile di tipo multisensoriale (coinvolgimento di almeno due o più sensi: vista, udito, tatto, olfatto, gusto)
  2. Approccio culturale (Identità locali): L’interpretazione deve permettere di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale
  3. Unicità: il percorso di esperienza di Interpretazione deve presentare caratteristiche di unicità
  4. Centralità dei partecipanti: Ogni interpretazione deve tenere conto dei partecipanti e tenere conto della loro centralità rispetto al contesto.
  5. Partecipazione: il percorso di esperienza di Interpretazione deve prevedere la partecipazione, possibilmente diretta dell’ospite alle attività
  6. Processo educativo (Apprendimento esperienziale): L’Interpretazione deve prevedere una fase di apprendimento di tipo esperienziale, possibilmente attraverso la partecipazione diretta dell’ospite alle attività.
  7. Approccio tematico: ogni interpretazione dovrà essere costruita a partire da un tema che la caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore.
  8. Approccio estetico: l’approccio estetico, è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono “la messa in scena dell’esperienza” devono essere progettati in modo da dare importanza a tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo scelto per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il tema scelto ed il luogo individuato.
  9. Intrattenimento: Ogni percorso di Esperienza di interpretazione dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e rendono piacevole l’esperienza.
  10. Immersione: Il principio di immersione, così come nei percorsi esperienziali, è la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di multisensorialità, partecipazione diretta e di approccio estetico
  11. Rivelazione (comunicazione ermeneutica): L’interpretazione è un processo comunicativo di tipo ermeneutico (arte o disciplina che sia), che mira a rivelare il significato più profondo delle cose. La rivelazione avviene attraverso la trasformazione dell’esperienza.
  12. Provocazione (comunicazione basata sulla provocazione): il processo comunicativo che permette all’interprete di svelare (non insegnare) e al partecipante del percorso di esperienza di scoprire (non a imparare) avviene grazie alla provocazione, da parte dell’interprete, della curiosità e del coinvolgimento dei partecipanti.
  13. Approccio sistemico (visione olistica): L’interpretazione deve avvenire con un approccio olistico, dovrebbe tener contro di tutti gli aspetti, delle relazioni e dei legami tra i partecipanti, il bene (o fenomeno) interpretato ed il contesto in cui si si vengono a trovare i tre elementi alla base dell’interpretazione: l’interprete, il bene (o fenomeno) e il partecipante.
  14. Approccio su misura: L’interpretazione deve tenere conto sia del target dei fruitori finale: età, scolarizzazione, contesto sociale di appartenenza, sia di altre variabili quali bisogni espressi e impliciti degli stessi fruitori. Per ogni target individuato dovranno essere individuati: temi, metodi e programmi specifici.
  15. Approccio creativo: Il processo di interpretazione deve precedere uno stile comunicativo che deve coinvolgere tutta la dinamica del pensiero, raccontando luoghi e fatti in modo creativo e coinvolgente e utilizzando tecniche interpretative quali lo storytelling e la scrittura creativa
  16. Interpretazione fondata sui fatti: L’interpretazione deve avere all’origine fatti e luoghi concreti. L’informazione sui cui si fonda l’interpretazione deve basarsi su dati e informazioni approfondite e di qualità
  17. Semplicità e coerenza comunicativa: L’interpretazione deve prevedere un linguaggio che non sia eccessivamente tecnico, lungo o non pertinente con il contesto da interpretare
  18. Connessione emotiva (passione): L’interprete deve amare l’oggetto dell’interpretazione, il risultato dell’interpretazione è fortemente correlato alla passione e alla connessione emotiva che lega l’interprete e il fenomeno da interpretare.

In relazione ai principi dell’interpretazione è possibile classificare tre livelli di interpretazione e di conseguenza tre livelli di esperienze di interpretazione del Patrimonio Culturale:

  • Interpretazione semplice (primo livello): applicazione dei principi 1, 2, 3, 11, 12, 13, 16
  • Interpretazione autentica (secondo livello): applicazione dei principi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 11, 12, 13, 16
  • Interpretazione piena (terzo livello): applicazione dei principi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18

Una definizione dei tre livelli di interpretazione che tenga conto dei principi applicati potrebbe essere la seguente:

  • Interpretazione semplice (primo livello)

Interpretazione del patrimonio culturale che mira, attraverso un approccio olistico, a rivelare il significato più profondo delle cose attraverso un processo comunicativo multisensoriale, unico, basato sulla provocazione e fondatezza dei fatti.

  • Interpretazione autentica (secondo livello)

Interpretazione del patrimonio culturale che mira, attraverso un approccio olistico, a rivelare il significato più profondo delle cose attraverso un processo comunicativo multisensoriale, unico, tematico, basato sulla: provocazione, fondatezza dei fatti, relazioni umani e partecipazione diretta dei partecipanti degli ospiti nelle attività che costituiscono l’esperienza interpretativa 

  • Interpretazione piena (terzo livello)

Interpretazione del patrimonio culturale che mira, attraverso un approccio creativo,  olistico, estetico, immersivo e su misura, a rivelare il significato più profondo delle cose attraverso un processo comunicativo multisensoriale, unico, tematico, coerente, basato sulla: provocazione, fondatezza dei fatti, relazioni umani e partecipazione diretta dei partecipanti degli ospiti nelle attività, anche di intrattenimento, che costituiscono l’esperienza interpretativa.  

Percorso di Esperienza di Interpretazione 

Percorso esperienziale culturale, educativo, ermeneutico e sistemico che mira a rivelare il significato più profondo delle cose 

 I Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP)

Il termine “Centro di Interpretazione (CIP)” è usato da tempo nell’ambito dell’Interpretazione del patrimonio culturale. Il termine che preferisco usare è “Centro di Esperienze di Interpretazione (CEIP)” in quando sottolinea l’importanza che il centro ha nell’offrire quelli che in questa sede, sono indicati come “Percorsi di Esperienza di Interpretazione”.

Un altro motivo che mi spinge ad utilizzare il termine “CEIP” è che spesso i “CIP” (così come alcuni ecomusei), che si definiscono tali, non sempre rispettano, o ne rispettano solo in minima parte, i principi che sono alla base dell’interpretazione. In alcuni casi la stessa definizione di CIP è riferibile a semplici istituzioni museali.

In relazione ai principi dell’interpretazione potremmo classificare tre tipologie di CEIP corrispondenti ai tre livelli di interpretazione illustrati precedentemente: 

  • CEIP-I (Centro di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio di primo livello): Centro che rispetta i principi di interpretazione per l’interpretazione semplice (1, 2, 3, 11, 12, 13, 16)
  • CEIP-II (Centro di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio di secondo livello): Centro che rispetta i principi di interpretazione per l’interpretazione autentica (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 11, 12, 13, 16)
  • CEIP-III (Centro di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio di terzo livello): Centro che rispetta i principi di interpretazione per l’interpretazione piena (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18)

Per essere considerato un CEIP basta quindi rispettare i principi previsti per il primo livello di interpretazione (Interpretazione semplice)

 Chi possono essere CEIP

Musei, Ecomusei, Parchi e Riserve Naturali, Laboratori e Centri didattici, Visitors Center, Fattorie didattiche, strutture per organizzazioni di eventi artistici o culturali a carattere esperienziale, altre strutture territoriali in possesso dei requisiti minimi previsti per i CEIP di primo livello.

Articolo estratto dal corso: Corso Base di Ecomuseologia

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Museo ed Ecomuseo a confronto alla luce della definizione ICOM del 2022 https://www.aiptoc.it/museo-ed-ecomuseo-a-confronto-alla-luce-della-definizione-icom-del-2022/ Wed, 19 Jun 2024 17:01:08 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=12568 L'articolo Museo ed Ecomuseo a confronto alla luce della definizione ICOM del 2022 proviene da AIPTOC.

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Museo ed Ecomuseo a confronto alla luce della definizione ICOM del 2022   
di Ignazio Caloggero

Premessa

Il contenuto del seguente articolo è il risultato di un mio studio pubblicato nel volume estratto dal volume “Dagli Ecomusei ai Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP)”, disponibile in commercio e scaricabile gratuitamente su “ACADEMIA”.  

Definizione di Museo (ICOM 2022)

Il 24 agosto 2022 nell’ambito dell’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM a Praga, è stata approvata la nuova definizione di museo, frutto di un lungo processo partecipativo che ha coinvolto 126 Comitati nel mondo. Viene così modificato l’Art. 3 dello Statuto di ICOM.

Museo (ICOM – Praga 2022)

Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale.

Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità.

Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.

Confrontiamo la definizione ICOM di museo del 2022 con quella del 2007

Le novità della definizione ICOM 2022 rispetto alla definizione di museo del 2007 

  • Il museo non si limita ad essere solo aperto al pubblico ma deve essere anche rispettoso dei principi di “accessibilità” e “inclusività”.
  • Il termine “collezione” sostituisce il precedente “acquisizione”. Tale termine come afferma ICOM Italia, si adatta meglio al patrimonio intangibile o diffuso e segna una distanza rispetto alla necessità di proprietà/possesso del bene.
  • Viene introdotto il concetto di “Interpretazione del Patrimonio Culturale”. Tale concetto era stato già inserito da ICOM nella Carta di Siena 2.0 del 2016.
  • Si chiarisce che il Museo ha la funzione di promuovere la diversità e la sostenibilità
  • Viene fatto un richiamo esplicito all’etica ed alla professionalità
  • Viene chiarito la necessita di coinvolgere le comunità. L’importanza del concetto della Partecipazione concetto già esplicitato nella Convenzione di Faro del 2005 e nella Carta di Siena 2.0 su “Musei e paesaggi culturali” del 2016
  • Viene introdotto il concetto di “Offerta Esperienziale”

Definizioni di museo interpretativo 

Rivediamo la definizione di ecomuseo data nel precedente articolo “Per una nuova definizione di ecomuseo: l’ecomuseo interpretativo”

Ecomuseo

Istituzione al servizio della comunità, orientato allo sviluppo locale sostenibile, risultato di un processo interpretativo e partecipativo, che mira a valorizzare, tutelare, rendere accessibile, il patrimonio culturale di un territorio, riferibile ad una specifica comunità patrimoniale.

