area soci Archivi - AIPTOC https://www.aiptoc.it/category/area-soci/ ASSOCIAZIONE ITALIANA PROFESSIONISTI DEL TURISMO E OPERATORI CULTURALI Wed, 19 Jun 2024 09:02:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.9 Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-un-approccio-integrato-per-la-classificazione-dei-sentieri-escursionistici/ Wed, 28 Apr 2021 18:09:30 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8372 L'articolo Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura – “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici

(Versione Beta)

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente

Nota: Articolo estratto dal corso  SPE57: Sentierologia (20 ore)

Le classificazioni CAI, CAS ed altre sistemi di classificazioni similari di norma usati, indicano un valore complessivo associato al percorso escursionistico (rappresentato in genere da una sigla), che caratterizza la tipologia del sentiero classificato. Tali classificazioni potrebbero essere integrate da una ulteriore classificazione che fa utilizzo di un simbolismo grafico che permette di fornire ulteriori informazioni sui singoli aspetti che caratterizzano il sentiero.

Il Metodo “AICSE” Approccio Integrato per la Classificazione dei Sentieri Escursionistici”,  è stato sviluppato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali, ed è aperto al contributo di tutti gli stakeholder interessati (è possibile inviare i propri contributi a info@aiptoc.it)

In ambito internazionale da anni si utilizza un approccio che punta a classificare i percorsi escursionisti andando a misurare singoli criteri che poi saranno utilizzati per le valutazioni di merito, sia da parte degli organizzatori del servizio escursionistico (ad esempio per la valutazione dei rischi e la scelta di polizze assicurative più adeguate al tipo di servizio turistico offerto) sia da parte dei potenziali partecipanti che potranno avere a disposizione un numero maggiori di informazioni per una scelta più accurata e adeguata alle proprie capacità.

L’approccio integrato presentato in questa sede prende spunto dalla norma ABNT NBR 15505-2, ampliandola e adattandola al processo di valutazione dei rischi in ambito escursionistico ed alle esigenze di offrire un servizio quanto più possibile rispettoso dei principi di accessibilità. Un articolo di approfondimento: Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici, e consultabile al seguente indirizzo web: https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/

Classificazione ABNT NBR 15505-2

Il Brasile, è considerato leader nella definizione di standard normativi nel settore del Turismo d’avventura, sono svariate decine le norme tecniche emanate da ABNT – Associazione degli Standard tecnici. Alcuni di questi standard sono diventati successivamente norme ISO, quindi norme riconosciute a livello internazionale, altre sono destinate a diventarle, tra queste, la norma ABNT NBR 15505-2 “Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso” (Turismo con attività a piedi. Parte 2: Classificazione dei percorsi).

Infatti la norma ABNT NBR 15505-2 è la base portante della norma internazionale, ancora in fase di discussione, ISO/CD 3021 “Adventure tourism — Hiking and trekking activities — Service requirements and routes’ classification”.

La norma ABNT NBR 15505-2, pubblicata la prima volta nel febbraio 2008 ed in seconda edizione nel settembre 2019, si applica alle escursioni offerte come prodotto turistico e destinate a un cliente comune: adulto, persona non sportiva e con bagaglio leggero.

L’utilizzo della norma ABNT NBR 15505-2 ha diversi vantaggi:

  • Facilita l’accesso alle informazioni da parte dei partecipanti alle escursioni,
  • Consente una migliore pianificazione da parte degli organizzatori
  • Permette una concezione più organizzata del servizio escursionistico, facilitando la comunicazione del servizio stesso e la commercializzazione
  • Fornisce informazioni più coerenti per stabilire quali polizze assicurative sono più adatte ai vari percorsi escursionistici,
  • Consente l’analisi degli incidenti in modo più preciso.

Si consiglia di utilizzare l’approccio metodologico indicato dalla norma NBR 15505-2 in quanto tali principi saranno probabilmente adottati nelle future norme ISO che diventeranno, nei prossimi anni, gli standard internazionali di riferimento.

In un mercato globale, in cui la clientela proviene da tutto il mondo è strategico, soprattutto dal punto di vista commerciale e della comunicazione, utilizzare un linguaggio comune che non sia limitato al proprio paese di origine.

La norma NBR 15505-2 utilizza quattro criteri, ciascuno con un punteggio da 1 a 5, che deve essere valutato per ogni sezione del percorso:

a) Gravità dell’ambiente

b) Orientamento sul percorso

c) Condizioni del terreno

d) Intensità dello sforzo fisico

Premessa all’approccio integrato

Al fine di individuare alcuni dei fattori associati ai vari criteri che fanno parte dell’approccio presentato in questa sede, potrà essere necessario calcolare le probabilità che un determinato evento (pericolo) possa avvenire (ad esempio eventi legati alle intemperie o alla presenza di animali o altri tipi di pericoli). A tal proposito si veda l’articolo : Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici

Note metodologiche

La proposta di classificazione presentata in questa sede si basa, come approccio metodologico, a quanto previsto dalla norma NBR 15505-2; ai 4 fattori previsti da tale norma vengono aggiunti ulteriori due criteri, di cui 1 (Accessibilità del percorso) a sua volta suddiviso in 4 sottocriteri.

Pertanto i fattori che prenderemo in considerazione sono i seguenti:

  1. Gravità dell’ambiente
  2. Orientamento sul percorso
  3. Condizioni del terreno
  4. Intensità dello sforzo fisico
  5. Contatti con l’ambiente (Rischi da contatti con rettili, animali, insetti e flora)
  6. Accessibilità del percorso
    • A1: Accessibilità per mobilità su carrozzina (bisogni motori con presenza di carrozzine)
    • A2: Bisogni motori per mobilità ridotta (obesità, anziani, difficoltà motorie in genere)
    • A3: Accessibilità visiva (bisogni sensoriali di tipo visivo)
    • A4: Accessibilità uditiva (bisogni sensoriali di tipo uditivo)

Inoltre i fattori individuati per ogni criterio prendono spunto ma non coincidono necessariamente con quelli indicati dalla norma brasiliana. In particolare si cercherà di collegare i criteri ai pericoli in ambito escursionistico prendendo in considerazione alcuni aspetti non trattati dalla norma brasiliana.

Procedimento per la classificazione dei sentieri

  • Il sentiero da classificare deve essere suddiviso in sezioni per valutare ogni criterio.
  • Una sezione è una parte del sentiero con caratteristiche tali da poter essere considerato a sua volta un percorso autonomo.
  • Ogni sezione, nessuna esclusa, deve essere valutata per ognuno dei criteri. Ad ogni criterio viene assegnato un valore su una scala da 1 a 5.
  • Il valore finale assegnato a ciascun criterio per l’intero sentiero, sarà quello più alto tra quelli assegnati alle singole sezioni. Di conseguenza l’inclusione o l’esclusione di una sezione può modificare la classificazione dell’intero percorso.
  • Il risultato finale sarà presentato con modalità grafiche e colori tali da facilitare la lettura del risultato della classificazione effettuata.
  • Lo stesso sentiero, in funzione della stagione potrà presentare una classificazione diversa

Analizziamo i singoli criteri.

  1. Gravità dell’ambiente

Gravità dell’ambiente: si riferisce ai pericoli e alle altre difficoltà derivanti dall’ambiente naturale, che si possono incontrare lungo il percorso.

Lo schema proposto in questa sede elenca 23 fattori (lo standard NBR 15505-2 ne presenta 20) che, se presenti sul sentiero, dovrebbero essere conteggiate cumulativamente. In ogni sezione, ogni fattore viene conteggiato una sola volta, indipendentemente dalla sua probabilità e presenza in una parte maggiore o minore del percorso. Se il sentiero (o una sezione di esso) contiene fino a 3 fattori, riceve il punteggio 1 (Poco grave), se ha almeno 13 fattori, il punteggio assegnato è 5 (Molto severo).

Devono essere considerati i seguenti fattori

  1. Pericolo da caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso (per cause esterne o ambientali)
  2. Pericolo di caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso (per cause dovute a persone del gruppo o esterne al gruppo)
  3. Pericolo di cadute o scivolamenti lungo il sentiero nel vuoto o nei pressi di un forte pendio
  4. Pericolo di cadute in acqua lungo il sentiero
  5. Pericolo di caduta o scivolamenti per presenza di tratti permanentemente scivolosi, rocciosi o allagati durante il percorso
  6. Pericolo di caduta o scivolamenti per presenza di tratti scivolosi, allagati a causa della pioggia o per la presenza di ghiaccio durante il percorso
  7. Pericoli derivanti dal superamento di ostacoli quali fiumi o altri specchi d’acqua al guado (senza ponte)
  8. Pericoli derivanti dall’esposizioni a temporali o forte piogge (fulmini, valanghe, esondazioni)
  9. Pericoli derivanti dall’esposizioni a venti forti
  10. Pericoli derivanti dall’aumento improvviso del volume dell’acqua lungo il percorso nei pressi di dighe
  11. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono causare insolazione (colpo di sole) o ipertermia (colpo di calore) (temperature superiori ai 32°, eccessiva umidità, lunghi tratti soleggiati, ecc)
  12. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono condurre a disidratazione (temperature superiori ai 32°, lunghi tratti senza accesso ad acqua potabile, ecc)
  13. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono causare ipotermia (temerature rigide, presenza di ghiaccio, neve, venti freddi, ecc)
  14. Pericoli derivanti da situazioni ambientali e metereologiche che possono ridurre la visibilità (nebbia, foschia, forte pioggia, ecc) con conseguente possibile difficoltà di orientamento o la localizzazione delle persone in qualche parte del percorso (il rischio di perdità di uno o più partecipanti)
  15. Pericoli derivanti dalla presenza di una fitta vegetazione o un terreno irregolare che può rendere difficile l’orientamento o la localizzazione delle persone in qualsiasi parte del percorso (il rischio di perdità di uno o più partecipanti);
  16. Pericoli derivanti dalla presenza di tratti che potrebbero indurre vertigini (acrofobia)
  17. Pericoli derivanti dalla necessità di superare tratti con la presenza di traffico veicolare (incidenti)
  18. Pericoli derivanti dalla presenza di tratti ad alto rischio incendio
  19. Tempo di svolgimento dell’attività pari o superiore a 1 h di cammino senza attraversare un luogo abitato, un telefono di soccorso (o cellulare o segnale radio) o una strada aperta con flusso di veicoli;
  20. Tempo per svolgere l’attività pari o superiore a 3 ore di cammino senza attraversare un luogo abitato, un telefono di soccorso (o cellulare o segnale radio) o una strada aperta con flusso di veicoli;
  21. Differenza tra il tempo necessario per completare il percorso e il numero di ore di luce diurna rimanenti a fine giornata (disponibile nel periodo dell’anno considerato) è inferiore a 3 h;
  22. Esistenza di passaggi dove è necessario l’uso delle mani per procedere sul percorso;
  23. Alta probabilità che l’umidità relativa dell’aria sia inferiore al 30%

Il risultato sarà espresso attraverso la seguente tabella:

  1. Orientamento sul percorso

Orientamento sul percorso: si riferisce al grado di difficoltà per l’orientamento, come presenza di segnaletica, sentieri ben segnalati, presenza di punti di riferimento, per completare il percorso;

La norma NBR 15505-2 considera 5 scale di difficoltà, partendo dalla situazione più comoda “Percorsi e incroci ben definiti” (punteggio 1) a quella più complessa che richiede la navigazione per utilizzare percorsi alternativi e precedentemente sconosciuti (punteggio 5)

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata valutando le condizioni dell’itinerario secondo la Tabella seguente. Ogni tratto deve essere valutato in relazione alla facilità di orientamento per percorrerlo.

  1. Condizioni del terreno

Condizioni del terreno: si riferisce agli aspetti riscontrati sul percorso in relazione al pavimento e alle condizioni per coprirlo, come tipi di pavimenti, sezioni con ostacoli, sezioni con pietre sciolte, ecc.

Se il sentiero è costituito da strade e corsie per veicoli, sentieri con gradini piatti e regolari o spiagge (sabbia o ghiaia) con terreno pianeggiante e solido, il punteggio assegnato sarà 1 (Percorso su superfice piane) il punteggio sale man mano che peggiora la condizione del terreno fino ad arrivare a 5 (Tecniche per arrampicata o progressione verticale).

La classificazione prevista dallo standard NBR 15505-2 per questo criterio deve essere effettuata valutando le condizioni del terreno secondo la Tabella seguente. Ogni tratto deve essere valutato in relazione alla difficoltà di percorrerlo, con riguardo alle condizioni del terreno, ostacoli ed altre condizioni.

4) Intensità dello sforzo fisico

Intensità dello sforzo fisico: si riferisce alla quantità di sforzo fisico richiesto per completare il percorso, tenendo conto della lunghezza e dei dislivelli (in salita e in discesa).

