I Principi dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale rivisitati da Ignazio Caloggero
Premessa: estratto dal libro “Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici.” di Ignazio Caloggero. Edizioni Centro Studi Helios – 2022
Alcune definizioni
Interpretazione (Freeman Tilden – 1957)
“Attività educativa che aspira a rivelare significati e relazioni attraverso l’utilizzo di oggetti originali, esperienze da vivere in prima persona e mezzi esemplificativi, piuttosto che la mera trasmissione di fatti”[
Interpretazione (Interpretation Canada – 1976)
“Interpretazione è un processo di comunicazione, progettato per rivelare i significati e le relazioni del nostro patrimonio culturale e naturale, attraverso il coinvolgimento con gli oggetti, gli artefatti, i paesaggi e i siti”
Interpretazione del patrimonio culturale (Interpret Europe)
L’interpretazione del patrimonio è l’arte di creare una relazione tra gli elementi di un dato sito, o di una collezione, da una parte, ed il quadro personale di valori e di significati dei visitatori dall’altra. L’interpretazione infatti: crea legami cognitivi ed emozionali tra i visitatori e quello che essi possono scoprire in un’area naturale, un sito storico o un museo; rivela le relazioni ed i significati più profondi, attraverso l’esperienza diretta e con l’aiuto di mezzi di illustrazione, piuttosto che fornire semplicemente informazioni. L’interpretazione contiene anche una componente educativa strutturale. (opuscolo Introduzione allo sviluppo professionale dell’Interpretazione del patrimonio naturalistico e culturale – Progetto InHerit )
Processo di interpretazione (John A Veverka – 2011)
Qualsiasi forma di comunicazione che potremmo avere con i visitatori di solito coinvolge due stili di comunicazione di base. Presentiamo i materiali che vogliamo far conoscere al visitatore in uno stile informativo, o in uno stile interpretativo. La differenza tra i due stili non è ciò che presentiamo ma come lo presentiamo. Informativo gli stili dispensano semplicemente i fatti, il modo in cui una guida sul campo elenca e descrive le specie, per esempio. Ma lo stile interpretativo rivela a storia o messaggio più ampio, basandosi sui Principi di Tilden per aiutare il visitatore a relazionarsi con quel messaggio.
Percorso di Esperienza di Interpretazione (Ignazio Caloggero)
Percorso esperienziale culturale, educativo, ermeneutico e sistemico che mira a rivelare il significato più profondo delle cose (Ignazio Caloggero 2022)
Dal punto di vista pedagogico, il modello che più si adatta ai percorsi di Esperienza di Interpretazione è quello costruttivista
approccio costruttivista: modelli di programmazione didattica per significati (o per ricerca-azione); Al centro del processo formativo è l’allievo, l’apprendimento è visto come un processo interattivo tra insegnante e allievo e avviene attraverso esperienze dirette (apprendimento esperienziale)
Quando si parla di interpretazione è opportuno distinguere tra:
- Servizi di Interpretazione (interpretazione mediata): Realizzazione degli strumenti e dei servizi di comunicazione (cartelli, segnaletica, mappe, opuscoli illustrativi, guide, volantini, produzioni e postazioni multimediali, allestimenti, siti web, app, ecc.) e progettazione dei Piani di Interpretazione
- Percorsi di Esperienza di Interpretazione (interpretazione diretta): Iniziative che prevedono la partecipazione diretta sia degli interpreti sia degli ospiti nelle attività interpretative.
I Principi dell’interpretazione di Freeman Tilden[11]
- Qualsiasi interpretazione che non metta in relazione ciò che viene illustrato o esposto con un aspetto della personalità o con l’esperienza del visitatore risulterà sterile.
- L’informazione in se non è interpretazione. L’interpretazione è rivelazione fondata sull’informazione. Ma esse sono due cose del tutto differenti, sebbene tutta l’interpretazione includa l’informazione. Tuttavia, ogni attività di interpretazione contiene informazioni.