Tabella di comparazione Ecomuseo/Museo

L’attività di interpretazione, comporta, ricordiamo, il rispetto di una serie di principi che giustificano le cose dette nella prima colonna della tabella precedente, in particolare rivisitando alcuni dei principi dell’interpretazione: approccio culturale (2), centralità dei partecipanti (4), partecipazione (5), apprendimento esperienziale (6), comunicazione ermeneutica (11), approccio olistico (13), approccio su misura (14), l’interpretazione fondata sui fatti (16), la semplicità e coerenza comunicativa (17) possiamo giustificare quanto affermato e anche, probabilmente il rispetto del principio di inclusività indicati nella definizione di museo. (per la descrizione dei principi di interpretazione si veda l’articolo “I Principi dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale“)

Per quanto riguarda il target di riferimento (comunità o società), considerando che se è vero che gli ecomusei nascono “da e per una comunità” è altrettanto vero che devono necessariamente aprirsi ai turisti e quindi anche gli ecomusei sono in effetti al servizio della società.

Per quanto riguarda invece il richiamo esplicito all’etica ed alla professionalità, ricordiamo che tale definizione è inserita in uno statuto, e del tutto normale che ci sia, ma ritengo che l’etica professionale, più che una caratteristica strutturale dovrebbe essere un principio applicabile in qualunque contesto anche se non esplicitamente richiamato.

Rimane probabilmente una certa differenza per quanto riguarda lo status giuridico dell’istituzione ed il diverso livello di partecipazione della comunità, di norma molto più profondo e istituzionalizzato negli ecomusei, teorico e ancora poco profondo nei musei tradizionali.

L’assenza di lucro anche se non presente nella definizione di ecomuseo da me data, è comunque un requisito, di norma, obbligatorio nelle normative regionali.

La differenza sostanziale è probabilmente legata al processo costitutivo, un ecomuseo è il risultato finale di un processo interpretativo e partecipativo. Un museo, anche se, una volta costituito, rispetta i principi di interpretazione e partecipazione, può nascere per motivi diversi. 

A questo punto è altrettanto chiaro come il confine tra museo ed ecomuseo si fa sempre più sottile fino a quasi, almeno in alcuni contesti, a scomparire.

In sostanza sia i musei che gli ecomusei, se rispettano i principi fondamentali dell’Interpretazione, sono da considerare “Centri di Interpretazione del Patrimonio Culturale”

Articolo estratto dal corso: Corso Base di Ecomuseologia

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Per una nuova definizione di ecomuseo: l’ecomuseo interpretativo https://www.aiptoc.it/per-una-nuova-definizione-di-ecomuseo-lecomuseo-interpretativo/ Wed, 19 Jun 2024 16:52:40 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=12563 L'articolo Per una nuova definizione di ecomuseo: l’ecomuseo interpretativo proviene da AIPTOC.

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Per una nuova definizione di ecomuseo: l’ecomuseo interpretativo   
di Ignazio Caloggero

Premessa

Il contenuto del seguente articolo è il risultato di un mio studio pubblicato nel volume estratto dal volume “Dagli Ecomusei ai Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP)”, disponibile in commercio e scaricabile gratuitamente su “ACADEMIA”.  Il libro ha suscitato l’interesse di Hugues de Varine, illustre archeologo, storico e museologo, riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali in ambito ecomuseale. Ex direttore dell’ICOM dal 1965 al 1976, de Varine ha espresso, tramite diverse email, apprezzamento per il mio lavoro sugli Ecomusei, in particolare per l’approccio comparativo con i Centri di Interpretazione del Patrimonio Culturale. 

Per una nuova definizione di ecomuseo

Le definizioni di ecomuseo sono tante, ed in molti casi più che definizioni si tratta di indicazioni operative, finalità e caratteristiche che dovrebbe avere un ecomuseo. Gli stessi Hugues De Varine, e George-Henri Rivière hanno rivisto più volte le loro definizioni. Alle definizioni date negli anni vanno aggiunte quelle fornite dalle diverse norme regionali italiane che hanno definito i requisiti di riconoscimento degli ecomusei.

La mancanza di una definizione univoca e formale, l’utilizzo di altri termini quali “museo locale”, “museo di comunità” o “museo territoriale” e l’accostamento del termine “ecomuseo” ad altri concetti come la “nuova museologia” (che può essere applicata anche ai musei tradizionali), ha comportato quella che De Varine chiama “banalizzazione del termine ecomuseo” [1].  Oggi è molto facile dichiararsi “ecomuseo” e salvo i casi in cui non si chieda il riconoscimento ai sensi di una normativa regionale, non bisogna fornire ulteriori giustificazioni per l’appropriazione di tale titolo.

Infine, è opportuno tenere conto della nuova definizione ICOM di museo del 2022 che fornisce una chiara evidenza dell’evoluzione che i musei tradizionali hanno avuto, anche all’insegna della “Nuova Museologia”, che spinge a pensare che il confine tra ecomuseo e museo tradizionale diventa sempre più sottile. Paradossalmente, esiste la concreta possibilità che ci siano dei casi in cui esistono “ecomusei” che non sanno di esserlo.

La necessità di una definizione formale di un istituto che, come dice De Varine, è singolare e allo stesso tempo plurale, non è facile, anzi, De Varine la ritiene impossibile[2]. Tuttavia, è necessario uno sforzo che permetta di individuare, nei limiti del possibile, i parametri fondamentali alla base della valutazione, anche qualitativa, degli ecomusei.

Come avviene nell’ambito della normazione tecnica, un tentativo di trovare una soluzione potrebbe essere quello di individuare una definizione non eccessivamente lunga, dove ogni singolo termine, laddove ci sia il dubbio che possa essere ambiguo o non chiaro, venga a sua volta definito in modo formale.

Come afferma lo stesso De Varine è possibile spingersi anche oltre i tre famosi “pilastri”:  patrimonio, territorio, comunità[3]

Il mio tentativo di andare oltre i “tre pilastri” inizia proponendo la definizione di “ecomuseo interpretativo” anche se nei fatti, scopriremo che tale definizione potrebbe essere adattata a tutti gli ecomusei, eliminando, in futuro, il termine “interpretativo”.

Il concetto di interpretazione in ambito ecomuseale è stato introdotto in modo formale da Peter Davis (1999), da Maurizio Maggi (2000) e, in modo indiretto, in diversi interventi da moltissimi autori e in documenti relativi al riconoscimento di ecomuseo regionale (vedi Criteri e requisiti minimi della  Regione Sicilia) ed infine,  è anche presente nella definizione ICOM di Museo del 2022.

Ripartiamo dalle seguenti definizioni di ecomuseo di De Varine del 1978 e della Carta di Catania del 2007 dove evidenzierò in neretto alcune parole.

Ecomuseo (De Varine 1978)

L’ecomuseo è un’istituzione che gestisce, studia, esplora con fini scientifici, educativi e culturali in genere, il patrimonio globale di una certa comunità, comprendente la totalità dell’ambiente naturale e culturale di questa comunità.

L’ecomuseo è quindi uno strumento di partecipazione popolare alla pianificazione territoriale ed allo sviluppo comunitario.

A questo fine, l’ecomuseo utilizza tutti i mezzi e tutti i metodi a sua disposizione per consentire alla comunità di comprendere, analizzare, criticare e affrontare in modo libero e responsabile i problemi che si presentano in tutti gli ambiti della vita.

L’ecomuseo utilizza essenzialmente il linguaggio dell’oggetto, del contesto reale della vita quotidiana, delle situazioni concrete. E’ soprattutto un fattore di cambiamento voluto[4].

Ecomuseo (Carta di Catania 2007)

l’Ecomuseo è una pratica partecipata di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, elaborata e sviluppata da un soggetto organizzato, espressione di una comunità locale, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.

Interpretazione ecomuseale

L’interpretazione ecomuseale è un processo interpretativo e partecipativo che mira a valorizzare, tutelare, rendere accessibile, il patrimonio culturale di un territorio, riferibile ad una specifica comunità patrimoniale.

Ecomuseo Interpretativo

L’ecomuseo interpretativo è una istituzione al servizio della comunità, orientato allo sviluppo locale sostenibile, che svolge attività di interpretazione ecomuseale.

La definizione di ecomuseo interpretativo sarebbe superflua, basterebbe semplicemente il termine “ecomuseo”, se tutti gli ecomusei che si considerano tali, offrissero dei reali itinerari di interpretazioni del patrimonio culturale, almeno nel significato che ho dato ad essi, indicando i principi dell’interpretazione.

Se così fosse una nuova definizione di ecomuseo potrebbe avvicinarsi alla seguente:

Ecomuseo (interpretativo)

Istituzione al servizio della comunità, orientato allo sviluppo locale sostenibile, risultato di un processo interpretativo e partecipativo, che mira a valorizzare, tutelare, rendere accessibile, il patrimonio culturale di un territorio, riferibile ad una specifica comunità patrimoniale.

Nella definizione di ecomuseo appena data, sono presenti i tre pilastri: comunità, patrimonio culturale e territorio, sono inoltre presenti i principi di partecipazione e sviluppo locale.

L’attività di interpretazione comporta il rispetto di una serie di principi che permette di affermare che molti aspetti contenuti nella definizione di De Varine sono compresi all’interno del processo interpretativo stesso.

La definizione data inoltre non si discosta molto da quella di ecomuseo della Carta di Catania del 2007, tenendo presente che il “soggetto organizzato, espressione di una comunità locale” è, in sostanza l’istituzione frutto del processo partecipativo che vede la comunità in primo piano.

I Pilastri dell’ecomuseo interpretativo

  1. Patrimonio Culturale
  2. Territorio
  3. Comunità patrimoniale
  4. Partecipanti
  5. Interpretazione

Il territorio, il patrimonio culturale in esso contenuto e la sua comunità corrispondono ai tre pilastri dell’ecomuseo di De Varine.

Il patrimonio culturale non è nettamente distinto dalla sua comunità, in quanto membri della comunità possono essere considerati patrimonio culturale (si veda ad esempio i “tesori viventi”)

A questi tre pilastri possiamo aggiungerne altri due:

  • Partecipanti (o ospiti) che possono essere sia componenti della stessa comunità, sia partecipanti esterni al territorio (turisti).
  • L’interpretazione, legata al patrimonio culturale e di conseguenza allo stesso territorio e ai partecipanti in quanto come abbiamo visto una reale percorso interpretativo deve avere una visione olistica (principio n. 13), un approccio su misura (principio n. 14) e privilegiare la partecipazione diretta (principio n. 5).