L’indice dello sforzo fisico è misurato in ore e corrisponde al tempo necessario per percorrere l’intero percorso escursionistico al netto delle pause intermedie.

Per il calcolo del tempo di percorrenza si possono usare vari metodi, noi consigliamo il “metodo brasiliano” in quanto è quello che si ispira a quanto proposto dalla norma brasiliana ABNT NBR 15505-2:2019, Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso

Per i dettagli seva l’articolo: Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata stimando lo sforzo fisico (tempo di percorrenza) richiesto per completare il percorso utilizzando tabella seguente.

5) Contatti con l’ambiente

Questo criterio, non previsto dalla norma brasiliana, viene proposto al fine di inserire, tra le informazioni da dare al partecipante, la presenza di rischi dovuti a contatti con rettili, animali, insetti o flora.

Un elenco di possibili pericoli derivanti dal contatto con rettili, animali, insetti e flora è il seguente:

  • Contatti con rettili e animali
    • Vipere
    • Lupi,
    • Cani randagi
    • Cinghiali
    • Orsi
    • Animali al pascolo (Mandrie)
  • Contatti con insetti
    • Ragni
    • Zecche
    • Imenotteri (Api, Vespe, Calabroni e Bombi )
    • Scorpioni
    • Scolopendre
    • Altri insetti pericolosi
  • Allergie e contatti con piante e alcuni tipi di vegetazione

Si richiama brevemente in questa sede quanto indicato nel metodo da noi proposto per la valutazione del rischio in ambito escursionistico che è possibile consultare al seguente indirizzo web: Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici:

https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR

Dove T è un fattore correttivo (amplificativo) che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata calcolando il rischio per ognuno dei possibili pericoli presenti nel percorso utilizzando il metodo della matrice del rischio. In questa fase della proposta dell’approccio integrato per la classificazione dei sentieri, si tiene unicamente conto del Rischio iniziale Ri senza tenere conto del fattore di moltiplicazione T e del fattori di riduzione FR.

Pertanto la matrice del rischio da prendere in considerazione per la classificazione di questo criterio è al momento:

La classificazione per questo criterio deve essere effettuata tenendo conto del valore del rischio iniziale utilizzando tabella seguente.

  1. Accessibilità del percorso

Il concetto di accessibilità, se considerato nel suo significato più profondo è molto ampio per capirlo vediamo alcune definizioni a riguardo:

Turismo Accessibile: Turismo capace di confermare le aspettative ad esso riferibili da tutte le parti interessate con particolare riferimento a quelle parti che esprimono aspettative legate a bisogni speciali.

Bisogni speciali: I bisogni speciali sono legati a difficoltà permanenti o temporanee di vario tipo.

Un elenco non esaustivo di bisogni speciali è il seguente:

  • Bisogni motori (mobilità ridotta, obesità, presenza di persone con carrozzine, ecc.)
  • Bisogni sensoriali di tipo visivo
  • Bisogni sensoriali di tipo uditivo
  • Alimentari (allergie e intolleranze alimentari)
  • Economici (limitate disponibilità economiche)
  • Ambientali (allergie, patologie che comportano particolari esigenze climatiche, ecc.)

Altri bisogni specifici possono scaturire da altri elementi come la presenza di un’utenza particolare:

  • Bambini
  • Anziani
  • Persone con disabilità mentale o psichica
  • Animali domestici, ecc.

In questa fase della proposta dell’approccio integrato per la classificazione dei sentieri, si tiene unicamente conto dei seguenti bisogni, che diventao i sotto criteri del criterio “Accessibilità”:

A1: Accessibilità su carrozzina: Bisogni motori con presenza di carrozzine

A2: Accessibilità ridotta: Bisogni motori per mobilità ridotta (obesità, anziani, difficoltà motorie in genere)

A3: Accessibilità visiva: Bisogni sensoriali di tipo visivo Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision

A4: Accessibilità uditiva: Bisogni sensoriali di tipo uditivo

Di seguito un elenco non esaustivo di indicatori utili a valutare il livello di accessibilità in caso di bisogni motori o sensitivi

Indicatori legati a bisogni di tipo motorio

  • Indicatori associati ad eventuali strutture di supporto (punti informativi, ristorazione, ricettività, centri ricreativi, strutture (eco)museali, centri di educazione ambientale, capanni, ecc)
    • Percorso agevole per accedere alla struttura (larghezza minima di 90 cm e spazi per l’inversione di marcia)
    • Porte e passaggi di ingresso accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 80 cm)
    • Porte e passaggi negli ambienti interni accessibili in autonomia con carrozzelle (luce netta di almeno 75 cm e dislivelli non superiori a 2,5 cm)
    • Pavimenti antisdrucciolevoli
    • Presenza di bagni per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione apparecchi sanitari a norma)
    • Presenza di ascensori per disabili (parametri dimensionali di accesso, spazi di manovra, disposizione comandi a norma)
  • Parcheggi per disabili adeguatamente segnalati in prossimità degli ingressi
  • Indicatori associati alla mobilità del percorso
    • Tipologia del percorso (pianeggiante, con pendenze, ombreggiato)
    • Tipologia del fondo del percorso: strade, sentieri, presenza di elementi che rendono poco agevole il percorso: pietroso, con ghiaia, sabbia, erba, fango, ecc)
    • Presenza di ostacoli: buche vegetazione, pietre, gradini, ponticelli, muretti, ecc)
    • Pendenza non eccessiva (dal 7 al 12%)
    • Presenza di panchine
    • Presenza di panchine dotate di braccioli ai lati
    • Presenza di corrimano lungo il sentiero
    • Presenza di Fontanelle
    • Presenza di servizi igienici
    • Presenza di servizi igienici per disabili
    • Larghezza del percorso o dei varchi di accesso adeguati alle sedie a rotelle
  • Presenza di personale medico
  • Presenza di personale infermieristico
  • Presenza di personale veterinario (per i cani guida)
  • Presenza di assistenza per le persone con difficoltà motorie

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (vista)

  • Presenza di segnaletica e mappe tattili
  • Presenza di informazioni in braille
  • Presenza di audio guide

 

Tabella in braille sul faggio secolare (Riserva Naturale del Lago di Vico – Lazio).

Indicatori legati a bisogni di tipo sensoriale (udito)

  • Video guide con scrittura o LIS
  • Presenza di adeguata segnaletica visiva
  • Presenza di personale esperto in LIS

Per ogni bisogno, l’organizzazione che offre il servizio escursionistico, dovrebbe valutare il livello di accessibilità fornendo un valore da 1 a 5 secondo quanto indicato nella tabella seguente:

Comunicazione dei Criteri

La simbologia da usare in sede di comunicazione del sentiero ai potenziali partecipanti è indicata dalla stessa norma norma NBR 15505-2 relativamente ai 4 criteri proposti dalla stessa norma.

 

a) Gravità dell’ambiente

b) Orientamento sul percorso

c) Condizioni del terreno

d) Intensità dello sforzo fisico

Abbiamo voluto aggiungere ulteriori simboli

Contatti con l’ambiente Simbolo di pericolo, colore: rosso su bianco, autoadesivo, confezione da 6 pezzi: Amazon.it: Fai da te

Accessibilità barriere_architettoniche_e_accessibilita

A sua volta distinto in:

  • A1: Accessibilità per mobilità su carrozzina
  • A2: Accessibilità per mobilità ridotta:
  • A3: Accessibilità visiva: Non sono cieco. Sono IPOVEDENTE. Per quanto tempo potrò ancora vedere? | NoisyVision
  • A4: Accessibilità uditiva:

Nota: in questa fase iniziale della proposta, gli ultimi 6 simboli sono da considerarsi solo a titolo provvisorio e informativo

L’elenco delle informazioni da fornire al potenziale partecipante dovrebbe contenere, tra l’altro, anche delle tabelle dove oltre a riportare i simboli su indicati, riportano i valori dei criteri a loro associati. Tali valori sono da 1 a 5 e indicano al crescere degli stessi numeri il livello di pericolo, le difficoltà associate o il livello di accessibilità.

Il criterio dell’accessibilità dovrebbe avere associati 4 valori tanto sono i sottocriteri valutati.

Es:

Criteri di accessibilità

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente  

Percorsi Formativi Professionalizzanti e Tematici (Corsi Base o di aggiornamento) riconosciuti da AIPTOC – Area Ambiente

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

Corsi Professionalizzanti 

Corsi Base e di Aggiornamento 

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Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-calcolo-dei-tempi-di-percorrenza-dei-sentieri-escursionistici-il-metodo-brasiliano/ Sat, 17 Apr 2021 07:20:43 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8334 L'articolo Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura – Calcolo dei tempi di percorrenza dei sentieri escursionistici: Il metodo brasiliano

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente

Nota: Articolo estratto dal corso SPE42: Escursionismo e Sentierologia. 

Esistono molti metodi per calcolare il tempo di percorrenza dei sentieri escursionistici, dai più empirici e semplici basati unicamente sull’esperienza e la pratica escursionistica ai più complessi basati su formule matematiche abbastanza complesse. 

Un elenco non esaustivo potrebbe essere il seguente:

  • Metodo 1: Criterio basato sull’esperienza (CAI)
  • Metodo 2: Criterio basato sul diagramma dei tempi di marcia (Ente svizzero pro sentieri)
  • Metodo 3: Metodo svizzero
  • Metodo 4: Metodo dello Sforzo Equivalente
  • Metodo 5: Metodo dell’Indice di Sforzo
  • Metodo 6: Metodo Brasiliano

Rimandando, per brevità, ad altre sedi per il dettaglio di tutti gli altri metodi, in questo articolo tratteremo unicamente il primo metodo (CAI) e il sesto metodo, chiamato “brasiliano” in quanto proposto anche dalla norma tecnica brasiliana ABNT NBR 15505-2:2019, Turismo de aventura — Caminhada Parte 2 — Classificação de percurso (Norma Brasiliana). Del metodo 6 forniremo anche un esempio. 

Metodo 1: Criterio basato sull’esperienza (CAI)

Il primo criterio è fornito dall’esperienza ed è molto approssimativo:

Un escursionista mediamente allenato riesce a guadagnare in quota in media in un’ora:

  • 350 metri in quota in salita
  • 500 metri in quota in discesa
  • 3,5-4 km in termini di chilometri percorsi su un percorso piano o ondulato

Se l’itinerario si svolge a quote superiori ai 2800-3000 metri, i tempi di marcia sono diversi: in genere in un’ora si guadagnano in quota 250-300 metri in salita e 400-450 metri in discesa.

I tempi indicati sono tempi effettivi che non tengono conto delle soste.

Fonte: Manuale tecnico “Sentieri: Manuale tecnico per l’individuazione la segnaletica e la manutenzione delle reti sentieristiche” edito dalla Regione Lombardia nel 2019 che revisiona e aggiorna il Quaderno di escursionismo CAI “Sentieri”, pianificazione, segnaletica e manutenzione” ed. 2010

Metodo 6: Metodo Brasiliano

Sostanzialmente il metodo, così come il metodo 5 si basa sul calcolo dell’indice di sforzo ma tiene conto delle difficoltà del terreno e indica valori diversi, a differenza di quelli previsti del CAI per le salite e le discese.