- L’interpretazione è un’arte che ne combina altre, qualunque sia l’argomento esposto: scientifico, storico, architettonico. E in qualche misura, ogni arte può essere insegnata.
- Lo scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma provocare.
- L’interpretazione dovrebbe aspirare a presentare il tutto anziché una parte e dovrebbe rivolgersi all’uomo nel suo insieme piuttosto che ad una sua sola fase di sviluppo.
- L’interpretazione rivolta ai bambini (fino a circa 12 anni) non dovrebbe essere una diluizione di quello che si propone agli adulti, ma avere un approccio del tutto diverso. Richiederà programmi specifici e separati per il meglio
I Principi dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale rivisitati da Ignazio Caloggero
In un altro articolo, Per una nuova definizione di Esperienza: I dieci principi dei Percorsi Esperienziali , ho introdotto il concetto di percorso esperienziale culturale, vista l’intima relazione esistente tra il concetto di esperienza e quella di interpretazione, propongo in questa sede, una rivisitazione dei principi di Tilden integrandoli con quelli dei percorsi esperienziali e adattatoli con il concetto stesso di “Interpretazione”.
I Principi dell’Interpretazione rivisitati da Ignazio Caloggero
- Approccio Multisensoriale: L’interpretazione deve essere, il più possibile di tipo multisensoriale (coinvolgimento di almeno due o più sensi: vista, udito, tatto, olfatto, gusto)
- Approccio culturale (Identità locali): L’interpretazione deve permettere di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale
- Unicità: il percorso di esperienza di Interpretazione deve presentare caratteristiche di unicità
- Centralità dei partecipanti: Ogni interpretazione deve tenere conto dei partecipanti e tenere conto della loro centralità rispetto al contesto.
- Partecipazione: il percorso di esperienza di Interpretazione deve prevedere la partecipazione, possibilmente diretta dell’ospite alle attività
- Processo educativo (Apprendimento esperienziale): L’Interpretazione deve prevedere una fase di apprendimento di tipo esperienziale, possibilmente attraverso la partecipazione diretta dell’ospite alle attività.
- Approccio tematico: ogni interpretazione dovrà essere costruita a partire da un tema che la caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore.
- Approccio estetico: l’approccio estetico, è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono “la messa in scena dell’esperienza” devono essere progettati in modo da dare importanza a tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo scelto per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il tema scelto ed il luogo individuato.
- Intrattenimento: Ogni percorso di Esperienza di interpretazione dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e rendono piacevole l’esperienza.
- Immersione: Il principio di immersione, così come nei percorsi esperienziali, è la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di partecipazione diretta e di approccio estetico
- Rivelazione (comunicazione ermeneutica): L’interpretazione è un processo comunicativo di tipo ermeneutico (arte o disciplina che sia), che mira a rivelare il significato più profondo delle cose. La rivelazione avviene attraverso la trasformazione dell’esperienza.
- Provocazione (comunicazione basata sulla provocazione): il processo comunicativo che permette all’interprete di svelare (non insegnare) e al partecipante del percorso di esperienza di scoprire (non a imparare) avviene grazie alla provocazione, da parte dell’interprete, della curiosità e del coinvolgimento dei partecipanti.
- Approccio sistemico (visione olistica): L’interpretazione deve avvenire con un approccio olistico, dovrebbe tener contro di tutti gli aspetti, delle relazioni e dei legami tra i partecipanti, il bene (o fenomeno) interpretato ed il contesto in cui si si vengono a trovare i tre elementi alla base dell’interpretazione: l’interprete, il bene (o fenomeno) e il partecipante.
- Approccio su misura: L’interpretazione deve tenere conto sia del target dei fruitori finale: età, scolarizzazione, contesto sociale di appartenenza, sia di altre variabili quali bisogni espressi e impliciti degli stessi fruitori. Per ogni target individuato dovranno essere individuati: temi, metodi e programmi specifici.