Articolo estratto dal corso: Corso Base di Ecomuseologia

[1] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale. Edizione italiana – Utopie Concrete 2021 – Pag. 66

[2] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale. Edizione italiana – Utopie Concrete 2021 – Pag. 193

[3] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale. Edizione italiana – Utopie Concrete 2021 – Pag. 193

[4] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale – Utopie Concrete -2021 Pag. 53

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Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo?  https://www.aiptoc.it/turismo-esperienziale-realta-o-etichetta-di-comodo/ Wed, 19 Jun 2024 14:53:39 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=12550 L'articolo Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo?  proviene da AIPTOC.

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Turismo Esperienziale: Realtà o etichetta di comodo?   
di Ignazio Caloggero

Premessa: Attenzione alle facili etichette

Una frase attribuita a Benedetto Croce è la seguente: “L’arte è ciò che tutti sanno cosa sia”, parafrasando Croce potremmo affermare che “Il Turismo Esperienziale è ciò che tutti sanno cosa sia” ma una definizione omnicomprensiva lascia spazio a tutte le interpretazioni, anche di comodo, che permetterebbero di utilizzare il termine “Turismo Esperienziale” come una semplice etichetta da appiccicare al bisogno, magari per giustificare i prezzi delle proprie offerte. 

Alla luce quindi, della diffusione, spesso incontrollata e senza regola del fenomeno che vede in primo piano le “offerte turistiche”, è utile individuare gli elementi che distinguono una reale offerta esperienziale da una semplice offerta turistica che di esperienziale porta solo l’etichetta. Ciò è importante non solo per il turista che deve scegliere tra le innumerevoli offerte presenti, ma anche per gli operatori turistici che intendono offrire un turismo esperienziale reale e di qualità; ecco quindi che si rende necessario dare una risposta non ambigua alle seguenti domande:

  1. Che cos’è il Turismo Esperienziale? (Definizioni)
  2. Quali sono le caratteristiche che individuano l’offerta esperienziale? (I 10 Principi)
  3. A quali tipologie di attività si possono applicare i principi esperienziali? (Repertorio delle attività esperienziali) 
  4. Quali sono le competenze professionali necessarie? (Competenze esperienziali)
  5. Come valutare la qualità delle offerte esperienziali? (Marchio di Qualità Esperienziale)

In questo articolo proverò a rispondere alle prime tre domande rimandando ad altri articoli per le ultime due. 

1. Che cos’è Il Turismo Esperienziale

Da alcuni anni si sta affermando quello che viene chiamato “Turismo Esperienziale”.  Anche il Piano Strategico del Turismo (PST) 2023-2027 ne prende atto, introducendo, all’interno del comparto del turismo culturale, uno specifico capitolo che riguarda il turismo esperienziale. Il Concetto di Offerta Esperienziale interessa non solo il comparto del Turismo Culturale o quello di alta gamma ma, ad esclusione del comparto dei trasporti, riguarda in modo trasversale tutti gli altri comparti dove vengono proposte offerte turistiche nelle sue diverse declinazioni possibili.

Si assiste ad una evoluzione culturale di ciò che concerne la fruizione turistica. Si passa da un pacchetto turistico dove il turista ha un ruolo da spettatore (passivo), ad una offerta turistica dove il turista diventa attore (attivo) principale della stessa offerta. Nelle nuove forme di turismo, il pacchetto turistico, inteso a volte come insieme di servizi turistici (accoglienza, ricettività, ristorazione, intrattenimento, trasporto, ecc.), è in sostanza costituito dalle stesse emozioni vissute dal cliente. L’offerta turistica tende a trasformarsi sempre di più in una reale esperienza di vita (ed educativa), in grado di coinvolgere emotivamente, intellettualmente e fisicamente l’ospite.  In sostanza, la richiesta turistica si sposta dal classico “cosa mi offri” a “cosa mi fai sentire”.

Potremmo affermare, in linea di massima, che ogni offerta turistica di per sé è in grado di far provare emozioni e farci apprendere qualcosa: per cui potremmo classificare tutte le offerte turistiche come “offerte esperienziali”, in quanto capaci di coinvolgerci a livello emotivo, fisico e intellettuale o farci apprendere qualcosa (non necessariamente in termini positivi) ma sarebbe solo un modo di accomunare esperienze, che spesso tra di loro hanno poco in comune.  

La bibliografia di settore non fornisce una definizione formale è univoca di turismo esperienziale, proverò a fornirne una, partendo da alcuni concetti base.

Esperienzeeventi memorabili che coinvolgono gli individui sul piano personale [Pine e Gilmore – 1999].

“Quanto più efficacemente un’esperienza coinvolge i sensi, tanto più sarà memorabile” [Pine e Gilmore – 1999].

Esperienze multisensoriali: Esperienze che vedono un coinvolgimento polisensoriale (coinvolgimento di più sensi tra: vista, udito, tatto, olfatto, gusto) 

Esperienza Culturale: Esperienza multisensoriale che permette di approfondire la conoscenza di elementi di identità locali” (Ignazio Caloggero – 2019)

Offerta Esperienziale: quando l’esperienza costituisce l’oggetto primario dell’offerta.

Turismo Esperienziale: quando l’offerta turistica comprende una o più offerte esperienziali.

Ma è su alcuni principi che vedremo tra poco, che si trova la vera base terminologica e su cui si basa il fenomeno del turismo esperienziale.

In alcuni casi assistiamo ad esperienze che, pur nascendo come strumento accessorio per la vendita di beni servizi (Marketing Esperienziale) assumono un richiamo turistico proprio per la loro valenza emozionale.

Un punto da cui partire è quello di individuare le diverse tipologie di attività esperienziali, a tal proposito viene in aiuto il Repertorio delle Attività Esperienziale. 

  •  

2. Quali sono le caratteristiche che individuano l’offerta esperienziale (I 10 Principi)

Un percorso esperienziale  dovrebbe rispettare una serie di principi che lo caratterizzano, eccoli:

    1. Multisensorialità: Il percorso esperienziale deve prevedere attività di tipo multisensoriale (coinvolgimento dei sensi: vista, udito, tatto, olfatto e laddove possibile, gusto)
    2. Approccio Culturale (Identità locali): Il percorso esperienziale deve permettere di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale
    3. Unicità: il percorso esperienziale deve presentare caratteristiche di unicità
    4. Approccio relazionale (centralità e unicità delle persone): il percorso esperienziale deve essere basato sulle relazioni umane
    5. Partecipazione diretta: il percorso esperienziale deve prevedere la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
    6. Apprendimento esperienziale: il percorso esperienziale deve prevedere una fase di apprendimento attraverso la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
    7. Approccio tematico: ogni percorso dovrà essere costruito a partire da un tema che lo caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore
    8. Approccio estetico: l’approccio estetico, è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono “la messa in scena dell’esperienza” devono essere progettati in modo da dare importanza a tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo scelto per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il tema scelto ed il luogo individuato.
    9. Intrattenimento: il percorso esperienziale dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e rendono piacevole l’esperienza.
    10. Immersione: Il principio di immersione è in realtà, la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di multisensorialità, partecipazione diretta e approccio estetico. Tecniche immersive possono essere implementate al fine di creare un ambiente scenico che vede i partecipanti immersi in un contesto multisensoriale.

I livelli di Esperienza sono legati al livello di applicazione di tali principi.

Esperienze (a carattere prevalentemente commerciale) 

  • Esperienza (Primo Livello): Esperienza multisensoriale, che presenta caratteristiche di unicità” (principi 1, 3)
  • Esperienza Autentica (Secondo Livello): “Esperienza multisensoriale, unica, basata sulle relazioni umane, che prevedono la partecipazione diretta degli ospiti, e basata su un approccio tematico” (principi 1, 3, 4, 5, 7)
  • Esperienza Piena (Terzo Livello): “Esperienza multisensoriale, unica, tematica e immersiva, basata sulle relazioni umane, che prevede la partecipazione diretta degli ospiti nelle attività che costituiscono l’esperienza stessa” (principi 1, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10)

Esperienze Culturali

  • Esperienza Culturale (Primo Livello): “Esperienza multisensoriale che permette di approfondire la conoscenza di elementi di identità locali” (principi 1, 2, 3)
  • Esperienza Culturale Autentica (Secondo Livello): Esperienza multisensoriale, unica, basata sulle relazioni umane, che permette la comprensione di elementi di identità locale attraverso la partecipazione diretta nelle attività che costituiscono l’esperienza stessa” (principi 1, 2, 3, 4,5, 6, 7)
  • Esperienza Culturale Piena (Terzo Livello): Esperienza multisensoriale, unica, tematica e immersiva, basata sulle relazioni umane, che permette la comprensione di elementi di identità locale attraverso la partecipazione diretta nelle attività che costituiscono l’esperienza stessa” (principi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 )

 A differenza di quanto da me fatto in passato, ho voluto distinguere le Esperienze a carattere prevalentemente commerciali da quelle prettamente culturali, a seconda o meno del coinvolgimento, nell’offerta, di aspetti riguardanti le identità locali (Patrimonio Culturale). 

3. Quali sono le tipologie di attività esperienziali (Repertorio delle attività esperienziali) 

Elenco non esaustivo di attività esperienziali estratto dal Repertorio delle Attività Esperienziali a cui si rimanda per approfondimento

  • Dinner Experience (DIE): Esperienze enogastronomiche
    • Show Cooking Experience
    • Sensorial Dinner Experience
    • Location Dinner Experience
    • Narrative Dinner Experience
    • Dinner Show Experience
    • Art Dinner Experience
    • School Dinner Experience
  • Guest Experience (GUE): Esperienze legate al settore della ricettività
    • Sensorial Guest Experience
    • Narrative Guest Experience
    • Location Guest Experience
      • Seaside Village Experience
      • Farmhouse Experience
      • Glamping Experience
    • Integrative Guest Experience
  • Cultural Heritage Experience (CHE): Esperienze legate al Patrimonio Culturale
    • Food and Wine Experience
    • Heritage Sides Experience
    • Intangible Cultural Heritage Experience
    • Cultural Expositive Experience
    • Museum/Ecomuseum Experience
    • Immersive Art Experience
    • Cultural Entertainment Experience
    • Cultural Learning Experience
    • Heritage Interpretation Experience
    • Roots Tourism Experience (Esperienze di Turismo delle Radici)
  • Open Air Experience (OAE): Esperienze a stretto contatto con la natura o all’aperto, conosciuto anche con il termine Outdoor Experience
    • Trekkig and Hiking Experience
    • Bike Experience
    • Diving Experience
    • Speleology Experience
    • River Experience
    • Horse Experience
    • Donkey Experience
    • Animal Experience
    • Marine Life Experience
    • Flight Experience
    • Fishing Tourism Experience (Pescaturismo)
  • Wellness Experience (WLE): Esperienze legate al Benessere psico fisico. 
  • Entertainment and Show Experience (ESE): Esperienze ludiche nei diversi settori del turismo e del tempo libero
  • Sport Experience (SPE): Esperienze legate ad attività sportive: Attività dove gli ospiti partecipano in modo attivo praticando essi stessi sport.
  • Experiential Marketing (EMA): Esperienze prevalentemente a carattere commerciale offerte da Negozi, Shop Center, Eat & Drink, ecc. 