Le grandezze proposte dal metodo brasiliano sono le seguenti:

  • Distanza percorsa in media in un’ora su un piano =
    • 4 km se sentiero facile da percorrere (strade e piste)
    • 3 km se sentiero con difficoltà moderata (sentieri, sentieri lisci e prati)
    • 2 km se sentieri difficili da percorrere (sentieri petrosi e letti di fiumi)
  • Distanza percorsa in media in un’ora in salita = 200 m. (0.2 km)
  • Distanza percorsa in media in un’ora in discesa = 300 m. (0.3 km)

Le variabili per il calcolo sono:  

Vmp = 4, 3 o 2 km/h a seconda del tipo di sentiero (Velocità media oraria sul piano in chilometri)

Vms = 0.2 km/h (Velocità verticale media orario in salita in chilometri)

Vmd = 0.3 km/h (Velocità verticale media orario in discesa in chilometri)

D= distanza in chilometri del sentiero o della sezione interessata al calcolo

H= dislivello della sezione interessata al calcolo

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp

Ts = Tempo di percorrenza in salita = H/Vms

Td = Tempo di percorrenza in discesa = H/Vmd

Tdl = Tempo richiesto per i dislivelli = Ts+Td

Tmax = Tempo massimo calcolato = Max(Tp, Tdl)

Tmin = Tempo massimo calcolato = Min(Tp, Tdl)

TE (Tempo di Escursione = Indice di Sforzo IS)

La formula per calcolare il tempo di percorrenza (Indice di Sforzo) è la seguente:

TE = Tmax + (Tmin/2)

Esempio

Consideriamo un percorso escursionistico di 10 Km costituito da 4 tratti (sezioni) ognuno di 5 Km, di cui il primo tratto in piano orizzontale ed il secondo tratto con un dislivello in salita di 300 m. Se consideriamo il ritorno. Il percorso intero può essere pensato come ad un percorso di 20 Km suddiviso in 4 sezione dove la prima e quarta sezione di 5 km sono in piano, la seconda sezione in salita (+ 300 m) e la terza in discesa (-300 m)

I dati

Ipotizziamo che la prima e quarta sezione siano da considerarsi percorsi facili (Vmp= 4 km/h) mentre la seconda e la terza percorsi moderatamente difficili (Vmp=3 km/h)

I dati

Sezione 1

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/4 = 1.25 ore (30 minuti)

Sezione 2

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/3 = 1.66 ore

Ts = Tempo di percorrenza in salita = H/Vms = 300/200 = 1,5 ora

Sezione 3

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/3 = 1.66 ore

Ts = Tempo di percorrenza in discesa = H/Vmd = 300/300 = 1 ora

Sezione 4

Tp= Tempo di percorrenza sul piano orizzontale = D/Vmp = 5/4 = 1.25

Somma dei tempi di percorrenza sul piano orizzontale (Tp)

1.25 ore (sezione 1) + 1.66 ore (sezione 2) + 1.66 ore (sezione 3) + 1.25 ore (sezione 4) = 5,82 ore

Somma dei tempi di percorrenza sui piani non orizzontali (Tdl)

1,5 ora (sezione 2) + 1 ora (sezione 3) = 2.5 ore = 2 ora e 30 minuti

Tmax = Tempo massimo calcolato = Max(Tp, Tdl)= 5,82 ore

Tmin = Tempo massimo calcolato = Min(Tp, Tdl) = 2.5 ore

TE = Tmax + (Tmin/2) = 5,82 + (2.5/2)= 7.07 ore = 7 ore e 4 minuti circa

I tempi indicati sono tempi effettivi che non tengono conto delle soste.

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente  

Percorsi Formativi Professionalizzanti e Tematici (Corsi Base o di aggiornamento) riconosciuti da AIPTOC – Area Ambiente

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

Corsi Professionalizzanti 

Corsi Base e di Aggiornamento 

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Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici https://www.aiptoc.it/turismo-davventura-valutazione-del-rischio-in-ambito-escursionistico/ Wed, 31 Mar 2021 18:16:41 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=8230 L'articolo Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici proviene da AIPTOC.

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Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici

(Versione Beta)

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente

Riassunto

L’articolo presenta un nuovo modello di calcolo del rischio denominato “Metodo delle tre Matrici” elaborato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

Il modello nasce per la valutazione dei rischi nel settore del Turismo d’avventura in cui i servizi escursionisti rientrano, si adatta comunque a qualunque offerta turistica che vede il coinvolgimento di partecipanti e in luoghi che potrebbero presentare dei pericoli.

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD   
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT  
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR 

Dove T è un fattore correttivo (amplificativo) che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

Il metodo presentato è ancora nella sua versione di studio e richiede approfondimenti soprattutto di tipo statistico legati alle probabilità degli eventi pericolosi associati ai singoli luoghi interessati ai servizi escursionistici. Chiunque voglia collaborare a migliorare il metodo può farlo inviando i propri contributi a info@aiptoc.it

Il Metodo delle tre Matrici

Le Guide escursionistiche e le strutture che forniscono servizi di avventura in genere, dovrebbero sempre, come consigliato dalla norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti e dalla norma internazionale, ancora in fase di discussione (la “ISO/CD 3021 – Adventure tourism — Hiking and trekking activities — Service requirements”), compilare un inventario dei pericoli e dei rischi che andrebbe aggiornato periodicamente.

Di seguito un elenco non esaustivo di situazioni in cui potrebbe essere opportuno effettuare una valutazione del rischio:

  • Contatti con rettili e animali
    • Vipere
    • Lupi,
    • Cani randagi
    • Cinghiali
    • Orsi
    • Animali al pascolo (Mandrie)
  • Contatti con insetti
    • Ragni
    • Zecche
    • Imenotteri (Api, Vespe, Calabroni e Bombi )
    • Scorpioni
    • Scolopendre
    • Altri insetti pericolosi
  • Pericoli legati alla meteorologia
    • Nebbia
    • Fulmini e Temporali
    • Valanghe
    • Pioggia, Esondazioni
    • Vento
    • Grandine, Neve e Ghiaccio
  • Conflitti tra i partecipanti e/o tra i componenti del Team operativo
  • Rischi di cadute o scivolamento lungo il sentiero
  • Cadute in acqua
  • Caduta di sassi, rami o altri oggetti lungo il percorso
  • Aumento improvviso del volume dell’acqua lungo il percorso nei pressi di dighe
  • Equipaggiamento inadatto
  • Incendi
  • Allergie e contatti con piante e alcuni tipi di vegetazione
  • Inquinamento ambientale
  • Intossicazioni alimentari
  • Traffico veicolare
  • Malessere o difficolta dei partecipanti
    • Mal di montagna (MAM – Male Acuto di Montagna)
    • Labirintite
    • Vertigini (acrofobia)
    • Insolazione (colpo di sole)
    • Ipotermia
    • Ipertermia (colpo di calore)
    • Disidratazione
    • Stanchezza
    • Riluttanza o desiderio di rinuncia da parte del partecipante per qualsiasi motivo
  • Perdita di parti dell’equipaggiamento o altri strumenti accessori
  • Perdita di uno o più partecipanti

I concetti di rischio e pericolo

Il concetto di rischio è molto ampio e non riguarda unicamente il settore della sicurezza delle persone, l’analisi del rischio (risk assessment) e la relativa gestione (risk management) è ormai applicato in tutti i settori per svariate esigenze e non solo quelle relative agli ambienti di lavoro.

Rivediamo ancora una volta la differenza che esiste tra “pericolo”, “danno” e “rischio” limitandoci comunque all’ambito della sicurezza dei partecipanti e del team operativo interessato ad una escursione.

Pericolo (P)

Potenziale fonte di lesione o danno alla salute (la vipera è un pericolo)

Danno (D) (rischio + evento scatenante)

Qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’eventi (il danno provocato dal morso di una vipera)

Rischio (R) (pericolo + esposizione)

Combinazione della probabilità e della conseguenza (danno) del verificarsi di uno specifico evento pericoloso (il rischio di essere morsi da una vipera durante un evento escursionistico)

Per ogni pericolo che interessa l’ambito escursionistico andrebbe calcolato il rischio tenendo conto delle probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (evento scatenante) e delle possibili entità del danno che i partecipanti o lo stesso personale del team operativo può subire.

Il rischio R può essere ricondotto al prodotto di due grandezze probabilistiche R = PxD:

  • Probabilità: la frequenza con cui un determinato evento si può verificare. Intesa come la probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (Es: contatti con animali, insetti, flora, situazioni ambientali estreme, ecc);
  • Dannomagnitudo delle conseguenze; entità del danno che subisce il partecipante o i componenti del team escursionistico. (fratture, distorsioni, shock anafilattico, infarto, malori in genere, ecc)

R = PxD è anche raffigurabile in un grafico avente in ascissa la gravità del danno atteso ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

È possibile ridurre il rischio in modo significativo attraverso:

  • Interventi di Prevenzione: mirano alla riduzione della probabilità di accadimento dell’evento
  • Interventi di Protezione: mirano a ridurre il danno senza intaccare la probabilità di verificarsi dell’evento.

Rivediamo il grafico precedente da un altro punto di vista.

Indichiamo con:

Rc: Rischio calcolato con la formula R=PxD (in questa fase non consideriamo, per semplificazione il fattore moltiplicativo T che vedremo invece più avanti)

Ra: Rischio accettabile

Rs: Rischio residuo

Nel grafico seguente, al fine di ricollegarci con i termini usati precedenti, indichiamo R1= Ra; R2=Rc; f=P e m=D

Come si può vedere dal grafico, l’obiettivo generale è, attraverso interventi di prevenzione e protezione, ma anche attraverso adeguate misure organizzative, di abbattere la curva del rischio, in modo da ottenere un rischio residuo che sia al disotto del rischio accettabile.

Metodo delle tre Matrici

In questa sede verrà presentato un modello di calcolo del rischio denominato “Metodo delle tre Matrici” elaborato dal Centro Studi Helios in collaborazione con AIPTOC – Associazione italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali.

Il modello nasce per la valutazione dei rischi nel settore del Turismo d’avventura in cui i servizi escursionisti rientrano, si adatta comunque a qualunque offerta turistica che vede il coinvolgimento di partecipanti e in luoghi che potrebbero presentare dei pericoli.

Il Metodo è costituito dal Calcolo del rischio in tre fasi.

  1. Calcolo di Ri (Rischio iniziale): Calcolo del rischio iniziale e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxD
  2. Calcolo di Rc (Rischio calcolato o effettivo): Calcolo del rischio rapportato ai partecipanti e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxT
  3. Calcolo di Rs (Rischio residuo o finale): Calcolo del rischio finale a seguito dell’applicazione delle misure di prevenzione, protezioni e organizzative e sua rappresentazione attraverso la Matrice PxDxTxFR

Dove T è un fattore correttivo che vale da 1 a 3 (amplificativo) che tiene conto dalla tipologia dei partecipanti e FR un fattore correttivo che vale da 1 a 0.2 (riduttivo) che tiene conto delle misure, preventive, correttive e organizzative adottate.

1) Calcolo di Ri: Rischio iniziale (Matrice PxD)

Il calcolo del rischio iniziale avviene applicando la classica Matrice del rischio

Rivediamo le variabili che andranno a costituire la matrice R=PxD

Definizione del valore di probabilità (P)

VALORE DI 

PROBABILITÀ

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Improbabile

• Il suo verificarsi richiederebbe la concomitanza di più eventi poco probabili per provocare danni 

• Non sono noti fatti analoghi verificatisi

• Il suo verificarsi susciterebbe incredulità

• Frequenza di accadimento molto bassa

2 Poco probabile

• Il suo verificarsi richiederebbe circostanze non comuni e di poca probabilità per provocare danni 

• Sono noti solo rarissimi episodi analoghi già verificatisi

• Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa

• Frequenza di accadimento bassa

3 Probabile

• Si sono verificati altri fatti analoghi 

• Il suo verificarsi susciterebbe modesta sorpresa

• Frequenza di accadimento media

4 Molto probabile

• Si sono verificati altri fatti analoghi 

• Esiste una correlazione diretta tra la situazione in esame ed il verificarsi del danno ipotizzato

• Frequenza di accadimento alta

Per quanto riguarda il valore P, molto è legato alla esperienza del Leader escursionista tenendo conto di volta in volta del contesto in cui ci troviamo. Se consideriamo ad esempio al pericolo costituito dalla vipera e la probabilità di incontrarla, il valore da dare a P è zero se ci si trova in Sardegna e può variare da tanti fattori in base alla zona oggetto della escursione ma anche in base alla stagione, alle temperature, al tipo di terreno incontrato durante il percorso, agli orari della giornata e così via.

Nel calcolo del valore P bisognerà quindi tenere conto di molti fattori, tra cui:

  • Tipo di terreno incontrato durante l’escursione
  • Località
  • Stagione
  • Temperature effettive
  • Orario della giornata
  • Segnalazioni precedenti, esperienze personali e fatti noti associati al luogo visitato

Definizione del valore di gravità del danno (D)

VALORE DI 

DANNO

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Lieve
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti immediatamente reversibili o temporanei
  • Danni ambientali lievi immediatamente ripristinabili
2 Medio
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti reversibile
  • Danni ambientali non gravi facilmente ripristinabili
3 Grave
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze invalidanti
  • Danni ambientali gravi difficilmente ripristinabili o ripristinabili non immediatamente
4 Molto Grave
  • Infortunio o episodio di esposizione con possibili conseguenze letali o di invalidità totale o gravemente invalidanti
  • Danni ambientali molto gravi non ripristinabili

Bisognerà tenere conto del possibile danno che può derivare da un incontro o una esposizione con la fonte del possibile danno. Ad esempio, un morso di vipera o di un ragno altamente velenoso potrebbe in alcune circostanze, portare alla morte, da qui il consiglio di assegnare il valore massimo al parametro D per cui andrebbe messo 4.

Matrice del Rischio R=Probabilità/Danno

La scelta effettuata in questo modello è la seguente:Il risultato è una matrice a 2 dimensioni R=PxD, dove la valutazione numerica e cromatica del rischio permette di identificare la scala di priorità degli interventi da adottare.