- Approccio creativo: Il processo di interpretazione deve precedere uno stile comunicativo che deve coinvolgere tutta la dinamica del pensiero, raccontando luoghi e fatti in modo creativo e coinvolgente e utilizzando tecniche interpretative quali lo storytelling e la scrittura creativa
- Interpretazione fondata sui fatti: L’interpretazione deve avere all’origine fatti e luoghi concreti. L’informazione sui cui si fonda l’interpretazione deve basarsi su dati e informazioni approfondite e di qualità
- Semplicità e coerenza comunicativa: L’interpretazione deve prevedere un linguaggio che non sia eccessivamente tecnico, lungo o non pertinente con il contesto da interpretare
- Connessione emotiva (passione): L’interprete deve amare l’oggetto dell’interpretazione, il risultato dell’interpretazione è fortemente correlato alla passione e alla connessione emotiva che lega l’interprete e il fenomeno da interpretare.
Nella tabella seguente possiamo vedere la correlazione esistente tra i principi rivisitati da Ignazio Caloggero, i principi dei percorsi esperienziali proposti dallo stesso autore e i Principi di Tilden.
Il Principio 3 di Tilden, in realtà rientra nell’approccio ermeneutico. Infatti, il fatto che l’interpretazione è un Arte è una mera constatazione di fatto legato al concetto stesso di ermeneutica.
Approfondiamo i singoli principi ricordando che i primi dieci principi non sono altro che principi del percorso esperienziale, questo porta ad affermare che L’Interprete del Patrimonio è a tutti gli effetti un Regista di Esperienze (Experiential Manager o Manager delle Esperienze).
1 Multisensorialità
La modalità di esperienza multisensoriale, assieme a quella immersiva ed emozionale, uno degli aspetti su cui hanno puntato molti degli interpreti del passato, soprattutto quelli che si sono interessati alla interpretazione ambientale. Le esperienze dirette e le osservazioni svolte sul campo comportano il coinvolgimento di gran parte dei sensi: vista, udito, tatto, olfatto e in alcuni casi, gusto)
Per le interpretazioni dirette (percorsi di esperienza di interpretazione) non è difficile applicare questo principio, potrebbe esserlo invece per le interpretazioni indirette (servizi di interpretazione).
Un cartello o una etichetta in legno anche se ben interpretata da sola difficilmente può essere associata al concetto di multisensorialità, ma un intelligente accoppiamento che vede, eventualmente l’uso combinato della tecnologia multimediale o di altri accorgimenti anche non necessariamente tecnologici possono attivare altri sensi oltre alla vista compreso i sensi dell’olfatto, dell’udito e del tatto. Tutto rimane alla capacità creativa dell’Interprete. Quando possibile, potrebbe essere utile l’utilizzo di strumenti multimediali che combinano testi, suoni, luci e video ed in alcuni casi anche capaci di creare stimoli tattili e olfattivi.
2 Approccio culturale (Identità locali)
Monumento nazionale Navajo: cava/villaggio – Kayenta – USA – Foto di Nicolò Caloggero
L’interpretazione del patrimonio culturale è per definizione, legata agli elementi di identità locale, che siano elementi naturali, storici o demoetnoantropologici.
3 Unicità
Anche l’unicità dell’esperienza di interpretazione culturale risiede proprio nella sua natura. Una esperienza culturale autentica non è in genere, una offerta seriale e di massa. I luoghi culturali visiti sono sicuramente importanti ma è la capacità interpretativa (e creativa) dell’interprete, il tema o il racconto scelto, le emozioni, le sensazioni, la capacità di far “sentire” e “scoprire” qualcosa di diverso dal solito che rende “unica” l’esperienza.