La classificazione delle attività esperienziali non va vista in senso stretto in quanto un tipo di esperienza può rientrare in più di una categoria. Ad esempio,  sono da considerarsi Open Air Experiences anche le Glamping Experiences ed in alcuni casi le Farmhouse Experiences che nell’attuale revisione del repertorio delle attività esperienziali, per motivi pratici e per risaltare l’aspetto legato alla ospitalità,  sono stati inseriti all’interno della categoria Guest Experience. Analogo discorso per gli Sport Experiences, in particolare per quegli sport a diretto contatto con la natura per cui ho previsto, al momento una propria categoria. L’Open Air Experience ha comunque stretti contatti con molte altre esperienze in campo aperto inserite in altre categorie (Dinner Experiences sugli alberi o in mezzo alla natura, Cultural Heritage Experiences e Wellness Experiences in siti naturalistici, ecc.)

In molti casi il rapporto tra le diverse tipologie di esperienze è molto stretto come il caso delle Seaside Village Experiences (Ittiturismo), Dinner Experiences, Guest Experiences e Open Air Experience (Pescaturismo) la collocazione in una o l’altra  categoria, è stata una scelta anche di comodo, cercando di tenere conto, in presenza di più approcci, quello prevalente. Nelle prossime revisioni potranno aggiungersi ulteriori categorie o sottocategorie, così come potrebbero esserci degli spostamenti tra una categoria e l’altra.

  • Nel proseguo del discorso, verrà usato il termine percorso, preferendolo al termine offerta per sottolineare il fatto che un percorso è un insieme di attività legate tra di loro, che mirano ad uno scopo ben preciso ma che non necessariamente devono configurarsi come una offerta turistica. 

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I “padri” del concetto di Interpretazione https://www.aiptoc.it/i-padri-del-concetto-di-interpretazione/ Tue, 12 Apr 2022 10:11:04 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=9625 L'articolo I “padri” del concetto di Interpretazione proviene da AIPTOC.

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I “padri” del concetto di Interpretazione   
di Ignazio Caloggero

È negli Stati Uniti, verso la metà del XIX, che nasce quella che è stata chiamata “Interpretazione Ambientale”, grazie alla crescita dell’interesse verso le problematiche di tutela del patrimonio naturalistico che porterà alla nascita del primo parco nazionale del mondo, il Parco nazionale di Yellowstone, istituito dal presidente Ulysses Grant nel 1872. Altri parchi nazionali seguiranno quello di Yellowstone prima della fine del XIX secolo: Parco nazionale di Sequoia (1890), Parco nazionale di Yosemite (1890) e Parco nazionale di Mount Rainier (1899).

La sensibilità verso la tutela del patrimonio naturalistico fu favorita dallo sviluppo di movimenti filosofici e poetici quali quello del Trascendentalismo americano al cui interno erano figure carismatiche come Ralph Waldo Emerson (1803-1882) e il suo amico e discepolo Henry David Thoreau (1817-1862). 

Ed è proprio in questo contesto culturale che iniziarono a diffondersi, nella seconda metà del XIX secolo le prime forme di turismo ambientale grazie al diffondersi delle prime aree naturalistiche protette al mondo tra queste lo Yosemite Park (1864) che successivamente, nel 1890, divenne Parco Nazionale.

Quindi il concetto di Interpretazione nasce in ambito ambientale e solo successivamente tale concetto viene visto in senso ampio individuando come ambito l’intero Patrimonio Culturale.

Tra i principali attori che hanno dato origine al concetto di Interpretazione vanno ricordati: John Muir (1838-1914), Liberty Hyde Bailey (1858-1954), Enos A. Mills (1870-1922) e Charles Matthias Goethe (1875-1966).  Anche se tradizionalmente viene riconosciuto, come padre dell’interpretazione ambientale, almeno per quanto riguarda gli aspetti formali, Freeman Tilden (1883-1980), grazie alla pubblicazione del libro “Interpreting our heritage” avvenuto nel 1957.

John Muir (1838 – 1914)

John Muir (1838 – 1914), naturalista e scrittore scozzese naturalizzato statunitense ed uno dei primi conservazionisti moderni. Grande amico del Presidente Theodore Roosevelt, scrisse molti libri sulla natura, soprattutto illustrando la natura selvaggia delle montagne della Sierra Nevada in California, sia di taglio scientifico e che divulgativo. Il suo diretto attivismo aiutò a preservare la Valle dello Yosemite e altre aree selvagge. L’associazione Sierra Club, da lui fondata, fu la prima associazione ambientalista americana. I suoi scritti e la sua filosofia influenzarono fortemente la formazione della moderna scienza ambientale. Fu il promotore del nascente movimento Conservazionista che prese posizioni in merito alla visione etica e filosofica del patrimonio ambientale, visto da alcuni come un patrimonio da preservare incontaminato, e da altri invece come una risorsa da conservare e gestire oculatamente a uso e vantaggio dell’umanità[1].

A Muir viene attribuito, per primo l’uso del termine “interpretazione” per descrivere il lavoro di allestitori, docenti e naturalisti nel suo taccuino usato a Yosemite.

Interpreterò le rocce, imparerò il linguaggio dell’alluvione, della tempesta e della valanga. Conoscerò i ghiacciai e i giardini selvaggi e mi avvicinerò il più possibile al cuore del mondo (John Muir, 1896) [2].

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 41

[2] Foundations of Interpretation Competency Narrative – National Park Service U.S. Department of the Interior – pag. 1

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Liberty Hyde Bailey (1858-1954)

Liberty Hyde Bailey (1858-1954), orticoltore e botanico statunitense, promotore del Nature Study Movement che proponeva un nuovo ideale educativo basato sulla natura intesa come oggetto di studio, come ambiente di apprendimento e come fonte di una metodologia didattica delle scienze naturali imperniata sull’apprendimento informale ed esperienziale, che sarebbe stata alla basa della futura educazione ambientale.

Liberty Hyde Bailey sosteneva che tra le materie di insegnamento, l’Orticoltura doveva essere privilegiata rispetto ad altre materie, in quanto avrebbe contribuito ad un maggior senso civico oltre ad una conoscenza tecnica delle manifestazioni della natura per poter operare su di essa con intelligenza e rispetto.

Tra i tanti libri da lui scritti va sicuramente ricordato il volume “The Nature study idea: an interpretation of the new school-movement to put the child into relation and sympathy with Nature, pubblicato nel 1909”, dove il secondo capitolo è dedicato alla “poetic interpretation of nature”: qui l’interpretation è intesa come la modalità con cui gli uomini leggono la realtà, guidati dalla propria attitudine soggettiva nei confronti del mondo[1].

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 50

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Enos Abijah Mills (1870-1922)

Enos Abijah Mills (1870-1922), naturalista, autore e proprietario di una fattoria americana, fu la figura principale dietro la creazione del Rocky Mountain National Park. Mills è autore di numerosi articoli e libri sulla natura e sull’area del Parco di Estes, a partire dal primo decennio del XX secolo. I suoi discorsi si concentravano generalmente sulla vita degli alberi, sulle questioni forestali, sulla conservazione delle terre naturali e sulla vita degli animali selvatici. Spesso nei suoi discorsi e articoli scritti ha incoraggiato persone di tutte le età a uscire e immergersi nella natura.

Fondò la prima scuola di guide naturalistiche dopo aver servito egli stesso come guida ai vari ospiti della sua fattoria. Nella sua scuola applicò una metodologia che faceva leva sulla partecipazione diretta da parte dei discenti e sulla capacità di trasformare i fatti in narrazione, i dati in racconto, sostanzialmente una metodologia poetica e narrativa di interpretazione ambientale e che oggi viene conosciuta come storytelling.

Il suo entusiasmo per la conservazione fiorì durante un’amicizia fortuita. Mentre camminava sulla spiaggia vicino a San Francisco chiese informazioni a un anziano di un pezzo di alga che aveva trovato. Il passante era solo John Muir e la sua risposta alle domande di Mills, diede il via a un legame duraturo tra i due. Muir incoraggiò Mills a unirsi al movimento conservazionista e a scrivere delle sue avventure. Il suo libro “The adventures of a nature guide and essays in interpretation” pubblicato nel 1923 è considerato uno dei libri tra i più significativi nel campo della letteratura sull’interpretazione. 

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Charles Matthias Goethe (1875-1966)

Charles Matthias Goethe (1875-1966), imprenditore, scienziato, filantropo e ambientalista e fondatore della Eugenici Society of Northern California.

Goethe collaborò con varie organizzazioni, tra cui il Sierra Club di John Muir. Assieme alla moglie  avviò una serie di programmi interpretativi in collaborazione con il National Park Service.

Attivo nella causa conservazionista, Goethe era profondamente impegnato anche nei temi dell’educazione e della cura dell’infanzia abbandonata.

Durante una serie di viaggi in Europa insieme alla moglie Mary tra il 1911 e il 1912, ebbe modo di osservare il lavoro educativo condotto da una giovane insegnante in escursione con i suoi allievi presso il Lago di Lucerna. Dopo quell’incontro, i due approfondirono le metodologie europee del nature study e delle escursioni scolastiche nella natura, così come esse si erano sviluppate in Germania, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna e Danimarca: da qui, la decisione di replicarle su suolo americano. Individuata la località del Lago Tahoe, vi fondarono quello che sarebbe diventato il «Lake Tahoe Laboratory», nel quale chiamarono Miller e Bryant a prestare servizio come guide naturalistiche[1].

Come Bailey, Goethe era promotore di una didattica educativa basata sull’apprendimento informale ed esperienziale. 