R >9 Rosso -> rischio alto

≤ R < 9 Arancione -> rischio medio alto

≤ R < 6 Giallo -> rischio medio basso

≤ R < 3 Verde -> rischio basso

2) Calcolo di Rc: Rischio calcolato (Matrice PxDxT)

Consideriamo adesso la seguente variabile

  • Tipologia Partecipanti: la tipologia di partecipanti (anziani, bambini, persone debilitate, persone con allergie particolari, persone non adeguatamente preparate o attrezzate, ecc)

Per il calcolo del valore correttivo bisogna distinguere i partecipanti come partecipanti a rischio (Es: presenza di patologie o con situazioni fisiche debilitanti, bambini, anziani, ecc.) e partecipanti non a rischio. Inoltre, è opportuno tenere conto della preparazione e informazioni ricevute che può essere adeguata o meno.

Valore correttivo T legato ai Partecipanti

Valore 

Correttivo

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

1 Partecipanti non a rischio adeguatamente preparati e informati
1,5 Partecipanti non a rischio non adeguatamente preparati o informati
2 Partecipanti a rischio adeguatamente preparati e informati
3 Partecipanti a rischio non adeguatamente preparati o informati

Nota: In questa fase si è voluto dare, per semplificazione, un peso crescente da 1 a 3 in base alla classificazione appena data, uno studio più approfondito sulla tipologia dei partecipanti potrebbe portare ad una assegnazione ancora più mirata e variegata che tenga conto dei pesi diversi che possono assumere i casi individuati.

Il calcolo del rischio effettivo avviene applicando la classica Matrice del rischio il cui valore finale viene corretto da un fattore moltiplicatore che va da 1 a 3

La formula Rc= PxDxT indica il rischio calcolatoche tiene conto del fattore correttivo T

Come nella matrice classica R=PxD, la valutazione numerica (il cui valore finale dipenderà dalla correzione del fattore T) e cromatica del rischio permette di identificare la scala di priorità degli interventi da adottare.

Il risultato finale sarà una matrice del rischio che si basa su 3 variabili: P, D e T, non essendo semplice la rappresentazione in 3D di tale matrice vediamo i vari valori che potranno assumere le singole celle della matrice bidimensionale PxD.

In base ai valori che può assumente la variabile T, sarà quindi possibile ottenere le seguenti tabelle finali.

 

Come si può notare il rischio calcolato aumenta al variare di T si va da T=1 (Partecipanti non a rischio adeguatamente preparati e informati) che vede una situazione invariata rispetto al calcolo iniziale a T=3 (Partecipanti a rischio non adeguatamente preparati o informati) che vede il rischio calcolato triplicarsi rispetto al calcolo iniziale.

3) Calcolo di Rs: Rischio residuo (Matrice PxDxTxFR)

Il calcolo del rischio effettivo avviene applicando la classica Matrice del rischio il cui valore finale viene corretto da un fattore moltiplicatore che va da 1 a 3 e da un ulteriore fattore riduttivo FR che va da 1 a 0.2

Nel calcolo del rischio, R = PxDxT (Rischio = Probabilità X Danno X Tipologia di Partecipante), dovrebbe essere considerato un ulteriore fattore correttivo, in questo caso riduttivo “FR”, legato alla competenza, preparazione, e adozione di un sistema di gestione per la sicurezza da parte degli organizzatori delle escursioni.

Fattore riduttivo del rischio FR: a sua volta basato sulla valutazione dei seguenti parametri:

  • Prevenzione: Presenza di misure di prevenzione
  • Protezione: Presenza di misure di protezione
  • Competenze: Personale preparato e adeguatamente formato per l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione
  • Organizzazione: Presenza di una organizzazione in grado di gestire un Sistema di Gestione della Sicurezza, che individua in modo formale ruoli, compiti e responsabilità per la Gestione della Sicurezza. (Es: Presenza di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti)

Per ognuno dei parametri Prev, Prot, Comp e Org daremo un valore che va da 0 a 0.2.

Valore correttivo legato alla Prevenzione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Adeguata e applicabile al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Prevenzione sufficiente ma migliorabile
0,05 Non sufficiente Prevenzione non sufficiente al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna prevenzione o inapplicabile al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Protezione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Adeguata e applicabile al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Protezione sufficiente ma migliorabile
0,05 Non sufficiente Protezione non sufficiente al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna protezione o inapplicabile al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Competenze

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata Competenze Adeguate e applicabili al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile Competenze sufficienti ma migliorabili
0,05 Non sufficiente Competenze non sufficienti al contesto di riferimento
0 Assente Nessuna competenza specifica in base al contesto di riferimento

Valore correttivo legato alla Organizzazione

Valore 

Correttivo

DEFINIZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA 

DEFINIZIONE

0.2 Adeguata L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto adeguate e applicabili al Contesto di riferimento
0,1 Migliorabile L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto ma risultano migliorabili
0,05 Non sufficiente L’organizzazione ha adottato un SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto che non sono sufficienti
0 Assente L’organizzazione non ha adottato nessun SGS o procedure per la gestione dei rischi legati al contesto

 

Nota: In questa fase si è voluto dare, per semplificazione, un peso crescente da 0 a 0,2 in base alla classificazione appena data, uno studio più approfondito potrebbe portare ad una assegnazione ancora più mirata e variegata che tenga conto dei pesi diversi da associare alle diverse situazioni

La formula FR = 1- (Prev+Prot+Comp+Orga) costituirà il Fattore di Riduzione FR. Si può notare come il valore può variare da FR=1 (minimo valore di riduzione) a FR=0,2 (massimo valore di riduzione). La proposta è quella di non andare oltre lo 0.2 in quanto si parte dal presupposto che il rischio residuo, non possa mai, per un principio di prudenza, scendere al di sotto del 80% del rischio calcolato nella fase iniziale.

Il risultato finale sarà quindi una matrice del rischio che si basa su 4 variabili: P, D, T, FR.

La formula Rs (Rischio residuo) = R=PxDxTxFR rappresenterà il rischio residuo che dovrebbe essere, se possibile al di sotto del rischio accettabile Ra.

Vediamo una delle matrici viste in precedenza (il caso peggiore) come si trasforma nel caso in cui FR sia 0.2 (situazione ottimale dal punto di vista della prevenzione, protezioni, competenze e misure organizzative adottate.

 

Come si vede dai colori, il rischio calcolato inziale si è ridotto in modo notevole grazie ad adeguate misure di protezione, prevenzione, competenze del personale e organizzazione che adotta procedure specifiche. Ciò che deve far riflette è che il rischio esiste sempre. La cella rossa potrebbe significare, ad esempio che nonostante tutte le accortezze adottate o adottabili, se incontriamo una vipera e il morso riguarda una persona in condizioni debilitanti o bambino, il rischio rimane altissimo.

La metodologia della matrice a 4 variabili, si adatta a qualsiasi “servizio di avventura” potrebbe inoltre essere applicata in qualsiasi situazione che vede il coinvolgimento fisico di partecipanti, compreso le classiche offerte turistiche e culturali (es visita di un museo o di una località turistica).

Così come nella matrice classica R=PxD, la valutazione numerica (il cui valore finale dipenderà dalle correzioni dei fattori T e FR) e cromatica del rischio permette di identificare una scala di priorità degli interventi che l’organizzatore della escursione (o il leader) dovrà attivare al fine di ridurre i rischi durante il percorso escursionistico.

In conclusione possiamo quindi affermare che in ambito escursionistico può quindi essere calcolato in base alla valutazione delle seguenti variabili:

  • Probabilità: la frequenza con cui un determinato evento si può verificare. Intesa come la probabilità di venire in contatto con situazioni di rischio (Es: contatti con animali, insetti, flora, situazioni ambientali estreme, ecc);
  • Dannomagnitudo delle conseguenze; entità del danno che subisce il partecipante o i componenti del team escursionistico. (fratture, distorsioni, shock anafilattico, infarto, malori in genere, ecc)
  • Tipologia Partecipanti: la tipologia di partecipanti (anziani, bambini, persone debilitate, persone con allergie particolari, persone non adeguatamente preparate o attrezzate, ecc)
  • Fattore riduttivo del rischio FR: a sua volta basato sulla valutazione dei seguenti parametri:
  • Prevenzione: Presenza di misure di prevenzione
  • Protezione: Presenza di misure di protezione
  • Competenze: Personale preparato e adeguatamente formato per l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione
  • Organizzazione: Presenza di una organizzazione in grado di gestire un Sistema di Gestione della Sicurezza, che individua in modo formale ruoli, compiti e responsabilità per la Gestione della Sicurezza. (Es: Presenza di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi della norma UNI ISO 21101:2020 Turismo d’avventura – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti)

Nota: Il rischio globale da considerare per una escursione non dovrebbe essere una media dei singoli rischi ma dovrebbe essere quello più alto rilevato tra tutti i tipi di rischio valutati.

Ignazio Caloggero

Presidente AIPTOC – Associazione Italiana professionisti del Turismo e Operatori Culturali

Area di riferimento: Speciale Turismo e Ambiente  

Percorsi Formativi Professionalizzanti e Tematici (Corsi Base o di aggiornamento) riconosciuti da AIPTOC – Area Ambiente

Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni

Corsi Professionalizzanti 

Corsi Base e di Aggiornamento 

L'articolo Turismo d’Avventura – Valutazione del Rischio in ambito escursionistico: Metodo delle tre Matrici proviene da AIPTOC.

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Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard EQF e ECVET https://www.aiptoc.it/linee-guida-per-la-definizione-di-percorsi-formativi-conformi-agli-standard-eqf-e-ecvet/ Mon, 14 Sep 2020 15:32:38 +0000 https://www.aiptoc.it/?page_id=5558 L'articolo Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard EQF e ECVET proviene da AIPTOC.

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Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard EQF e ECVET:
Lo Standard SF/TAECF
– Ver. 1.2

Progetto TAS

Premessa: I contenuti di questo documento costituiscono un estratto di quanto presentato nel volume: Quadro delle Competenze del Turismo, delle Arti e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)” di Ignazio Caloggero ed edito dal Centro Studi Helios (ISBN: 9788832060058) a cui si rimanda per i dettagli. Il volume suddetto è disponibile gratuitamente per tutti i partner del progetto TAS “Turismo Arte e Spettacolo” che ne faranno richiesta.

Il Quadro TAECF è stato implementato in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) e al modello e-CF 3.0 (European e-Competence Framework) per le parti applicabili. Il volume descrive le strutture e le metodologie usate per l’implementazione del TAECF e due standard di riferimento ad esso collegati:

  • SP/TAECF: Standard Professionale (SP) utilizzato per la costruzione o ridefinizione di profili professionali basati sul Quadro TAECF e relativo alle professioni non regolamentate riferibile ai settori turistici, dell’arte e dello spettacolo. Lo schema, almeno nelle linee di principio, può comunque essere utilizzato anche per altre professioni.
  • SF/TAECF: Standard Formativo (SF) utilizzato per la descrizione di percorsi formativi basati sul Quadro TAECF ma che può essere utilizzato per qualsiasi percorso formativo relativo ad Apprendimenti Formali e Non Formali.

Le presenti Linee Guida vogliono offrire un contributo sulle modalità di applicazione dello Standard SF/TAECF e sono state adottate dall’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC) al fine di riconoscere i percorsi formativi che possono concorrere per l’inserimento nei registri interni AIPTOC o per il riconoscimento dei Percorsi Formativi di Formazione Permanente (PFPTC) per i professionisti dei settore turistico, artistico e  dello spettacolo ai fini dell’assolvimento degli obblighi formativi previsti dalla legge 4/2013.

Lo standard SF/TAECF definisce in modo formale i requisiti di conoscenza, abilità e competenze (KSC- Knowledge, Skills and Competences) nonché degli strumenti di valutazione dei risultati dell’apprendimento e della qualità formativa. Tale standard è inoltre riconosciuto dal Centro Studi Helios ai fini dell’inserimento nell’Elenco delle competenze del Turismo, dell’Arte e dello Spettacolo (ECTAS).

Le presenti linee guida possono essere applicate sia a corsi di lunga durata e professionalizzanti, sia a corsi brevi relativi alla’acquisizione di specifiche competenze o di aggiornamento.

  • Corsi Professionalizzanti (Competenze Complesse): è il caso di percorsi formativi, in genere di media e lunga durata, che mirano a fornire le competenze per svolgere determinate professioni);
  • Corsi Base (Competenze Tematiche): è il caso di corsi brevi o di aggiornamento mirati a fornire/migliorare singole competenze si specifici argomenti.

Di norma un percorso formativo professionalizzante è costituito da un insieme di Unità Didattiche (o materie) ognuna delle quali è mirata a fornire una o più competenze tematiche.

I Vantaggi nella definizione di percorsi formativi conformi allo standard SF/TAECF.