4 Centralità delle persone
Un percorso di interpretazione dovrebbe essere caratterizzato dal fatto di essere un processo interattivo che si traduce in una forte relazione umana tra l’interprete e il partecipante dell’esperienza stessa. Questo aspetto si ricollega a quanto indicato da Tilden nel primo dei suoi principi dell’interpretazione:
“Qualsiasi interpretazione che non metta in relazione ciò che viene illustrato o esposto con un aspetto della personalità o con l’esperienza del visitatore risulterà sterile”
Il partecipante ad un percorso di interpretazione assume un ruolo centrale nel processo di comunicazione interpretativa e di questo dovrà tenerne conto l’interprete che dovrà trovare una connessione profonda con la stessa personalità del partecipante. Questo potrà avvenire solo se si riesce ad attivare un approccio comunicativo basata sulle relazioni umane.
Questo principio può essere applicato, per certi aspetti anche ai servizi interpretativi. In tal caso la stesura degli strumenti di comunicazione dovrà tenere conto per quanto possibile, di quelli che sono gli aspetti delle personalità o dell’esperienza dei fruitori del servizio interpretativo cercando di creare relazioni gli argomenti esposti con aspetti della vita quotidiana.
5 Partecipazione diretta
La partecipazione diretta è uno degli elementi alla base del concetto di “immersione”. La partecipazione diretta fa diventare attori consapevoli i fruitori dell’esperienza che non sono quindi spettatori passivi dell’evento. Senza partecipazione attiva da parte dei partecipanti non può esserci una “esperienza autentica” che può realizzarsi solo a seguito dell’interazione tra interprete e partecipante ed il pieno coinvolgimento di quest’ultimi.
Tale aspetto è stato sottolineato da Freeman Tilden nel suo libro “Interpretare il nostro Patrimonio” egli scrive:
La partecipazione non deve implicare un’azione, ma deve anche essere qualcosa che il partecipante stesso considererebbe come nuovo, speciale e importante[1]
Quindi non basta la partecipazione intesa come semplice azione ma deve essere speciale e come detto precedentemente “unica”.
Tilden sottolinea come la partecipazione accompagnata dalla dimostrazione siano degli ingredienti di interpretazione talmente impagabili che un interprete non dovrebbe mai lasciarsi sfuggire la possibilità di includere nei programmi di interpretazione[2]
Per i servizi interpretativi l’applicazione di questo principio è più difficile ma sempre possibile, almeno in parte. Si tratta di creare, ad esempio un certo grado di autonomia da parte del partecipante ad attivare meccanismi di interattività che lo rendono attore, questo è possibile in ambienti espositivi grazie alla tecnologia che in alcuni casi può arrivare ad implementare meccanismi di realtà aumentata anche in assenza di interprete presente. In alcuni casi la tecnologia potrebbe essere utilizzata anche all’esterno in quanto al posto di semplici cartelli e schede interpretative potrebbero essere realizzati totem informativi o una tecnologia che grazie ad un uso intelligente della multimedialità possa comunque facilitare un minimo di interattività da parte dei visitatori.
6 Apprendimento esperienziale
Il percorso di esperienza di interpretazione, una volta compresa, come indicato al punto precedente, partecipazione diretta e dimostrazione, è una forma di apprendimento, infatti permette di imparare qualcosa di nuovo (e unico) attraverso il modello di apprendimento denominato “Apprendimento esperienziale” (Experiential Learning) e che già veniva indicato come particolarmente importante sia Liberty Hyde Bailey sia da Charles Matthias Goethe ma dal momento che l’Interpretazione è intesa come attività educativa, anche da Freeman Tilden.
Ricordiamo che l’apprendimento esperienziale è un modello di apprendimento basato sull’esperienza diretta, studiato da due grandi pedagogisti come John Dewey (1859-1952) e Jean Piaget (1896-1980) e dallo psicologo Kurt Zadek Lewin (1890-1947), ma che si è diffuso grazie a David Kolb (1939) che, sulla base degli studi precedenti, ha sviluppato la “teoria dell’apprendimento esperienziale”.