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 64

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Freeman Tilden (1883-1980)

Freeman Tilden (1883-1980), giornalista, scrittore e drammaturgo, decise che aveva bisogno di un cambiamento nella sua vita all’età di 58 anni. Quando il suo amico Direttore del National Park Service Newton Drury lo invitò a lavorare con il National Park Service, entrò nel campo dell’interpretazione e cambiò per sempre la professione. In viaggio in vari parchi per scrivere libri sul sistema nazionale dei parchi si occupò della qualità dei programmi interpretativi dei parchi stessi.

Tilden è considerato il padre dell’interpretazione, grazie al suo famosissimo libro “Interpreting our heritage” pubblicato, la prima volta nel 1957 e successivamente in diverse edizioni. In Italia è molto utile, per desidera approcciarsi allo studio dell’interpretazione, l’edizione pubblicata nel 2019 in lingua italiana, su traduzione di Vanessa Vaio: Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica.

Nel suo libro Tilden, consolidò le basi teoriche, metodologiche e didattiche, stabilendo i principi e le teorie dell’Interpretazione del patrimonio Culturale e sottolineando l’importanza esperienziale nei percorsi di interpretazione.

Tilden fornì anche la prima definizione formale di Interpretazione:

Interpretazione (Freeman Tilden – 1957)

“Attività educativa che aspira a rivelare significati e relazioni attraverso l’utilizzo di oggetti originali, esperienze da vivere in prima persona e mezzi esemplificativi, piuttosto che la mera trasmissione di fatti”[1]

I Principi dell’interpretazione di Freeman Tilden[2]

  1. Qualsiasi interpretazione che non metta in relazione ciò che viene illustrato o esposto con un aspetto della personalità o con l’esperienza del visitatore risulterà sterile.
  2. L’informazione in se non è interpretazione. L’interpretazione è rivelazione fondata sull’informazione. Ma esse sono due cose del tutto differenti, sebbene tutta l’interpretazione includa l’informazione. Tuttavia, ogni attività di interpretazione contiene informazioni.
  3. L’interpretazione è un’arte che ne combina altre, qualunque sia l’argomento esposto: scientifico, storico, architettonico. E in qualche misura, ogni arte può essere insegnata.
  4. Lo scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma provocare.
  5. L’interpretazione dovrebbe aspirare a presentare il tutto anziché una parte e dovrebbe rivolgersi all’uomo nel suo insieme piuttosto che ad una sua sola fase di sviluppo.
  6. L’interpretazione rivolta ai bambini (fino a circa 12 anni) non dovrebbe essere una diluizione di quello che si propone agli adulti, ma avere un approccio del tutto diverso. Richiederà programmi specifici e separati per il meglio

[1] Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 29

[2] Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 31

Percorsi Formativi Professionalizzanti riconosciuti da AIPTOC – Area Interpretazione del Patrimonio Culturale

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

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I Principi dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale rivisitati da Ignazio Caloggero https://www.aiptoc.it/i-principi-dei-percorsi-di-esperienza-di-interpretazione/ Wed, 06 Apr 2022 15:27:56 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=9603 L'articolo I Principi dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale rivisitati da Ignazio Caloggero proviene da AIPTOC.

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I Principi dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale rivisitati da Ignazio Caloggero    

Premessa: estratto dal libro “Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici.” di Ignazio Caloggero. Edizioni Centro Studi Helios – 2022

Alcune definizioni

Interpretazione (Freeman Tilden – 1957)

“Attività educativa che aspira a rivelare significati e relazioni attraverso l’utilizzo di oggetti originali, esperienze da vivere in prima persona e mezzi esemplificativi, piuttosto che la mera trasmissione di fatti”[

Interpretazione (Interpretation Canada – 1976)

“Interpretazione è un processo di comunicazione, progettato per rivelare i significati e le relazioni del nostro patrimonio culturale e naturale, attraverso il coinvolgimento con gli oggetti, gli artefatti, i paesaggi e i siti”

Interpretazione del patrimonio culturale (Interpret Europe)

L’interpretazione del patrimonio è l’arte di creare una relazione tra gli elementi di un dato sito, o di una collezione, da una parte, ed il quadro personale di valori e di significati dei visitatori dall’altra. L’interpretazione infatti: crea legami cognitivi ed emozionali tra i visitatori e quello che essi possono scoprire in un’area naturale, un sito storico o un museo; rivela le relazioni ed i significati più profondi, attraverso l’esperienza diretta e con l’aiuto di mezzi di illustrazione, piuttosto che fornire semplicemente informazioni. L’interpretazione contiene anche una componente educativa strutturale. (opuscolo Introduzione allo sviluppo professionale dell’Interpretazione del patrimonio naturalistico e culturale – Progetto InHerit )

Processo di interpretazione (John A Veverka – 2011)

Qualsiasi forma di comunicazione che potremmo avere con i visitatori di solito coinvolge due stili di comunicazione di base. Presentiamo i materiali che vogliamo far conoscere al visitatore in uno stile informativo, o in uno stile interpretativo. La differenza tra i due stili non è ciò che presentiamo ma come lo presentiamo. Informativo gli stili dispensano semplicemente i fatti, il modo in cui una guida sul campo elenca e descrive le specie, per esempio. Ma lo stile interpretativo rivela a storia o messaggio più ampio, basandosi sui Principi di Tilden per aiutare il visitatore a relazionarsi con quel messaggio.

Percorso di Esperienza di Interpretazione (Ignazio Caloggero)

Percorso esperienziale culturale, educativo, ermeneutico e sistemico che mira a rivelare il significato più profondo delle cose (Ignazio Caloggero 2022)

Dal punto di vista pedagogico, il modello che più si adatta ai percorsi di Esperienza di Interpretazione è quello costruttivista

approccio costruttivista: modelli di programmazione didattica per significati (o per ricerca-azione); Al centro del processo formativo è l’allievo, l’apprendimento è visto come un processo interattivo tra insegnante e allievo e avviene attraverso esperienze dirette (apprendimento esperienziale)

Quando si parla di interpretazione è opportuno distinguere tra:

  • Servizi di Interpretazione (interpretazione mediata): Realizzazione degli strumenti e dei servizi di comunicazione (cartelli, segnaletica, mappe, opuscoli illustrativi, guide, volantini, produzioni e postazioni multimediali, allestimenti, siti web, app, ecc.) e progettazione dei Piani di Interpretazione
  • Percorsi di Esperienza di Interpretazione (interpretazione diretta): Iniziative che prevedono la partecipazione diretta sia degli interpreti sia degli ospiti nelle attività interpretative.

I Principi dell’interpretazione di Freeman Tilden[11]

  1. Qualsiasi interpretazione che non metta in relazione ciò che viene illustrato o esposto con un aspetto della personalità o con l’esperienza del visitatore risulterà sterile.
  2. L’informazione in se non è interpretazione. L’interpretazione è rivelazione fondata sull’informazione. Ma esse sono due cose del tutto differenti, sebbene tutta l’interpretazione includa l’informazione. Tuttavia, ogni attività di interpretazione contiene informazioni.
  3. L’interpretazione è un’arte che ne combina altre, qualunque sia l’argomento esposto: scientifico, storico, architettonico. E in qualche misura, ogni arte può essere insegnata.
  4. Lo scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma provocare.
  5. L’interpretazione dovrebbe aspirare a presentare il tutto anziché una parte e dovrebbe rivolgersi all’uomo nel suo insieme piuttosto che ad una sua sola fase di sviluppo.
  6. L’interpretazione rivolta ai bambini (fino a circa 12 anni) non dovrebbe essere una diluizione di quello che si propone agli adulti, ma avere un approccio del tutto diverso. Richiederà programmi specifici e separati per il meglio

 

I Principi dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale rivisitati da Ignazio Caloggero

In un altro articolo, Per una nuova definizione di Esperienza: I dieci principi dei Percorsi Esperienziali , ho introdotto il concetto di percorso esperienziale culturale, vista l’intima relazione esistente tra il concetto di esperienza e quella di interpretazione, propongo in questa sede, una rivisitazione dei principi di Tilden integrandoli con quelli dei percorsi esperienziali e adattatoli con il concetto stesso di “Interpretazione”.

I Principi dell’Interpretazione rivisitati da Ignazio Caloggero

  1. Approccio Multisensoriale: L’interpretazione deve essere, il più possibile di tipo multisensoriale (coinvolgimento di almeno due o più sensi: vista, udito, tatto, olfatto, gusto)
  2. Approccio culturale (Identità locali): L’interpretazione deve permettere di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale
  3. Unicità: il percorso di esperienza di Interpretazione deve presentare caratteristiche di unicità
  4. Centralità dei partecipanti: Ogni interpretazione deve tenere conto dei partecipanti e tenere conto della loro centralità rispetto al contesto.
  5. Partecipazione: il percorso di esperienza di Interpretazione deve prevedere la partecipazione, possibilmente diretta dell’ospite alle attività
  6. Processo educativo (Apprendimento esperienziale): L’Interpretazione deve prevedere una fase di apprendimento di tipo esperienziale, possibilmente attraverso la partecipazione diretta dell’ospite alle attività.
  7. Approccio tematico: ogni interpretazione dovrà essere costruita a partire da un tema che la caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore.
  8. Approccio estetico: l’approccio estetico, è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono “la messa in scena dell’esperienza” devono essere progettati in modo da dare importanza a tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo scelto per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il tema scelto ed il luogo individuato.
  9. Intrattenimento: Ogni percorso di Esperienza di interpretazione dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e rendono piacevole l’esperienza.
  10. Immersione: Il principio di immersione, così come nei percorsi esperienziali, è la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di partecipazione diretta e di approccio estetico
  11. Rivelazione (comunicazione ermeneutica): L’interpretazione è un processo comunicativo di tipo ermeneutico (arte o disciplina che sia), che mira a rivelare il significato più profondo delle cose. La rivelazione avviene attraverso la trasformazione dell’esperienza.
  12. Provocazione (comunicazione basata sulla provocazione): il processo comunicativo che permette all’interprete di svelare (non insegnare) e al partecipante del percorso di esperienza di scoprire (non a imparare) avviene grazie alla provocazione, da parte dell’interprete, della curiosità e del coinvolgimento dei partecipanti.
  13. Approccio sistemico (visione olistica): L’interpretazione deve avvenire con un approccio olistico, dovrebbe tener contro di tutti gli aspetti, delle relazioni e dei legami tra i partecipanti, il bene (o fenomeno) interpretato ed il contesto in cui si si vengono a trovare i tre elementi alla base dell’interpretazione: l’interprete, il bene (o fenomeno) e il partecipante.
  14. Approccio su misura: L’interpretazione deve tenere conto sia del target dei fruitori finale: età, scolarizzazione, contesto sociale di appartenenza, sia di altre variabili quali bisogni espressi e impliciti degli stessi fruitori. Per ogni target individuato dovranno essere individuati: temi, metodi e programmi specifici.
  15. Approccio creativo: Il processo di interpretazione deve precedere uno stile comunicativo che deve coinvolgere tutta la dinamica del pensiero, raccontando luoghi e fatti in modo creativo e coinvolgente e utilizzando tecniche interpretative quali lo storytelling e la scrittura creativa
  16. Interpretazione fondata sui fatti: L’interpretazione deve avere all’origine fatti e luoghi concreti. L’informazione sui cui si fonda l’interpretazione deve basarsi su dati e informazioni approfondite e di qualità
  17. Semplicità e coerenza comunicativa: L’interpretazione deve prevedere un linguaggio che non sia eccessivamente tecnico, lungo o non pertinente con il contesto da interpretare
  18. Connessione emotiva (passione): L’interprete deve amare l’oggetto dell’interpretazione, il risultato dell’interpretazione è fortemente correlato alla passione e alla connessione emotiva che lega l’interprete e il fenomeno da interpretare.