I Vantaggi principali nell’applicare lo standard SF/TAECF derivano dal fatto che tale standard è conforme al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) e conseguentemente:

  • Risultati dell’Apprendimento. Permette di definire percorsi formativi in termini di risultati dell’apprendimento, che indichino precisamente che cosa conosce ed è in grado di fare chi è in possesso dell’attestato finale rilasciato alla fine del percorso di formazione
  • Trasparenza e Riconoscibilità. Garantisce un maggiore trasparenza, riconoscibilità dei contenuti e dei risultati dell’apprendimento
  • Linguaggio Comune. Utilizzo di un linguaggio comune che facilita il mutuo riconoscimento di percorsi formativi tra le parti interessate
  • Armonizzazione a Standard Internazionali. Armonizzazione e uniformità a standard internazionali riconosciuti dei percorsi formativi per le professioni non regolamentate
  • Flessibilità. Permette di definire percorsi formativi flessibili
  • Trasferimento delle Competenze. Il trasferimento di unità capitalizzabili consente ad una persona di far valere le competenze acquisite anche quando l’interessato cambia il suo percorso di apprendimento o di specializzazione professionale
  • Collegamento tra Apprendimento Formale e Non Formale. Permette di favorire un collegamento migliore tra l’apprendimento formale, non formale e informale
  • Collegamento tra Mondo del Lavoro e Mondo della Formazione. L’integrazione con lo standard professionale SP/TAECF permette di favorire un collegamento migliore tra mondo del lavoro (compiti) e mondo della formazione (risultati dell’apprendimento)

1.     Scopo e Campo di Applicazione.

Scopo delle presenti Linee Guida è illustrare le modalità di applicazione dello standard SF/TAECF.

Tale standard può essere utilizzato per la descrizione di percorsi formativi basati sul quadro TAECF relativo alle professioni non regolamentate appartenenti settore turistico, dell’arte e dello spettacolo ma possono essere adatte a qualsiasi settore professionale e per qualsiasi tipo di apprendimento (Formale e Non Formale).

2. Riferimenti Normativi e Bibliografia di riferimento

Le seguenti linee guida si basano, per alcuni argomenti, su una serie di documenti, anche di tipo normativo e tecnico che può essere utile consultare per ulteriori per approfondimenti.

  1. Direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali
  2. Direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, recante modifica della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali
  3. Direttiva (UE) 2018/958 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 giugno 2018, relativa a un test della proporzionalità prima dell’adozione di una nuova regolamentazione delle professioni
  4. Raccomandazione del Consiglio sul quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente del 22 maggio 2017 (European Qualification Framework – EQF), che abbroga la precedente raccomandazione del 23 aprile 2008
  5. Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 sull’istituzione di un sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ECVET) – (2009/C 155/02).
  6. Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 sull’istituzione di un quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionale
  7. Sistema europeo per l’accumulazione ed il trasferimento dei crediti (ECTS): Guida per l’utente 2015
  8. Raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012 sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale (2012/C 398/01)
  9. Linee guida europee per la convalida dell’apprendimento non formale e informale – Centro Europeo per lo Sviluppo della Formazione Professionale (CEDEFOP) – 2016
  10. Decreto MLPS – MIUR 08/01/2018 “Istituzione del Quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13”
  11. Sistema europeo per l’accumulazione e il trasferimento di crediti (ECTS)   Guida per l’utente, 2009)
  12. UNI 11697:2017: “Attività professionali non regolamentate – Profili professionali relativi al trattamento e alla protezione dei dati personali – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”.
  13. UNI 11506: Attività professionali non regolamentate – Figure Professionali operanti nel settore ICT – Requisiti per la valutazione e certificazione delle conoscenze, abilità e competenze per i profili professionali ICT basati sul modello e-CF
  14. UNI 11621-1 “Metodologia per la costruzione di profili professionali basati sul sistema e-CF” a sua volta ripreso dal CWA 16458 predisposto dal CEN Workshop Agreement. Il modello, pur essendo stato sviluppato per i profili ICT, ha il vantaggio che può essere applicato in qualsiasi settore.
  15. Decreto Presidente della Repubblica 212 del 8 luglio 2005 – Ordinamenti didattici AFAM
  16. Decreto 22 ottobre 2004, n.270 – Modifiche al regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509
  17. Decreto Legislativo 16 gennaio 2013, n. 13 Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, ai sensi dell’art.4, commi 58 e 68 della legge 28 giugno 2012, n. 92
  18. Usare i risultati dell’Apprendimento. Sere del Quadro delle Qualificazioni: Nota 4. edito dall’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea, © Unione Europea, 2011. Traduzione del 2014 a cura di ISFOL
  19. Un nuovo Quadro per le Competenze Turistiche: “Tourism Competence Framework (TCF)” di Ignazio Caloggero. Edizioni Centro Studi Helios. ISBN: 9788832060010
  20. Qualità, Modelli Operativi e Competitività dell’Offerta Turistica (Ed. 2019) di Ignazio Caloggero. Edizioni Centro Studi Helios ISBN: 9788832060034
  21. Documento online: Quadro delle Competenze del Turismo, delle Arti e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)” .
  22. GUIDA CEN 14
  23. Bloom, B.S. (Ed.), Engelhart, M.D., Furst, E.J., Hill, W.H. and Krathwohl, D.R. Taxonomy of Educational Objectives: Handbook 1: Cognitive Domain. (1956)
  24. Anderson, L.W., Krathwohl, D.R. (Eds.) A Taxonomy for Learning, Teaching and Assessing. A Revision of Bloom’s Taxonomy of Educational Objectives. (2001)

3. Termini e Definizioni

Si rimanda per i dettagli al volume citato, di seguito alcune delle principali definizioni utili a comprendere le Linee Guida.

Conoscenze (Knowledge)
Risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento.
Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche (Allegato 1 EQF).

Abilità (Skills)
Capacità di applicare le conoscenze e di usare il know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi.
Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti); (Allegato 1 EQF)

Competenza (Competence)
Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale.
(Allegato 1 EQF)

Responsabilità e autonomia (EQF)
Capacità del discente di applicare le conoscenze e le abilità in modo autonomo e responsabile.
Nel contesto dell’EQF, la responsabilità e l’autonomia sono descritte come la capacità del discente di applicare le conoscenze e le abilità in modo autonomo e responsabile. (Allegato 1 EQF)

Apprendimento Formale (D.lgs 13/2013)
Apprendimento che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in apprendistato, o di una certificazione riconosciuta, nel rispetto della legislazione vigente in materia di ordinamenti scolastici e universitari. (D.lgs 13/2013 art.2 comma 1 lettera b)

Apprendimento Non Formale (D.lgs 13/2013)
Per apprendimento non formale si intende quello caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza al di fuori dei sistemi indicati alla lettera b, in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese.  (D.lgs 13/2013 art.2 comma 1 lettera c)

 Apprendimento Informale (D.lgs 13/2013)
Per apprendimento informale si intende quello che, anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell’ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero. (D.lgs 13/2013 art.2 comma 1 lettera d)

 Risultati dell’apprendimento (UNI 11697:2017)
Descrizione di ciò che una persona conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo di apprendimento. I risultati sono definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze.
Le competenze, nel quadro EQF (versione del 2017) sono indicate come “responsabilità e autonomia”.

 Risultati dell’apprendimento (EQF)
Descrizione di ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo di apprendimento; sono definiti in termini di conoscenze, abilità e responsabilità e autonomia. Tale definizione è sostanzialmente simile a quella data nel sistema ECVET

Nota:
I “risultati dell’apprendimento”, nella versione EQF del 2017 non sono più “definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze” (quindi definizione simile a quella della UNI 11697), ma “in termini di conoscenze, abilità e responsabilità e autonomia”. Si tratta di una precisazione formale più che sostanziale, in quanto già nel 2008 veniva specificato che “nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia”.

Credito per i risultati dell’apprendimento (credito)
Una serie di risultati dell’apprendimento conseguiti da una persona che sono stati valutati e che possono essere accumulati in vista di una qualifica o trasferiti ad altri programmi di apprendimento o altre qualifiche. (Allegato 1ECVET)

 Valutazione dei risultati dell’apprendimento
I metodi e i processi utilizzati per definire la misura in cui una persona ha effettivamente conseguito una particolare conoscenza, abilità o competenza.(Allegato 1ECVET)

Riconoscimento dei risultati dell’apprendimento
Il processo in cui sono attestati i risultati dell’apprendimento ufficialmente conseguiti attraverso l’attribuzione di unità o qualifiche (Allegato 1ECVET)

 Convalida dei risultati dell’apprendimento (UNI 11621-1)
Processo di conferma che determina i risultati dell’apprendimento valutati, ottenuti da una persona, corrispondono ai risultati specificati richiesti per una qualifica o per parte di essa.

 Punti ECVET
Una rappresentazione numerica del peso complessivo dei risultati dell’apprendimento in una qualifica e del peso relativo delle unità in relazione alla qualifica. (Allegato 1ECVET)

Percorso formativo
L’insieme di attività di apprendimento seguite da un individuo per acquisire conoscenze, abilità o competenze.
Un percorso di apprendimento può combinare attività formali e non-formali la cui validazione consente di raggiungere la certificazione. (CEDEFOP)

4. Lo Standard Formativo di riferimento SF/TAECF

Premessa

Lo standard SF/TAECF è uno standard formativo che può essere utilizzato per descrivere percorsi formativi in genere. Nasce per la descrizione di programmi di apprendimento relativo alle professioni non regolamentate riferibile ai settori turistici, dell’arte e dello spettacolo e presenti nel quadro TAECF, ma può essere utilizzato per altre professioni non regolamentate e anche per percorsi formativi non necessariamente legati alla preparazione di specifici profili professionali.

SF/TAECF è realizzato in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alle Raccomandazioni 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) ed allo Standard Professionale SP/TAECF

Lo standard proposto richiede, tra l’altro, di definire le conoscenze, abilità e competenze (KSC- Knowledge, Skills and Competences) acquisite nel percorso formativo (risultati dell’apprendimento) nonché gli strumenti di valutazione dei risultati dell’apprendimento.

Lo standard SF/TAECF pur essendo nato per l’apprendimento non formale può essere utilizzato per descrivere un percorso formativo relativo all’apprendimento formale

I percorsi formativi a cui è possibile applicare lo schema proposta sono essenzialmente di 2 tipi :

  • Competenze delle Professioni (Corsi Professionalizzanti – “Chi” – ): Percorsi formativi, in genere di media e lunga durata, che forniscono competenze complesse i cui profili professionali in uscita sono riferibili a specifiche professionalità
  • Competenze Tematiche (Corsi Base – “Cosa, Come, con quali strumenti” – ): Percorsi formativi, in genere brevi, che forniscono competenze di base, basate su singole tematiche che uno o più professionisti possono possedere e che concorrono alla costituzione delle competenze che i vari profili professionali devono avere. Anche i corsi di aggiornamento rientrano in questa categoria.

Struttura dello standard di riferimento SF/TAECF

Un percorso formativo dovrebbe essere descritto attraverso uno schema che comprenda almeno i seguenti elementi:

  • I requisiti di conoscenza, abilità e competenze (KSC- Knowledge, Skills and Competences) acquisiti
  • Gli strumenti di valutazione dei risultati dell’apprendimento
  • Il riferimento al livello EQF attribuito
  • I crediti ECVET assegnati alle singole Unità Capitalizzabili (Unità Didattiche), nonché il punteggio ECVET associato all’intero percorso formativo.
  • Gli strumenti di monitoraggio della qualità della formazione erogata

Il Percorso formativo deve essere composto da una o più unità capitalizzabili (unità didattiche o “unita” nel senso indicato da ECVET), ogni unità deve essere definita in termini leggibile e comprensibile e dovrebbe essere il più possibile “autoportante”, nel senso di indipendente dalle altre unità, così come in linea teorica i contenuti didattici dovrebbero riferirsi a specifiche competenze.

Nella realtà, proprio per tenere conto della indipendenza delle Unità Didattiche, si dovrà accettare un certo grado di “ridondanza” nel senso che i contenuti di una unità didattica serviranno ad acquisire competenze diverse e le stesse competenze potranno comparire in più unità didattiche. Questo comporta che anche il processo di valutazione delle abilità e competenze non può essere sempre effettuato a livello di singola unità didattica ma spostato in avanti nel percorso formativo, a volte alla fine, con attività successive (project work, tesi, tirocini lavorativi, esami finali scritti e orali).