Questo principio, facile per un percorso di esperienza di interpretazione, è effettivamente difficile applicarlo anche ai semplici servizi interpretativi in cui il processo comunicativo ed educativo avviene in assenza dell’Interprete. In questi casi è necessario affidarsi all’ingegnosità e alla creatività dell’interprete (in questo caso visto come progettista del servizio interpretativo) e all’uso della tecnologia multimediale e della realtà aumentata il compito di trovare soluzioni adeguate a implementare una forma di apprendimento esperienziale anche in assenza fisica dell’Interprete.
7 Approccio tematico
Ogni percorso di esperienza di interpretazione dovrà essere costruito a partire da un tema che lo caratterizza e che costituirà la base di partenza dell’esperienza, esso è il filo conduttore che permettere di individuare, il luogo, la trama e gli elementi scenografici più adatti per rendere l’esperienza di interpretazione reale. Il tema, opportunamente sintetizzato sotto forma di titolo del percorso, è il primo elemento attrattivo che dovrà essere comunicato ai potenziali fruitori del percorso di esperienza di interpretazione. E’ estremamente importante, in particolare per i percorsi esperienziali culturali, che il tema sia scelto in armonia con i luoghi individuati ed il territorio di appartenenza.
8 Approccio estetico
L’approccio estetico è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono l’esperienza devono essere progettati con modalità simili ad una messa in scena teatrale con particolare cura per tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo ed il tema scelti per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il luogo ed il tema scelto. Particolare cura dovrà essere posta nel favorire gli stimoli sensoriali che armonizzano l’esperienza ed eliminando il più possibile gli indizi negativi che potrebbero disturbare l’esperienza.
In alcuni casi è utile ricordare quanto scritto da Blaise Pascal, citato da Freeman Tilden:
“Troppo rumore ci assorda; troppa luce ci acceca; troppa distanza o troppa vicinanza ci impediscono di vedere; un discorso troppo lungo o troppo corto lo rendono oscuro; troppa verità ci sconcerta” [3]
o semplicemente l’antico detto nostrano:
Il troppo stroppia (o storpia)
Tilden scrive che tra gli innumerevoli aspetti della bellezza, l’interprete sostanzialmente si occupa dei seguenti quattro[4]:
- Il contatto attraverso i sensi del visitatore con la bellezza dei panorami e dei paesaggi – con “selvaticità”: e assiomatico che la bellezza naturale, percepita attraverso i sensi, non abbia bisogno di interpretazione: si interpreta da sola.
- La bellezza dell’avventura della mente: la rivelazione dell’ordine della natura.
- La bellezza del manufatto: l’aspirazione dell’uomo a creare le cose belle.
- La bellezza della condotta o del comportamento di cui l’uomo si è dimostrato capace.
Parco di Yosemite – Foto di Nicolò Caloggero
9 Intrattenimento
L’esperienza, come già scritto, dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e nello stesso tempo “alleggeriscono” e rendono piacevole l’intero percorso con dei momenti di puro assorbimento. Non bisogna dimenticare che i fruitori di una offerta esperienziale scelgono l’esperienza soprattutto per appagare il loro desiderio del piacere in quanto tale e non necessariamente per l’aspetto educativo che comunque non va mai dimenticato da chi progetta e fornisce l’offerta esperienziale.
Tilden usa il termine “animazione” e nel capitolo intitolato “Portare il passato nel presente” del suo libro Interpretare il nostro patrimonio[5] nel raccontare di una sua visita all’Airlington House già nota come la Custis Lee Mansion, una magione di stile neogreco che sorge presso Arlington, Virginia, Stati Uniti e che un tempo era la residenza principale del generale confederato Robert E. Lee, scrive:
“Entrando sentii che qualcuno stava suonando il piano, e sembrava così naturale che qualcuno suonasse il piano in quella casa, o in qualsiasi altra dimora storica in cui avessero vissuto delle persone! ….