Nella tabella seguente possiamo vedere la correlazione esistente tra i principi rivisitati da Ignazio Caloggero, i principi dei percorsi esperienziali proposti dallo stesso autore e i Principi di Tilden.

Principi percorsi di Interpretazione Principi percorsi esperienziali Principi di Tilden
1 Approccio Multisensoriale 1  
2 Approccio culturale (Identità locali) 2  
3 Unicità dell’Esperienza 3  
4 Approccio relazionale (centralità e unicità delle persone) 4 1
5 Partecipazione diretta 5 1
6 Apprendimento Esperienziale (processo educativo) 6  
7 Approccio tematico 7  
8 Approccio estetico 8  
9 Intrattenimento 9  
10 Immersione 10  
11 Rivelazione (comunicazione ermeneutica)   2,3
12 Provocazione   4
13 Approccio sistemico   5
14 Approccio su misura   6
15 Approccio creativo   3
16 Interpretazione fondata sui fatti   2,3
17 Semplicità e coerenza comunicativa    
18 Connessione emotiva (passione)    

 

Il Principio 3 di Tilden, in realtà rientra nell’approccio ermeneutico. Infatti, il fatto che l’interpretazione è un Arte è una mera constatazione di fatto legato al concetto stesso di ermeneutica.

Approfondiamo i singoli principi ricordando che i primi dieci principi non sono altro che principi del percorso esperienziale, questo porta ad affermare che L’Interprete del Patrimonio è a tutti gli effetti un Regista di Esperienze (Experiential Manager o Manager delle Esperienze).

1 Multisensorialità

Giochi sensoriali per bambini: le attività che stimolano l'olfatto

La modalità di esperienza multisensoriale, assieme a quella immersiva ed emozionale, uno degli aspetti su cui hanno puntato molti degli interpreti del passato, soprattutto quelli che si sono interessati alla interpretazione ambientale. Le esperienze dirette e le osservazioni svolte sul campo comportano il coinvolgimento di gran parte dei sensi: vista, udito, tatto, olfatto e in alcuni casi, gusto)

Per le interpretazioni dirette (percorsi di esperienza di interpretazione) non è difficile applicare questo principio, potrebbe esserlo invece per le interpretazioni indirette (servizi di interpretazione).

Un cartello o una etichetta in legno anche se ben interpretata da sola difficilmente può essere associata al concetto di multisensorialità, ma un intelligente accoppiamento che vede, eventualmente l’uso combinato della tecnologia multimediale o di altri accorgimenti anche non necessariamente tecnologici possono attivare altri sensi oltre alla vista compreso i sensi dell’olfatto, dell’udito e del tatto. Tutto rimane alla capacità creativa dell’Interprete. Quando possibile, potrebbe essere utile l’utilizzo di strumenti multimediali che combinano testi, suoni, luci e video ed in alcuni casi anche capaci di creare stimoli tattili e olfattivi.

2 Approccio culturale (Identità locali)

Immagine che contiene valle, natura, canyon, montagna

Descrizione generata automaticamente

Monumento nazionale Navajo: cava/villaggio – Kayenta – USA – Foto di Nicolò Caloggero

L’interpretazione del patrimonio culturale è per definizione, legata agli elementi di identità locale, che siano elementi naturali, storici o demoetnoantropologici.

3 Unicità

Bellissime foto dei paesaggi surreali della Cappadocia

Anche l’unicità dell’esperienza di interpretazione culturale risiede proprio nella sua natura. Una esperienza culturale autentica non è in genere, una offerta seriale e di massa. I luoghi culturali visiti sono sicuramente importanti ma è la capacità interpretativa (e creativa) dell’interprete, il tema o il racconto scelto, le emozioni, le sensazioni, la capacità di far “sentire” e “scoprire” qualcosa di diverso dal solito che rende “unica” l’esperienza.

4 Centralità delle persone

Il valore delle relazioni umane per il benessere organizzativo - BenEssere  Organizzativo

Un percorso di interpretazione dovrebbe essere caratterizzato dal fatto di essere un processo interattivo che si traduce in una forte relazione umana tra l’interprete e il partecipante dell’esperienza stessa. Questo aspetto si ricollega a quanto indicato da Tilden nel primo dei suoi principi dell’interpretazione:

“Qualsiasi interpretazione che non metta in relazione ciò che viene illustrato o esposto con un aspetto della personalità o con l’esperienza del visitatore risulterà sterile”

Il partecipante ad un percorso di interpretazione assume un ruolo centrale nel processo di comunicazione interpretativa e di questo dovrà tenerne conto l’interprete che dovrà trovare una connessione profonda con la stessa personalità del partecipante. Questo potrà avvenire solo se si riesce ad attivare un approccio comunicativo basata sulle relazioni umane.

Questo principio può essere applicato, per certi aspetti anche ai servizi interpretativi. In tal caso la stesura degli strumenti di comunicazione dovrà tenere conto per quanto possibile, di quelli che sono gli aspetti delle personalità o dell’esperienza dei fruitori del servizio interpretativo cercando di creare relazioni gli argomenti esposti con aspetti della vita quotidiana.

5 Partecipazione diretta

Per una corretta definizione di Turismo Esperienziale - AIPTOC

La partecipazione diretta è uno degli elementi alla base del concetto di “immersione”. La partecipazione diretta fa diventare attori consapevoli i fruitori dell’esperienza che non sono quindi spettatori passivi dell’evento. Senza partecipazione attiva da parte dei partecipanti non può esserci una “esperienza autentica” che può realizzarsi solo a seguito dell’interazione tra interprete e partecipante ed il pieno coinvolgimento di quest’ultimi.

Tale aspetto è stato sottolineato da Freeman Tilden nel suo libro “Interpretare il nostro Patrimonio” egli scrive:

La partecipazione non deve implicare un’azione, ma deve anche essere qualcosa che il partecipante stesso considererebbe come nuovo, speciale e importante[1]

Quindi non basta la partecipazione intesa come semplice azione ma deve essere speciale e come detto precedentemente “unica”.

Tilden sottolinea come la partecipazione accompagnata dalla dimostrazione siano degli ingredienti di interpretazione talmente impagabili che un interprete non dovrebbe mai lasciarsi sfuggire la possibilità di includere nei programmi di interpretazione[2]

Per i servizi interpretativi l’applicazione di questo principio è più difficile ma sempre possibile, almeno in parte. Si tratta di creare, ad esempio un certo grado di autonomia da parte del partecipante ad attivare meccanismi di interattività che lo rendono attore, questo è possibile in ambienti espositivi grazie alla tecnologia che in alcuni casi può arrivare ad implementare meccanismi di realtà aumentata anche in assenza di interprete presente. In alcuni casi la tecnologia potrebbe essere utilizzata anche all’esterno in quanto al posto di semplici cartelli e schede interpretative potrebbero essere realizzati totem informativi o una tecnologia che grazie ad un uso intelligente della multimedialità possa comunque facilitare un minimo di interattività da parte dei visitatori.

6 Apprendimento esperienziale

Wonderful Italy, la startup che porta il turismo esperienziale in Italia -  Webitmag - Web in Travel Magazine

Il percorso di esperienza di interpretazione, una volta compresa, come indicato al punto precedente, partecipazione diretta e dimostrazione, è una forma di apprendimento, infatti permette di imparare qualcosa di nuovo (e unico) attraverso il modello di apprendimento denominato “Apprendimento esperienziale” (Experiential Learning) e che già veniva indicato come particolarmente importante sia Liberty Hyde Bailey sia da Charles Matthias Goethe ma dal momento che l’Interpretazione è intesa come attività educativa, anche da Freeman Tilden.

Ricordiamo che l’apprendimento esperienziale è un modello di apprendimento basato sull’esperienza diretta, studiato da due grandi pedagogisti come John Dewey (1859-1952) e Jean Piaget (1896-1980) e dallo psicologo Kurt Zadek Lewin (1890-1947), ma che si è diffuso grazie a David Kolb (1939) che, sulla base degli studi precedenti, ha sviluppato la “teoria dell’apprendimento esperienziale”.

Questo principio, facile per un percorso di esperienza di interpretazione, è effettivamente difficile applicarlo anche ai semplici servizi interpretativi in cui il processo comunicativo ed educativo avviene in assenza dell’Interprete. In questi casi è necessario affidarsi all’ingegnosità e alla creatività dell’interprete (in questo caso visto come progettista del servizio interpretativo) e all’uso della tecnologia multimediale e della realtà aumentata il compito di trovare soluzioni adeguate a implementare una forma di apprendimento esperienziale anche in assenza fisica dell’Interprete.

7 Approccio tematico

Experience a real medieval banquet! | VisitBritain

Ogni percorso di esperienza di interpretazione dovrà essere costruito a partire da un tema che lo caratterizza e che costituirà la base di partenza dell’esperienza, esso è il filo conduttore che permettere di individuare, il luogo, la trama e gli elementi scenografici più adatti per rendere l’esperienza di interpretazione reale. Il tema, opportunamente sintetizzato sotto forma di titolo del percorso, è il primo elemento attrattivo che dovrà essere comunicato ai potenziali fruitori del percorso di esperienza di interpretazione. E’ estremamente importante, in particolare per i percorsi esperienziali culturali, che il tema sia scelto in armonia con i luoghi individuati ed il territorio di appartenenza.