Ecco quindi che è importante, prima della definizione delle singole Unità Capitalizzabili (Unità Didattiche) definire una matrice di correlazione tra competenze, abilità e conoscenze e che le Unità didattiche nel loro complesso contengano tutte le conoscenze indicate nella matrice. Inoltre, laddove le competenze sono legate ad uno Standard Professionale dove sono stati definiti i compiti e le attività specifiche, la matrice dovrà contenere anche questi ultimi. Nella sostanza, nell’ottica dell’ottica dell’integrazione degli standard professionali e formativi (mondo del lavoro e mondo della formazione), deve valere il principio di “cosa sono in grado di svolgere in ambito lavorativo” (Standard Professionale) e il “cosa si apprende” (Standard Formativo) devono, nei limiti del possibile, coincidere.

Lo schema presentato prende spunto, semplificandone la struttura per alcuni aspetti e ampliandola per altri al fine di adattarla ai percorsi formativi, dal modello indicato nella UNI 11621-1 “Metodologia per la costruzione di profili professionali basati sul sistema e-CF” a sua volta ripreso dal CWA 16458 predisposto dal CEN Workshop Agreement. Il modello, pur essendo stato sviluppato per i profili ICT, ha il vantaggio che può essere applicato in qualsiasi settore.

Il modello, adattato al concetto di percorso formativo contiene i seguenti item:

        1. Titolo
        2. Livello di corrispondenza EQF
        3. Descrizione
        4. Normativa e documenti di riferimento
        5. Durata e struttura
        6. Prerequisiti di ingresso
        7. Obiettivi, risultati attesi e Attestazioni rilasciate
        8. Unità capitalizzabili e Crediti ECVET
        9. Procedure e criteri di valutazione dei risultati
        10. Procedure e criteri di valutazione della qualità

In base al tipo di percorso formativo alcuni item potranno non essere applicabili.

Vediamo i singoli punti dello schema, rimandando al seguente link per un esempio operativo relativo ad un corso : Esperto del Turismo Esperienziale: Schema Formativo CSH/SFCP6

1. Titolo

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (sempre)

Il titolo deve identificare in modo univoco il percorso formativo, laddove quest’ultimo si riferisce ad un profilo professionale o ad una specifica competenza tematica, è preferibile che contenga il riferimento alla professione (o alla competenza) acquista al termine del percorso.

2. Livello di corrispondenza EQF

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (consigliato); Corsi Base (non necessario)

Corsi Professionalizzanti:

Assegnazione del livello EQF

Il livello finale di corrispondenza EQF associato ad ogni singolo profilo professionale in uscita (Competenze complesse) dovrebbe tenere conto dei vari livelli EQF associati ad ogni singola competenza base e del principio qualitativo di prevalenza (*)

(*) Questo principio è anche riportato nell’allegato 2 “Criteri minimi per la referenziazione delle qualificazioni italiane al Quadro Nazionale delle Qualificazioni” del Decreto MLPS – MIUR 08/01/2018 “Istituzione del Quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13”

Nel caso in cui la qualificazione presenti competenze con differenti livelli ovvero livelli differenti rispetto alle dimensioni o ai descrittivi del QNQ e comunque, nel più complessivo processo delle valutazioni di comparazione e coerenza di cui al presente punto, la referenziazione deve avvenire sempre in base al principio qualitativo di prevalenza, attribuendo alla qualificazione il livello maggiormente ricorrente.

Ai fini semplificativi, in sede di descrizione di schemi inerenti profili professionali contenenti più competenze, è possibile omettere, nella descrizione delle singole competenze tematiche il livello EQF corrispondente limitandosi a indicare il livello finale di corrispondenza EQF associato alla competenza professionale (competenza complessa)

Corsi Base: 

Nei casi in cui i corsi base costituiscono le singole unità didattiche (o unità capitalizzabili) che concorrono a fornire le competenze in un percorso formativo professionalizzante potrebbe essere utile assegnare un livello EQF per definire il livello  di autonomia acquisito per la competenza presa in considerazione. Infatti percorsi formativi  diversi, ha volte hanno in comune unità didattiche (materie) ma con un grado di approfondimento diverso in funzione del tipo di professionalità acquisita.

3. Descrizione

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti e Corsi base (sempre)

Lo scopo è presentare, possibilmente con poche parole, alle parti interessate ed in particolare agli utenti, il percorso formativo. È possibile, in particolare nei casi in cui il percorso formativo si riferisca ad un profilo professionale non universalmente nota, aggiungere poche parole che illustrano la professione

4. Normativa e documenti di riferimento

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (non sempre applicabile)

Corsi Professionalizzanti:

Questa parte dello schema è simile all’analogo punto dello standard professionale SP/TAECF, deve chiarire se il percorso formativo si riferisce ad una professione regolamentata o meno e se esistano norme tecniche o altra documentazione di riferimento. In funzione di questi aspetti cambierà lo scopo dello schema.

  1. Professione regolamentata: lo schema ha lo scopo unicamente di descrivere il percorso formativo collegandolo al quadro di riferimento TAECF
  2. Professione non regolamentata ma costruita sulla base di una norma tecnica (in genere norme UNI): anche in questo caso lo schema ha lo scopo unicamente di descrivere il percorso formativo collegandolo al quadro di riferimento TAECF
  • Professione non regolamentata ma costruita sulla base di uno schema SP/TAECF. In questo caso il percorso formativo dovrà essere descritto nel rispetto dei contenuti dello schema SP/TAECF che andrà richiamato (ad esempio: Schema SP/TAECF: SPCP6 “Operatore del Turismo Esperienziale – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”)
  • Professione non regolamentata e non esiste una norma di riferimento o schema SP/TAECF. In tal caso lo schema può essere utilizzato per descrivere il percorso formativo allineandosi a quanto previsto dal quadro TAECF.

Se il percorso formativo si riferisce ad una professione non regolamentata è opportuno indicare la frase seguente:

  • Legge 4/2013 relative alle professioni non regolamentate

In tutti i casi è sempre utile riportare anche quanto segue:

  • Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF)
  • Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET)

Nel caso in cui il percorso formativo si riferisca ad una professione regolamentata, come è il caso, in ambito turistico delle professioni di Accompagnatore turistico, Guida turistica, Direttore tecnico di agenzia di viaggi e turismo, questa parte dello schema deve dichiararlo, riportando la normativa di riferimento

Analogamente a quanto indicato nello schema SP/TAECF, nel caso in cui il percorso formativo della professione (non regolamentata) oggetto della scheda è stata già individuata in una norma tecnica (ma anche un progetto di norma o prassi di riferimento) è opportuno citare la norma di riferimento.

Corsi Base: 

Questo punto potrebbe non essere ammissibile per alcuni percorso formativi brevi che si riferiscono a competenze tematiche (competenze di base)

5. Durata e Struttura

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (sempre)

Corsi Professionalizzanti:

L’informazione sulla durata del corso dovrebbe permettere di individuare le ore effettive di frequenza e le ore complessive di impegno necessario per ottenere i risultati dell’apprendimento.

Le ore effettive di frequenza sono stabilite dalle:

  • Lezioni,
  • Attività di Stage, Tirocinio lavorativo o Project Work laddove previsto

Le ore di impegno complessivo (carico di lavoro) devono tenere conto anche di:

  • Esercitazioni, preparazione di elaborati o studio personale
  • Preparazione e svolgimento degli esami
  • Seminari
  • Visite Aziendali

Il carico di lavoro è una stima del tempo che si rende necessario per conseguire i risultati di apprendimento previsti per il percorso formativo. Occorre comunque tener presente che questo numero di ore è da intendersi in effetti come tempo medio di apprendimento, e rappresenta un carico di lavoro ritenuto normale per conseguire i risultati di ap­prendimento e che può variare da studente a studente.

Si pone il problema di come stimare l’impegno totale a fronte di attività effettivamente quantificabili come le lezioni didattiche lo stage o attività di laboratorio.

In ambito universitario, in genere sono questi i parametri utilizzati:

  • 1 ora di lezione frontale corrisponde a 3 ore di effettivo impegno individuale
  • 1 ora di esercitazione in laboratorio corrisponde a 2 ore di effettivo impegno individuale
  • 1 ora di tirocinio lavorativo o stage corrisponde a 2 ore di effettivo impegno individuale

In genere una materia universitaria che prevede 50 ore di lezioni (tra lezioni frontali e esercitazioni in aula) comporta un impegno totale di 150 ore e un corrispondente di 6 CFU (Crediti Formativi Universitari).

In realtà il parametro legate alle lezioni frontali dovrebbe tenere conto del grado di difficoltà incontrata dallo studente nell’apprendere i concetti impartiti all’interno delle lezioni, la cosa non è del tutto semplice in quanto bisognerebbe analizzare una serie di parametri e variabili non sempre quantificabili oggettivamente. Per ogni Unità Didattica dovremmo ad esempio calcolare il temo stimato per l’apprendimento, la durata complessiva, richiesta di approfondimento o di esercitazioni da parte dei docenti, ed altro ancora.

Un compromesso potrebbe essere quello di “mediare” tra i vari elementi ad esempio una Unità Didattica della durata complessiva di 20 ore potrebbe essere rapportata, in termini di carico complessivo, considerando tre livelli distinti di difficolta:

  • Unità Didattica di alta difficoltà: parametro moltiplicatore 3 => 20*3 = 60 ore complessive di impegno
  • Unità Didattica di media difficoltà: parametro moltiplicatore 2,5 => 20*2,5 =50 ore complessive di impegno
  • Unità Didattica di bassa difficoltà: parametro moltiplicatore 1,25 => 20*1,25 = 25 ore complessive di impegno.

Come si può notare il valore più alto del parametro corrisponde a quello che normalmente viene usato nella didattica universitaria

Potrebbe essere effettuato un paragone assegnando i parametri alle varie materie di un percorso formativo a seconda del tipo di percorso (base, medio avanzato) anche se in qualsiasi tipologia di corso ci saranno sempre unità didattiche con un diverso livello di difficoltà di apprendimento

Es:

Durata del Corso. 600 ore di impegno totale (carico di lavoro complessivo necessarie per ottenere i risultati dell’apprendimento) distribuibili in media in un semestre e strutturate in:

  • 260 ore di formazione in modalità E-learning
  • 50 ore Project Work o Tirocinio Lavorativo
  • 290 ore di impegno da dedicare alle esercitazioni o studio individuale, al tempo per la preparazione per gli esami e la stesura della tesina finale.

Corsi Base: 

In questo caso basta indicare il numero di ore di formazione  effettivamente erogate e le modalità (onlne, e-learning, blended, ecc)

6. Prerequisiti di ingresso

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (sempre)

I prerequisiti di ingresso necessari per la frequenza del percorso formativo dovrebbero essere distinti in:

Prerequisiti cogenti: prerequisiti obbligatori che tengono conto della formazione formale (titoli di studio) e della formazione non formale (formazione specifica) o informale (esperienze lavorative o professionali) necessari per accedere al percorso.

Prerequisiti consigliati: Prerequisiti non obbligatori ma che possono essere utile per una migliore comprensione degli argomenti trattati nel percorso formativo proposto

7. Obiettivi e Risultati attesi

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (sempre)

Corsi Professionalizzanti:

Descrivere gli obiettivi (in modo chiaro, sintetico e misurabile) e i risultati dell’apprendimento attesi dal percorso formativo.

I risultati dell’Apprendimento dovrebbero essere espressi elencando conoscenza, abilità e competenze (KSC- Knowledge, Skills and Competences) acquisite e necessarie per svolgere determinati compiti.

Nel caso di un percorso formativo il cui obiettivo è quello di far acquisire le conoscenze, abilità e competenze per svolgere i compiti associati ad uno specifico profilo professionale, l’insieme delle KSC acquisite “cosa si apprende” dovrebbero coincidere con quelli necessari a svolgere la professione individuata dal profilo “quali compiti sono in grado di svolgere”.

In questo caso, uno dei risultati attesi dovrebbe essere quello di ottenere una attestazione finale relativa al possesso dei requisiti in termini di conoscenze, abilità e competenze al fine di operare nella figura professionale in uscita dal percorso formativo

Può essere sempre utile predisporre, in relazione ai compiti previsti per la figura in uscita, una matrice di correlazione tra competenze, abilità e conoscenze e che le Unità didattiche descritte al punto successivo, contengano tutte le conoscenze indicate in tale matrice.

Corsi Base: 

In questo caso è sufficiente una breve descrizione che descriva sinteticamente obiettivi e risultati attesi

8. Unità capitalizzabili e Crediti ECVET

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (facoltativo)

Corsi Professionalizzanti:

Nel caso di un percorso formativo il cui obiettivo è quello di far acquisire le conoscenze, abilità e competenze per svolgere i compiti associati ad uno specifico profilo professionale, l’insieme delle Unità capitalizzabili (unità di apprendimento o unità didattiche) costituiscono i risultati dell’apprendimento necessari a svolgere la professione individuata dal profilo.