… ho sentito la casa come se fosse popolata non dai visitatori come me, ma da coloro che avevano vissuto proprio lì, gli uomini e le donne che amavano questo posto perché, per loro, significava casa. In salotto una ragazza attraente, vestita con costume del 1860, stava suonando le stesse melodie in voga all’epoca, e avrebbe potuto essere una vicina di casa di Miss Mary Custis”.
Il complesso di Arlington House, oggi memoriale dedicato al generale Robert E. Lee
10 Immersione
Il principio di immersione è in realtà, come già indicato, la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di partecipazione diretta e di approccio estetico già descritti.
La progettazione di un percorso di interpretazione deve prevedere attività di tipo immersivo che coinvolgono direttamente il partecipante in attività multisensoriali e che lo vedono coinvolto non solo dal punto di vista manuale e tattile ma anche intellettuale ed emotivo.
Nei servizi di interpretazione, almeno nei casi in cui si realizzano eventi espositivi è possibile, combinando una adeguata progettazione scenica e utilizzando l’utilizzo di tecnologia di realtà aumentata creare esperienze immersive e coinvolgenti.
11 Rivelazione (comunicazione ermeneutica)
Cenni al concetto di Ermeneutica (Arte dell’Interpretazione)
Il termine deriva dal greco hermeneia deriva dal sostantivo greco hermeneia, a cui viene designato il significato di interpretazione ma anche di spiegazione, dichiarazione, traduzione, espressione del pensiero ed elocuzione. In latino sarà poi tradotto come interpretatio[6]
In ambito filosofico l’ermeneutica è Arte, tecnica e attività di interpretare il senso di testi antichi, leggi, documenti storici e simili. (Treccani)
L’ermeneutica è quindi vista come arte (o scienza) dell’interpretazione. Interpretare qualcosa, ha come obbiettivo, in ultima analisi, conoscerne il significato, nel suo senso più profondo.
L’ermeneutica è usata in svariati ambiti tra questi: filosofico, religioso, letterario, artistico e pedagogico (pedagogia ermeneutica)
Interpretazione ed Ermeneutica
L’interpretazione è un processo comunicativo di tipo ermeneutico (arte o disciplina che sia), che mira a rivelare il significato più profondo delle cose. La rivelazione avviene attraverso la trasformazione dell’esperienza.
Un interessante studio che mette in risalto l’approccio educativo in ambito pedagogico è quello di Riccardo Pagano che ha pubblicato nel 2018 il libro “Educazione e Interpretazione”
Pagano indica come differenza sostanziale tra sapere ermeneutico e sapere scientifico il fatto che il primo, a differenza del secondo è un sapere extra metodico.
“E se di un sapere metodico si può ricostruire ogni passaggio, di quello extra metodico non tutto e ricostruibile, perché tocca aspetti dell’umano come la sensibilità, la linguistica, l’estetica… difficilmente perimetrabili e osservabili”[7]
Pagano riferendosi agli studi di metà del Novecento di Heidegger e Gadamer, scrive:
“L’interpretazione, quindi non è una delle procedure metodologiche delle scienze dello spirito, ma è il modo costruttivo di essere dell’uomo del mondo. L’interpretazione acquista così una valenza ontologica perché non è finalizzata solo alla conoscenza e alla comprensione, ma svela l’essere stesso dell’uomo”[8].
Tilden, attraverso i suoi scritti, mette in stretta relazione i concetti di interpretazione e di ermeneutica.
Ecco cosa scrive Tilden[9]
“Ogni vero interprete, oltre ad essere preparato sulle informazioni e diligente nell’uso della ricerca, saprà spingersi oltre l’apparenza verso la vera essenza, oltre il particolare verso la visione d’insieme, oltre una verità verso una verità più ampia”
“L’interprete deve rivelare al pubblico una verità più profonda che si cela dietro l’esposizione dei fatti”
“L’interpretazione deve saper sfruttare la pura curiosità per portare all’arricchimenti della mente e dello spirito”
12 Provocazione (comunicazione basata sulla provocazione)
Il processo comunicativo che permette all’interprete di svelare (non insegnare) e al partecipante del percorso di esperienza di scoprire (non a imparare) avviene grazie alla provocazione, da parte dell’interprete, della curiosità e del coinvolgimento dei partecipanti.