8 Approccio estetico

Medicina estetica non invasiva: il nuovo approccio - Benessere mag

L’approccio estetico è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono l’esperienza devono essere progettati con modalità simili ad una messa in scena teatrale con particolare cura per tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo ed il tema scelti per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il luogo ed il tema sceltoParticolare cura dovrà essere posta nel favorire gli stimoli sensoriali che armonizzano l’esperienza ed eliminando il più possibile gli indizi negativi che potrebbero disturbare l’esperienza.

In alcuni casi è utile ricordare quanto scritto da Blaise Pascal, citato da Freeman Tilden:

“Troppo rumore ci assorda; troppa luce ci acceca; troppa distanza o troppa vicinanza ci impediscono di vedere; un discorso troppo lungo o troppo corto lo rendono oscuro; troppa verità ci sconcerta” [3]

o semplicemente l’antico detto nostrano:

Il troppo stroppia (o storpia)

Tilden scrive che tra gli innumerevoli aspetti della bellezza, l’interprete sostanzialmente si occupa dei seguenti quattro[4]:

  1. Il contatto attraverso i sensi del visitatore con la bellezza dei panorami e dei paesaggi – con “selvaticità”: e assiomatico che la bellezza naturale, percepita attraverso i sensi, non abbia bisogno di interpretazione: si interpreta da sola.
  2. La bellezza dell’avventura della mente: la rivelazione dell’ordine della natura.
  3. La bellezza del manufatto: l’aspirazione dell’uomo a creare le cose belle.
  4. La bellezza della condotta o del comportamento di cui l’uomo si è dimostrato capace.

Immagine che contiene albero, esterni, natura, valle

Descrizione generata automaticamente

Parco di Yosemite – Foto di Nicolò Caloggero

9 Intrattenimento

Banchetto medievale - Spettacolo interattivo, 4 portate, Ale e vino con  cena, discoteca , Londra - 2022 - Viator

L’esperienza, come già scritto, dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e nello stesso tempo “alleggeriscono” e rendono piacevole l’intero percorso con dei momenti di puro assorbimento. Non bisogna dimenticare che i fruitori di una offerta esperienziale scelgono l’esperienza soprattutto per appagare il loro desiderio del piacere in quanto tale e non necessariamente per l’aspetto educativo che comunque non va mai dimenticato da chi progetta e fornisce l’offerta esperienziale.

Tilden usa il termine “animazione” e nel capitolo intitolato “Portare il passato nel presente” del suo libro Interpretare il nostro patrimonio[5] nel raccontare di una sua visita all’Airlington House già nota come la Custis Lee Mansion, una magione di stile neogreco che sorge presso Arlington, Virginia, Stati Uniti e che un tempo era la residenza principale del generale confederato Robert E. Lee, scrive:

“Entrando sentii che qualcuno stava suonando il piano, e sembrava così naturale che qualcuno suonasse il piano in quella casa, o in qualsiasi altra dimora storica in cui avessero vissuto delle persone! ….

… ho sentito la casa come se fosse popolata non dai visitatori come me, ma da coloro che avevano vissuto proprio lì, gli uomini e le donne che amavano questo posto perché, per loro, significava casa. In salotto una ragazza attraente, vestita con costume del 1860, stava suonando le stesse melodie in voga all’epoca, e avrebbe potuto essere una vicina di casa di Miss Mary Custis”.

Il complesso di Arlington House, oggi memoriale dedicato al generale Robert E. Lee

10 Immersione

Corso Online Operatore del Turismo Esperienziale

Il principio di immersione è in realtà, come già indicato, la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di partecipazione diretta e di approccio estetico già descritti.

La progettazione di un percorso di interpretazione deve prevedere attività di tipo immersivo che coinvolgono direttamente il partecipante in attività multisensoriali e che lo vedono coinvolto non solo dal punto di vista manuale e tattile ma anche intellettuale ed emotivo.

Nei servizi di interpretazione, almeno nei casi in cui si realizzano eventi espositivi è possibile, combinando una adeguata progettazione scenica e utilizzando l’utilizzo di tecnologia di realtà aumentata creare esperienze immersive e coinvolgenti.

11 Rivelazione (comunicazione ermeneutica)

L'esistenza di Dio e la sua rivelazione

Cenni al concetto di Ermeneutica (Arte dell’Interpretazione)

Il termine deriva dal greco hermeneia deriva dal sostantivo greco hermeneia, a cui viene designato il significato di interpretazione ma anche di spiegazione, dichiarazione, traduzione, espressione del pensiero ed elocuzione. In latino sarà poi tradotto come interpretatio[6]

In ambito filosofico l’ermeneutica è Arte, tecnica e attività di interpretare il senso di testi antichi, leggi, documenti storici e simili. (Treccani)

L’ermeneutica è quindi vista come arte (o scienza) dell’interpretazione. Interpretare qualcosa, ha come obbiettivo, in ultima analisi, conoscerne il significato, nel suo senso più profondo.

L’ermeneutica è usata in svariati ambiti tra questi: filosofico, religioso, letterario, artistico e pedagogico (pedagogia ermeneutica)

Interpretazione ed Ermeneutica

L’interpretazione è un processo comunicativo di tipo ermeneutico (arte o disciplina che sia), che mira a rivelare il significato più profondo delle cose. La rivelazione avviene attraverso la trasformazione dell’esperienza.

Un interessante studio che mette in risalto l’approccio educativo in ambito pedagogico è quello di Riccardo Pagano che ha pubblicato nel 2018 il libro “Educazione e Interpretazione”

Pagano indica come differenza sostanziale tra sapere ermeneutico e sapere scientifico il fatto che il primo, a differenza del secondo è un sapere extra metodico.

“E se di un sapere metodico si può ricostruire ogni passaggio, di quello extra metodico non tutto e ricostruibile, perché tocca aspetti dell’umano come la sensibilità, la linguistica, l’estetica… difficilmente perimetrabili e osservabili”[7]

Pagano riferendosi agli studi di metà del Novecento di Heidegger e Gadamer, scrive:

“L’interpretazione, quindi non è una delle procedure metodologiche delle scienze dello spirito, ma è il modo costruttivo di essere dell’uomo del mondo. L’interpretazione acquista così una valenza ontologica perché non è finalizzata solo alla conoscenza e alla comprensione, ma svela l’essere stesso dell’uomo”[8].

 

Tilden, attraverso i suoi scritti, mette in stretta relazione i concetti di interpretazione e di ermeneutica.

Ecco cosa scrive Tilden[9]

“Ogni vero interprete, oltre ad essere preparato sulle informazioni e diligente nell’uso della ricerca, saprà spingersi oltre l’apparenza verso la vera essenza, oltre il particolare verso la visione d’insieme, oltre una verità verso una verità più ampia”

“L’interprete deve rivelare al pubblico una verità più profonda che si cela dietro l’esposizione dei fatti”

“L’interpretazione deve saper sfruttare la pura curiosità per portare all’arricchimenti della mente e dello spirito”

12 Provocazione (comunicazione basata sulla provocazione)

Lo stupore della fede - Eucaristant

Il processo comunicativo che permette all’interprete di svelare (non insegnare) e al partecipante del percorso di esperienza di scoprire (non a imparare) avviene grazie alla provocazione, da parte dell’interprete, della curiosità e del coinvolgimento dei partecipanti.

Il termine “provocazione” va inteso, ovviamente, in termini positivi, si riferisce al fatto che l’interprete deve essere capace di provocare l’interesse del partecipante al percorso di interpretazione, attraverso domande o affermazioni provocatorie.

Il quarto principio di Tilden afferma chiaramente che lo scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma provocare. Emblematica la seguente frase di Tilden:

“Purtroppo, mi è capitato troppe volte, da partecipante a questi gruppi, di vedere il mio entusiasmo frustrato dall’incontro con un interlocutore che ha scambiato il dare informazioni per interpretazione, diventando un triste istruttore invece di una guida appassionante”[10]

Tilden rimarca l’importanza di allargare il più possibile il campo di osservazione e pensiero del partecipante in modo da raggiungere, ciò che affermava lo scrittore, poeta e insegnante Henry van Dyke:

“l’levazione alla gioia per mezzo dello stupore”[11]

Un esempio di interpretazione basata sulla provocazione è riportato da Marta Brunelli che ha riportato e tradotto il seguente passo scritto da Veverka nel suo libro, Interpretive master planning. The essential planning guide. L’esempio indicato da Veverka mette in luce, oltre alla Provocazione (Provoke) altri aspetti dell’interpretazione la rivelazione (Reveal) e la connessione (Relate) intesa quest’ultima come la capacità di fare riferimento alla vita quotidiana dei visitatori, grazie ad analogie, metafore, paragoni ed esempi tratti dalla vita di tutti i giorni:

“A prima vista questo piccolo ossicino potrebbe non significare nulla [provocazione], ma se lo guardiamo più attentamente vedremo che si tratta dell’osso della mandibola di uno degli animali più feroci e pericolosi che siano mai vissuti nella foresta [provocazione]. Si tratta di un cacciatore instancabile, che trascorre ogni minuto del proprio tempo in cerca di qualsiasi vittima riesca a sopraffare e a divorare! [provocazione]. Per restare vivo, infatti, questo animale deve mangiare un quantitativo pari a diverse volte il proprio peso corporeo [provocazione], e solo per mantenersi in vita. Immaginate [provocazione] che, se questa creatura avesse la taglia di un grosso cane [connessione], avrebbe bisogno di mangiare intorno ai 250 chili di carne al giorno solo ed esclusivamente per sopravvivere [rivelazione]. Ora, 250 chili sono davvero tanti! Corrispondono all’incirca a 3 visitatori e mezzo ogni giorno [rivelazione; connessione]. Fortunatamente per noi, questa creatura arriva a misurare, nella sua fase di massima crescita, soltanto pochi centimetri di lunghezza [provocazione]; rivelazione]. Quella che state osservando, infatti, è la mascella di un toporagno [rivelazione], un animale che assomiglia a un topolino [connessione] ma che ha il cuore di una vera tigre [connessione]. Se osservate attentamente la mascella, mentre passo tra voi, riuscite a vedere qualcosa d’insolito che riguarda i denti? [provocazione]. Sono di colore rosso e nero alla base di ogni dente. I topiragni sono infatti l’unica specie animale che ha denti rossi e neri e questo è il segreto per identificare quest’animale [rivelazione]. Ora, a qualcuno di voi sarà capitato di utilizzare un buono-sconto per la spesa al supermercato? [connessione]. Bene, tenete pronti i vostri buoni-spesa, perché ora andremo a vedere dove i topiragni vanno a fare la spesa di cibo [connessione]. Proseguiamo nel nostro percorso e poco più avanti scopriremo cosa c’è per cena oggi [provocazione][12]

13 Approccio sistemico (visione olistica)

La Piazza: olismo degli spazi di lavoro - Martex S.p.A.