Le Unità capitalizzabili dovrebbero essere strutturate in modo tale da rispettare le seguenti caratteristiche:

  • essere leggibili e comprensibili
  • risultare, nei limiti del possibile, “autoportanti”, nel senso di indipendenti dalle altre unità,
  • valutabili
  • indicare i crediti ECVET assegnati

Il totale dei crediti ECVET assegnati alle Unità costituiranno i Punti ECVET assegnati all’intero percorso formativo e quindi all’intera qualifica.

Rimandando per i dettagli al volume da cui le presenti linee guide sono estratte, possiamo in questo documento, ricordare come i due sistemi ECTS ed ECVET, pur nelle rispettive differenze possono essere considerati analoghi per quanto riguarda l’assegnazione finale dei crediti. Pertanto, anche se questo comporta un certo livello di semplificazione, si propone di assegnare i crediti ECVET in funzione del carico complessivo che ogni Unità Didattica comporta 1 credito ECVET ogni 25 ore di carico complessivo di lavoro. (punto 5 dello schema SF/TAECF.)

Corsi Base: 

Nei casi in cui i corsi base costituiscono le singole unità didattiche (o unità captitalizzabili) che concorrono a fornire le competenze in un percorso formativo professionalizzante e consigliabile indicare il numero di crediti ECVET (in base alla logica descritta per i corsi professionalizzanti)

9. Procedure e criteri di valutazione dei risultati

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (sempre)

Corsi Professionalizzanti:

Le metodologie e gli attori per i soggetti interessati alla valutazione dell’apprendimento formale sono stabiliti per via legislativa (per esempio Diploma, Laurea, esami di Stato), la valutazione della formazione specifica (formazione non formale), oggetto della presente guida, dovrebbe avvenire comunque utilizzando, possibilmente, strumenti riconoscibili.

Uno strumento consigliato per la valutazione delle conoscenze, abilità e competenze può essere fornito dalla norma UNI 11506 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti nel settore ICT – Requisiti per la valutazione e certificazione delle conoscenze, abilità e competenze per i profili professionali ICT basati sul modello e-CF.

La norma UNI 11506 è nata per le competenze digitali, è coerente con il Quadro Europeo delle qualifiche (EQF) e le Raccomandazioni 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) inoltre, si adatta anche ai profili operanti in un settore non ICT.

La valutazione della formazione specifica è solo uno dei percorsi che dovrebbero essere presi in considerazione per l’accesso alle professioni oggetti del presente schema:

  • Formazione specifica (Apprendimento non formale)
  • Titolo di Studio (Apprendimento formale)
  • Esperienza lavorativa (Apprendimento informale)

La valutazione della formazione specifica dovrebbe essere effettuata valutando

  • Le Conoscenze
  • Le Abilità
  • Le Competenze

Acquisite durante il percorso formativo, utilizzando, una selezione, più ampia possibile, dei seguenti elementi:

  • Utilizzo di una procedura della qualità didattica interna che definisce le responsabilità e le modalità di valutazione dei risultati
  • Test di valutazione finale alla fine di ogni unità didattica
  • Valutazione dell’attività di Project Work (o Tirocinio Lavorativo)
  • Valutazione di una tesina finale
  • Esame finale scritto
  • Esame finale orale
  • Role Playing Formativo

Corsi Base: 

Questo punto, potrebbe essere applicabile solo in parte per alcune competenze di base. Non dovrebbero comunque mai mancare la valutazione delle conoscenze, eventualmente tramite test finali e l’utilizzo di una procedura della qualità didattica.

10. Procedure e criteri di valutazione della qualità

Applicabilità: Corsi Professionalizzanti (sempre); Corsi base (sempre)

Corsi Professionalizzanti e Corsi Base:

La qualità della formazione erogata andrebbe valutata utilizzando apposite procedure interne della qualità e questionari di customer satisfaction da erogare possibilmente in forma autonoma.

Dovrebbero essere prese in considerazione, in funzione della complessità e della durata del percorso formativo, uno o più dei seguenti elementi:

  • Utilizzo di una procedura della qualità interna che definisce le modalità di monitoraggio della qualità erogata e della somministrazione dei questionari di Customer Satisfaction
  • Utilizzo di una procedura della qualità interna che definisce le modalità di gestione delle Non conformità e delle Azione Correttive
  • Utilizzo di una procedura della qualità interna che definisce i fattori, gli indicatori di qualità e gli standard attesti e le modalità di analisi dei dati raccolti durante le attività di monitoraggio e rilevazione della Qualità
  • Erogazione di un Questionario di soddisfazione erogato per ogni singola unità didattica
  • Erogazione di un Questionario di soddisfazione erogato alla fine del percorso formativo

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Da Oggi l’elenco soci AIPTOC è web 3.0
Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC)

Da oggi l’elenco soci AIPTOC e su mappa 3.0.  Queste le caratteristiche della mappa:

  • WikiWeb: possibilità di gestione autonoma delle schede  a cura degli stessi soci
  • GeoWeb: informazioni su mappe interattive Google geocodificate
  • SocialWeb: possibilità di condivisione sui Social.
  • DataBaseWeb: informazioni sotto forma di database con approccio semantico (ricerca per campi, per parole chiavi e per contenuti)
  • Modulo di Contatto: possibilità di inviare messaggi ai soci

In assenza di intervento diretto da parte del socio, la scheda socio contiene unicamente il nominativo, la città di appartenenza (o l’indirizzo in caso di Ente, Associazione o Organizzazione) ed il codice socio.

Scopri la Mappa dei soci :  Mappa Soci AIPTOC

Tutti i soci AIPTOC possono inoltre accedere gratuitamente alla nuova Banca Dati TAS: Turismo Arte e Spettacolo

Banca Dati Turismo Arte e Spettacolo

Banca Dati TAS: Turismo Arte e Spettacolo

La Banca Dati Multidisciplinare: Turismo, Arti e Spettacolo è uno degli strumenti operativi del “Progetto TAS” , è costituita da 4 banche dati integrate tra di loro: Competenze, Corsi, Professionisti e Strutture. Molte le caratteristiche innovative: ricerca dei contenuti per nome o tramite testo libero, georeferenziazione, individuazione dei percorsi per raggiungere i luoghi selezionati, schede gestite autonomamente dagli utenti.

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Esperto del Patrimonio Culturale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza https://www.aiptoc.it/esperto-del-patrimonio-culturale-requisiti-di-conoscenza-abilita-e-competenza/ Tue, 21 Jan 2020 13:28:37 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=4184 L'articolo Esperto del Patrimonio Culturale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza proviene da AIPTOC.

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Esperto del Patrimonio Culturale (Cultural Heritage Expert): Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Pubblicato lo schema di riferimento dei Requisiti di conoscenza, abilità e competenza della figura professionale “Esperto del Patrimonio Culturale”.  Lo schema è stato elaborato in conformità al Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF) ed è sottoposto a inchiesta pubblica a disposizione di tutti gli stakeholder della filiera turistico culturale al fine di raccogliere commenti e contributi utili a migliorarne i contenuti. Tutte le parti interessate sono invitate a migliorare lo schema inviando i loro contributi a info@aiptoc.it e aderendo, se lo desiderano, al progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo.

L’Esperto del Patrimonio Culturale (Cultural Heritage Expert) è una figura professionale, ad alto contenuto intellettuale, che possiede competenze specifiche per svolgere attività di: Individuazione, valorizzazione, ricerca, gestione, tutela, ricerca, formazione, comunicazione, consulenza inerenti il patrimonio culturale.

L’Esperto del Patrimonio Culturale ha una profonda conoscenza del Patrimonio Culturale, nelle sue varie forme da quello materiale (beni culturali storico-artistico, beni paesaggistici e naturali) a quello immateriale (tradizione, folklore, arte, enogastronomia, artigianato tipico), è la principale base di partenza dell’offerta turistica (cosa promuovere). L’Esperto del Patrimonio Culturale dovrà pertanto avere una accurata conoscenza del Patrimonio Culturale Nazionale e Regionale

Al fine di tenere conto, delle diverse specializzazioni operanti nel settore del Patrimonio Culturale  e della corretta assegnazione delle abilità, conoscenze e competenza, vengono prese in considerazione quattro profili specialistici ai fini dell’esercizio della professione di Esperto del Patrimonio Culturale:

  • Profilo P1: Area Beni Paesaggistici e Naturalistici
  • Profilo P2: Area Enogastronomica
  • Profilo P3: Area Archeologica e Storico Artistica
  • Profilo P4: Area del Patrimonio Immateriale

 Lo schema pubblicato indica:

  • la normativa di riferimento
  • i compiti e le attività specifiche dell’Operatore del Turismo Culturale,
  • le competenze, abilità e conoscenze in relazione ai compiti
  • I criteri di Valutazione del profilo professionale che tengono conto dei titoli di studio (apprendimento formale), della formazione specifica (apprendimento non formale) e dell’esperienza lavorativa o professionale (apprendimento informale)

Di seguito i Compiti fondamentali e le attività specifiche

Compiti fondamentali e attività specifiche per tutti i profili specialistici

  • T1: Individuare, analizzare e documentare il Patrimonio Culturale
  • T2: Contribuire alle attività di tutela del Patrimonio Culturale
  • T3: Contribuire alla realizzazione di Piani di Sviluppo Turistico territoriali
  • T4: Svolgere attività di ricerca e studio in materia di Patrimonio Culturale

Compiti facoltativi 

    • T5: Effettuare Formazione in materia di Patrimonio Culturale

Per i contenuti di dettaglio dello schema: Esperto del Patrimonio Culturale (Cultural Heritage Expert)  – SPC3:  Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Da non confondere con la figura dell’ Operatore del Turismo Culturale – SPCP8

Riferimenti: Il Quadro per le Competenze Turistiche, dell’Arte e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)” è stato elaborato in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) e al modello e-CF 3.0 (European e-Competence Framework) per le parti applicabili. L’implementazione del TACF è uno degli obiettivo del progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo

Il Progetto TAS è stato sviluppato dal Centro Studi Helios in collaborazione con l’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC), inserita nell’Elenco delle Associazioni  Professionali che rilasciano l’Attestato di qualità e di qualificazione professionale dei Servizi, del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ed è aperto a tutti gli stakeholder della filiera turistica culturale

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Operatore del Turismo Culturale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza https://www.aiptoc.it/operatore-del-turismo-culturale-requisiti-di-conoscenza-abilita-e-competenza/ Sun, 19 Jan 2020 15:08:44 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=4166 L'articolo Operatore del Turismo Culturale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza proviene da AIPTOC.

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Operatore del Turismo Culturale: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Pubblicato lo schema di riferimento dei Requisiti di conoscenza, abilità e competenza della figura professionale “Operatore del Turismo Culturale”.  Lo schema è stato elaborato in conformità al Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF) ed è sottoposto a inchiesta pubblica a disposizione di tutti gli stakeholder della filiera turistico culturale al fine di raccogliere commenti e contributi utili a migliorarne i contenuti. Tutte le parti interessate sono invitate a migliorare lo schema inviando i loro contributi a info@aiptoc.it e aderendo, se lo desiderano, al progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo.

L’Operatore del Turismo Culturale è una figura professionale, ad alto contenuto intellettuale, che possiede competenze specifiche per svolgere attività di:

  • Ideazione,
  • Progettazione,
  • Comunicazione,
  • Realizzazione,
  • Miglioramento,
  • Promozione,
  • Valorizzazione,
  • Innovazione

inerenti le offerte turistiche in ambito Culturale.