Il termine olismo deriva dal greco “olos” che significa “tutto, intero, totale”. La visione olistica esprime il concetto secondo cui il tutto è più della somma delle parti di cui è composto e quindi l’uomo e il contesto attorno a lui devono essere visti nel loro insieme e non separatamente.

Un percorso di esperienza di interpretazione in chiave olistica dovrebbe tener contro di tutti gli aspetti, delle relazioni e dei legami tra i partecipanti, il bene (o fenomeno) interpretato ed il contesto in cui si si vengono a trovare i tre elementi alla base dell’interpretazione: l’interprete, il bene (o fenomeno) e il partecipante. Come afferma Freeman Tilden nel suo quinto principio: “il tutto anziché una parte”.

Il tutto va quindi inteso sia riferito al bene da interpretare sia riferito al partecipante stesso (the whole man).

Nel primo caso, quando il tutto (the whole) si riferisce al bene da interpretare, si traduce nel fatto che l’interpretazione deve puntare a fornire non singole informazioni slegate tra di loro ma fornire una visione di insieme del bene interpretato.

“è molto meglio che il visitatore di un’area protetta, naturale, storica o preistorica, vada via con una o più immagini complete nella sua mente, che con una serie di informazioni slegate fra loro che non gli permettono di comprendere l’assenza del luogo e il perché il sito venga protetto[13]

Nel secondo caso, quando Il tutto è riferito al partecipante stesso (the whole man), L’interpretazione si traduce nel fatto che l’interprete, in qualunque posto eserciti la sua professione, in natura, museo o sito storico, deve rivolgersi al visitatore nella sua interezza. Dovrà quindi porsi alcune domande, in particolare cosa ha spinto il partecipante ad essere lì, cercando di considerare i molteplici aspetti dell’uomo, curiosità, desideri, emozioni ed in base al tipo di bene, senso religioso, spirito d’avventura, di esplorazione e desiderio di scoprire cose nuove:

“Quando l’obiettivo diventa l’uomo nella sua completezza, in cerca di nuove esperienze, relax, avventura, curiosità, informazione, affermazione magari è lì semplicemente su suggerimento di amici, e mille altri strani motivi, ecco che non si può sbagliare”[14]

Un esempio di come si possa considerare il tutto e non solo una parte, nell’interpretare un bene storico artistico, potrebbe essere il seguente: Consideriamo un classico bene culturale di una cittadina barocca del sud: la Cattedrale di San Giovanni a Ragusa, un conto è raccontare il bene descrivendolo unicamente dal punto di vista architettonico, un conto e raccontare e ricordare ulteriori aspetti che mettono il bene in correlazione con la storia della città, con la paura del terremoto del 1693 che influì sul tipo di costruzione, così come la scelta del luogo fosse influenzata dallo storico antagonismo che vide contrapposti per parecchi secoli i parrocchiani della chiesa di San Giovanni ai parrocchiani di S. Giorgio, sul fatto che il progetto prevedeva due campanile e che per difficoltà economiche il secondo campanile non fu mai portato a compimento, e ancora: sulle leggende e i miti legati al luogo e alla chiesa stessa, sulle capacità delle maestranze locali di costruire un monumento così bello, sui motivi per cui il monumento ha uno stile barocco e sul riconoscimento da parte dell’Unesco che ha inserito il centro storico di Ragusa nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità. In sostanza non limitarsi a raccontare il bene, o parti del bene in quanto tale, ma raccontare la storia, le paure, i sogni e i bisogni, ed il particolare contesto storico ed economico legato alla costruzione del monumento.

14 Approccio su misura

Immagine che contiene persona

Descrizione generata automaticamente

Questo principio corrisponde a quanto indicato nel sesto principio di Tilden, ad eccezione del fatto che non consideriamo solo i bambini ma un target molto più ampio di fruitori finali interessati a partecipare ad un percorso di esperienza di interpretazione, per cui è opportuno tenere conto di: età, scolarizzazione, contesto sociale di appartenenza, sia di altre variabili quali bisogni espressi e impliciti degli stessi fruitori. Per ogni target individuato dovranno essere individuati: temi, metodi e programmi specifici

15 Approccio creativo

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All’interno di un percorso di esperienza di interpretazione è necessario usare uno stile comunicativo che deve coinvolgere tutta la dinamica del pensiero, raccontando luoghi e fatti in modo creativo e coinvolgente e utilizzando tecniche interpretative quali lo storytelling e la scrittura creativa.

L’interpretazione non è mai uguale tra un interprete e l’altro, in quanto entrano in gioco sensibilità diverse e soggettive legate anche al fatto che ogni interprete avrà un suo livello di connessione emotiva con il fenomeno da interpretare. L’interprete, dal punto di vista pedagogico è a tutti gli effetti un educatore che usa metodi che potremmo definire extrascolastici o extra metodici dovuti proprio al fatto che utilizza un approccio ermeneutico. L’aspetto legato ai metodi extra metodologici è stato affrontato ricordando quanto scritto da Riccardo Pagano a proposito di differenza tra sapere ermeneutico e sapere scientifico nel suo libro “Educazione e Interpretazione”[15]

16 Interpretazione fondata sui fatti

Informazione, motivazione e la strana “Ipotesi di Hayek” - Il Sole 24 ORE

L’interpretazione deve avere all’origine fatti e luoghi concreti. L’informazione sui cui si fonda l’interpretazione deve basarsi su dati e informazioni approfondite e di qualità.

L’interprete è prima di tutto un esperto ed un profondo conoscitore del fenomeno da interpretare. L’interpretazione dovrà essere preceduta da uno studio dettagliato delle fonti e della documentazione bibliografica in modo che le informazioni alla base dell’interpretazioni siano di qualità.

L’interpretazione ha come base dati e informazioni certi e approfonditi[16]

17 Semplicità e coerenza comunicativa

Il valore della semplicità - Carmen Naclerio

Un Interprete che utilizza un linguaggio eccessivamente tecnico o lungo o non pertinente con il contesto da interpretare non favorisce l’attenzione.

Semplicità di scrittura vanno applicate anche in caso di predisposizione di pannelli, schede informative e cartelli illustrativi. A tal proposito ricordava Tilden:

“… se il visitatore non coglie al volo il senso del cartello, o dell’etichetta interpretativa, riterrà che il luogo è al di là delle sue competenze per potersi divertire”[17]

18 Connessione emotiva (passione)

Il 21 settembre si celebra la Giornata Internazionale della Pace | Roma.Com

L’interprete deve amare l’oggetto dell’interpretazione, il risultato dell’interpretazione è fortemente correlato, oltre alla sua capacità creativa, alla passione e alla connessione emotiva che lo lega al fenomeno da interpretare.

Tilden, pur non enunciandolo tra i suoi sei principi, considera quello dell’amore per l’argomento da interpretare, il principio più importante di tutti tanto da scrivere:

“Quindi, i sei principi con cui ho iniziato questo libro potrebbero essere dopotutto (come la “scienza singola” menzionata da Socrate) un unico principio. Se così fosse, sono certo che l’unico principio debba essere l’amore.” [18]

Il principio compare nell’elenco dei principi dell’interpretazione rivisitati da Larry Beck e a Ted T. Cable nel volume Interpretation for the 21st Century. Fifteen guiding principles for interpreting nature and culture sottoforma di “passione”. Infatti, secondo Larry Beck e a Ted T. Cable la passione sia nei confronti delle risorse (ambientali, storiche e culturali) sia nei confronti dei visitatori e l’ingrediente fondamentale di un’interpretazione efficace[19].

Tilden enuncia un suo assioma che è opportuno ricordare:

“Tutto ciò che è scritto senza entusiasmo verrà letto senza interesse”[20]

 

  1. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 127 
  2. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 130 
  3. Freeman Tilden – Interpretare il nostro Patrimonio capitolo 10 “Niente in eccesso”
  4. Freeman Tilden – Interpretare il nostro Patrimonio capitolo 15 “Visioni di bellezza”
  5. Freeman Tilden – Interpretare il nostro Patrimonio capitolo 9 “Portare il passato nel presente”
  6. Franco Bianco: Introduzione all’ermeneutica – Laterza 1998 
  7. Riccardo Pagano: Educazione ed Interpretazione – Profili e categorie di una pedagogia ermeneutica. Brescia – 2018 pag. 15. 
  8. Riccardo Pagano: Educazione ed Interpretazione – Profili e categorie di una pedagogia ermeneutica. Brescia – 2018 pag. 16. 
  9. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio p. 29 
  10. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio p. 73 
  11. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio p. 73 
  12. Marta Brunelli : Heritage Interpretation . Un nuovo approccio per l’educazione al patrimonio. Pag. 173-174. 
  13. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. VI “Verso un intero perfetto” pag. 78 
  14. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. VI “Verso un intero perfetto” pag. 84 
  15. Riccardo Pagano: Educazione ed Interpretazione – Profili e categorie di una pedagogia ermeneutica. Brescia – 2018 pag. 15. 
  16. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 3 “La materia prima e i suoi frutti ” pag. 51 
  17. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 8 “La parola scritta” pag. 107 
  18. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 12 “L’ingrediente inestimabile” pag. 161 
  19. Marta Brunelli : Heritage Interpretation . Un nuovo approccio per l’educazione al patrimonio. Pag. 85 
  20. Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 8 “La parola scritta” pag. 108 

 

Articolo scritto da Ignazio Caloggero

Presidente Associazione Italiana Professionisti del Turismo (AIPTOC)

 

Percorsi Formativi Professionalizzanti riconosciuti da AIPTOC – Area Interpretazione del Patrimonio Culturale

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

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