L’Operatore del Turismo Culturale ha una adeguata conoscenza del Patrimonio Culturale nazionale e regionale, pertanto sarà in grado di individuare le potenzialità culturali di un territorio e contribuire alla valorizzazione e allo sviluppo turistico dello stesso

L’Operatore del Turismo Culturale può svolgere sia come lavoro autonomo sia per altre parti interessate in qualità di Esperto/Consulente

 Lo schema pubblicato indica:

  • la normativa di riferimento
  • i compiti e le attività specifiche dell’Operatore del Turismo Culturale,
  • le competenze, abilità e conoscenze in relazione ai compiti
  • I criteri di Valutazione del profilo professionale che tengono conto dei titoli di studio (apprendimento formale), della formazione specifica (apprendimento non formale) e dell’esperienza lavorativa o professionale (apprendimento informale)

Di seguito i Compiti fondamentali e le attività specifiche

Compiti fondamentali e attività specifiche 

    • T1: Valutare i bisogni e le aspettative turistiche (domanda turistica)
    • T2: Analizzare il Contesto della offerta turistica
      • T2.1 Individuare e Analizzare la normativa di settore
      • T2.2 Individuare e Analizzare gli stakeolders (chi sono le parti interessate: interne/esterne)
      • T3.3 Individuare e Analizzare le attrazioni (Patrimonio Culturale)
    • T3: Analizzare costi e benefici ed effettua l’analisi dei rischi (Risk Management)
    • T4: Progettare l’offerta turistica
    • T5: Comunicare l’offerta turistica
    • T6: Realizzare l’offerta turistica
      • T6.1: Pianificare le attività dal punto di vista qualitativo e operativo
      • T6.2: Definire le procedure e i regolamenti interni
      • T6.3: Gestire le risorse economiche (budget)
      • T6.4: Coordinare le risorse umane (staff)
      • T6.5: Garantire la corretta esecuzione dell’offerta
      • T6.6: Verificare e controlla la conformità alla normativa vigente applicabile
      • T6.7: Monitorare la qualità dell’offerta turistica
    • T7: Migliorare l’offerta turistica (miglioramento continuo)
    • T8: Valutare le offerte turistiche
    • T9: Innovare le offerte turistiche

     Compiti facoltativi 

    • T10: Effettuare Formazione in materia di Turismo Culturale
    • T11: Interfacciarsi in lingua straniera in funzione del target territoriale di riferimento dei propri clienti

Per i contenuti di dettaglio dello schema: Operatore del Turismo Culturale – SPCP8: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza 

Da non confondere con la figura dell’Esperto del Patrimonio Culturale 

Riferimenti: Il Quadro per le Competenze Turistiche, dell’Arte e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)” è stato elaborato in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) e al modello e-CF 3.0 (European e-Competence Framework) per le parti applicabili. L’implementazione del TACF è uno degli obiettivo del progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo

Il Progetto TAS è stato sviluppato dal Centro Studi Helios in collaborazione con l’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC), inserita nell’Elenco delle Associazioni  Professionali che rilasciano l’Attestato di qualità e di qualificazione professionale dei Servizi, del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ed è aperto a tutti gli stakeholder della filiera turistica culturale

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Curatore di Mostre – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza https://www.aiptoc.it/curatore-di-mostre-requisiti-di-conoscenza-abilita-e-competenza/ Thu, 16 Jan 2020 14:34:48 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=4142 L'articolo Curatore di Mostre – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza proviene da AIPTOC.

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Curatore di Mostre (Esperto in Progettazione, Allestimento e Gestione Eventi Espositivi) – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Pubblicato lo schema di riferimento dei Requisiti di conoscenza, abilità e competenza della figura professionale Curatore di Mostre (Esperto in Progettazione, Allestimento e Gestione Eventi Espositivi).  Lo schema è stato elaborato in conformità al Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF) ed è sottoposto a inchiesta pubblica a disposizione di tutti gli stakeholder della filiera turistico culturale al fine di raccogliere commenti e contributi utili a migliorarne i contenuti. Tutte le parti interessate sono invitate a migliorare lo schema inviando i loro contributi a info@aiptoc.it e aderendo, se lo desiderano, al progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo.

Il Curatore di Mostre è una figura professionale, ad alto contenuto intellettuale, che possiede competenze specifiche per svolgere attività di: Ideazione, Progettazione, Comunicazione, Allestimento, Gestione, Miglioramento e Valutazione inerenti gli eventi espositivi.

Il Curatore di Mostre può svolgere le attività sia per conto proprio (lavoro autonomo) sia per altre parti interessate in qualità di Esperto/Consulente

Il Curatore di Mostre ha una profonda conoscenza delle tecniche espositive e delle metodologie di progettazione, promozione e gestione degli eventi.

Lo schema pubblicato indica:

  • la normativa di riferimento
  • i compiti e le attività specifiche del Curatore di Mostre,
  • le competenze, abilità e conoscenze in relazione ai compiti
  • I criteri di Valutazione del profilo professionale che tengono conto dei titoli di studio (apprendimento formale), della formazione specifica (apprendimento non formale) e dell’esperienza lavorativa o professionale (apprendimento informale)

Il Curatore di Mostre è una figura distinta da altre figure simili come il Curatore d’Arte, il Gallerista d’Arte e, ovviamente il Conservatore e Valorizzatore di Musei

Per i contenuti di dettaglio dello schema: Curatore di Mostre (Esperto in Progettazione, Allestimento e Gestione Eventi Espositivi): SPCP16 – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Riferimenti: Il Quadro per le Competenze Turistiche, dell’Arte e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)” è stato elaborato in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) e al modello e-CF 3.0 (European e-Competence Framework) per le parti applicabili. L’implementazione del TACF è uno degli obiettivo del progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo

Il Progetto TAS è stato sviluppato dal Centro Studi Helios in collaborazione con l’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC), inserita nell’Elenco delle Associazioni  Professionali che rilasciano l’Attestato di qualità e di qualificazione professionale dei Servizi, del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ed è aperto a tutti gli stakeholder della filiera turistica culturale

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Pubblicate Le Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard EQF e ECVET https://www.aiptoc.it/pubblicate-le-linee-guida-per-la-definizione-di-percorsi-formativi-conformi-agli-standard-eqf-e-ecvet/ Mon, 06 Jan 2020 18:04:31 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=3977 L'articolo Pubblicate Le Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard EQF e ECVET proviene da AIPTOC.

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Pubblicate Le Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard EQF e ECVET

Progetto TAS

Pubblicate le Linee Guida per la definizione di Percorsi Formativi conformi agli standard EQF e ECVET secondo quanto previsto dallo standard SF/TAECF

Le Linee Guida sono conformi a quanto previsto dal Quadro delle Competenze del Turismo, delle Arti e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)”  e sono state implementate in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) e al modello e-CF 3.0 (European e-Competence Framework) per le parti applicabili. Al Quadro TAECF sono associati due standard di riferimento:

  • SP/TAECF: Standard Professionale (SP) utilizzato per la costruzione o ridefinizione di profili professionali basati sul Quadro TAECF e relativo alle professioni non regolamentate riferibile ai settori turistici, dell’arte e dello spettacolo. Lo schema, almeno nelle linee di principio, può comunque essere utilizzato anche per altre professioni.
  • SF/TAECF: Standard Formativo (SF) utilizzato per la descrizione di percorsi formativi basati sul Quadro TAECF ma che può essere utilizzato per qualsiasi percorso formativo relativo ad Apprendimenti Formali e Non Formali.

Le Linee Guida vogliono offrire un contributo sulle modalità di applicazione dello Standard SF/TAECF e sono state adottate dall’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC) al fine di riconoscere i percorsi formativi che possono concorrere per l’inserimento nei registri interni AIPTOC. Tale standard è inoltre riconosciuto dal Centro Studi Helios ai fini dell’inserimento nell’Elenco delle competenze del Turismo, dell’Arte e dello Spettacolo (ECTAS)

I Vantaggi nella definizione di percorsi formativi conformi allo standard SF/TAECF.

I Vantaggi principali nell’applicare lo standard SF/TAECF:

  • Standard Conforme ai sistemi Europei EQF e ECVET
  • Risultati dell’Apprendimento. Permette di definire percorsi formativi in termini di risultati dell’apprendimento, che indichino precisamente che cosa conosce ed è in grado di fare chi è in possesso dell’attestato finale rilasciato alla fine del percorso di formazione
  • Trasparenza e Riconoscibilità. Garantisce un maggiore trasparenza, riconoscibilità dei contenuti e dei risultati dell’apprendimento
  • Linguaggio Comune. Utilizzo di un linguaggio comune che facilita il mutuo riconoscimento di percorsi formativi tra le parti interessate
  • Armonizzazione a Standard Internazionali. Armonizzazione e uniformità a standard internazionali riconosciuti dei percorsi formativi per le professioni non regolamentate
  • Flessibilità. Permette di definire percorsi formativi flessibili
  • Trasferimento delle Competenze. Il trasferimento di unità capitalizzabili consente ad una persona di far valere le competenze acquisite anche quando l’interessato cambia il suo percorso di apprendimento o di specializzazione professionale
  • Collegamento tra Apprendimento Formale e Non Formale. Permette di favorire un collegamento migliore tra l’apprendimento formale, non formale e informale
  • Collegamento tra Mondo del Lavoro e Mondo della Formazione. L’integrazione con lo standard professionale SP/TAECF permette di favorire un collegamento migliore tra mondo del lavoro (compiti) e mondo della formazione (risultati dell’apprendimento)

Per i contenuti di dettaglio delle Linee Guida: Linee Guida Standard SF/TAECF

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Operatore del Turismo Naturalistico: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza https://www.aiptoc.it/operatore-del-turismo-naturalistico-requisiti-di-conoscenza-abilita-e-competenza/ Thu, 02 Jan 2020 20:14:29 +0000 https://www.aiptoc.it/?p=3948 L'articolo Operatore del Turismo Naturalistico: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza proviene da AIPTOC.

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Operatore del Turismo Naturalistico: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

 

Pubblicato lo schema di riferimento dei Requisiti di conoscenza, abilità e competenza della figura professionale “Operatore del Turismo Naturalistico”.  Lo schema è stato elaborato in conformità al Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF) ed è sottoposto a inchiesta pubblica a disposizione di tutti gli stakeholder della filiera turistico culturale al fine di raccogliere commenti e contributi utili a migliorarne i contenuti. Tutte le parti interessate sono invitate a migliorare lo schema inviando i loro contributi a info@aiptoc.it e aderendo, se lo desiderano, al progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo.

L’Operatore del Turismo Naturalistico è una figura professionale, ad alto contenuto intellettuale, che possiede competenze specifiche per svolgere attività di:

  • Ideazione,
  • Progettazione,
  • Comunicazione,
  • Realizzazione,
  • Miglioramento,
  • Promozione,
  • Valorizzazione,
  • Innovazione

inerenti le offerte turistiche in ambito Naturalistico.

L’Operatore del Turismo Naturalistico ha una adeguata conoscenza del Patrimonio Naturalistico nazionale e regionale, pertanto sarà in grado di individuare le potenzialità naturalistiche di un territorio e contribuire alla valorizzazione e allo sviluppo turistico dello stesso

Lo schema pubblicato indica:

  • la normativa di riferimento
  • i compiti e le attività specifiche dell’Operatore del Turismo Naturalistico,
  • le competenze, abilità e conoscenze in relazione ai compiti
  • I criteri di Valutazione del profilo professionale che tengono conto dei titoli di studio (apprendimento formale), della formazione specifica (apprendimento non formale) e dell’esperienza lavorativa o professionale (apprendimento informale)

Compiti fondamentali e attività specifiche 

  • T1: Valutare i bisogni e le aspettative turistiche (domanda turistica)
  • T2: Analizzare il Contesto della offerta turistica
    • T2.1 Individuare e Analizzare la normativa di settore
    • T2.2 Individuare e Analizzare gli stakeolders (chi sono le parti interessate: interne/esterne)
    • T3.3 Individuare e Analizzare le attrazioni (Patrimonio Naturalistico)
  • T3: Analizzare costi e benefici ed effettua l’analisi dei rischi (Risk Management)
  • T4: Progettare l’offerta turistica
  • T5: Comunicare l’offerta turistica
  • T6: Realizzare l’offerta turistica
    • T6.1: Pianificare le attività dal punto di vista qualitativo e operativo
    • T6.2: Definire le procedure e i regolamenti interni
    • T6.3: Gestire le risorse economiche (budget)
    • T6.4: Coordinare le risorse umane (staff)
    • T6.5: Garantire la corretta esecuzione dell’offerta
    • T6.6: Verificare e controlla la conformità alla normativa vigente applicabile
    • T6.7: Monitorare la qualità dell’offerta turistica
  • T7: Migliorare l’offerta turistica (miglioramento continuo)
  • T8: Valutare le offerte turistiche
  • T9: Innovare le offerte turistiche

 Compiti facoltativi 

  • T10: Effettuare Formazione in materia di Turismo Naturalistico
  • T11: Interfacciarsi in lingua straniera in funzione del target territoriale di riferimento dei propri clienti

Per i contenuti di dettaglio dello schema: Operatore del Turismo Naturalistico – SPCP13: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

Riferimenti: Il Quadro per le Competenze Turistiche, dell’Arte e dello Spettacolo: “Tourism, Arts and  Entertainment Competence Framework (TAECF)” è stato elaborato in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF), alla Raccomandazione 2009/C 155/02 (Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale -ECVET) e al modello e-CF 3.0 (European e-Competence Framework) per le parti applicabili. L’implementazione del TACF è uno degli obiettivo del progetto TAS: Turismo Arte e Spettacolo

Il Progetto TAS è stato sviluppato dal Centro Studi Helios in collaborazione con l’Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali (AIPTOC), inserita nell’Elenco delle Associazioni  Professionali che rilasciano l’Attestato di qualità e di qualificazione professionale dei Servizi, del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ed è aperto a tutti gli stakeholder della filiera turistica culturale

L'articolo Operatore del Turismo Naturalistico: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza proviene da AIPTOC.

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