Il termine “provocazione” va inteso, ovviamente, in termini positivi, si riferisce al fatto che l’interprete deve essere capace di provocare l’interesse del partecipante al percorso di interpretazione, attraverso domande o affermazioni provocatorie.
Il quarto principio di Tilden afferma chiaramente che lo scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma provocare. Emblematica la seguente frase di Tilden:
“Purtroppo, mi è capitato troppe volte, da partecipante a questi gruppi, di vedere il mio entusiasmo frustrato dall’incontro con un interlocutore che ha scambiato il dare informazioni per interpretazione, diventando un triste istruttore invece di una guida appassionante”[10]
Tilden rimarca l’importanza di allargare il più possibile il campo di osservazione e pensiero del partecipante in modo da raggiungere, ciò che affermava lo scrittore, poeta e insegnante Henry van Dyke:
“l’levazione alla gioia per mezzo dello stupore”[11]
Un esempio di interpretazione basata sulla provocazione è riportato da Marta Brunelli che ha riportato e tradotto il seguente passo scritto da Veverka nel suo libro, Interpretive master planning. The essential planning guide. L’esempio indicato da Veverka mette in luce, oltre alla Provocazione (Provoke) altri aspetti dell’interpretazione la rivelazione (Reveal) e la connessione (Relate) intesa quest’ultima come la capacità di fare riferimento alla vita quotidiana dei visitatori, grazie ad analogie, metafore, paragoni ed esempi tratti dalla vita di tutti i giorni:
“A prima vista questo piccolo ossicino potrebbe non significare nulla [provocazione], ma se lo guardiamo più attentamente vedremo che si tratta dell’osso della mandibola di uno degli animali più feroci e pericolosi che siano mai vissuti nella foresta [provocazione]. Si tratta di un cacciatore instancabile, che trascorre ogni minuto del proprio tempo in cerca di qualsiasi vittima riesca a sopraffare e a divorare! [provocazione]. Per restare vivo, infatti, questo animale deve mangiare un quantitativo pari a diverse volte il proprio peso corporeo [provocazione], e solo per mantenersi in vita. Immaginate [provocazione] che, se questa creatura avesse la taglia di un grosso cane [connessione], avrebbe bisogno di mangiare intorno ai 250 chili di carne al giorno solo ed esclusivamente per sopravvivere [rivelazione]. Ora, 250 chili sono davvero tanti! Corrispondono all’incirca a 3 visitatori e mezzo ogni giorno [rivelazione; connessione]. Fortunatamente per noi, questa creatura arriva a misurare, nella sua fase di massima crescita, soltanto pochi centimetri di lunghezza [provocazione]; rivelazione]. Quella che state osservando, infatti, è la mascella di un toporagno [rivelazione], un animale che assomiglia a un topolino [connessione] ma che ha il cuore di una vera tigre [connessione]. Se osservate attentamente la mascella, mentre passo tra voi, riuscite a vedere qualcosa d’insolito che riguarda i denti? [provocazione]. Sono di colore rosso e nero alla base di ogni dente. I topiragni sono infatti l’unica specie animale che ha denti rossi e neri e questo è il segreto per identificare quest’animale [rivelazione]. Ora, a qualcuno di voi sarà capitato di utilizzare un buono-sconto per la spesa al supermercato? [connessione]. Bene, tenete pronti i vostri buoni-spesa, perché ora andremo a vedere dove i topiragni vanno a fare la spesa di cibo [connessione]. Proseguiamo nel nostro percorso e poco più avanti scopriremo cosa c’è per cena oggi [provocazione][12]
13 Approccio sistemico (visione olistica)
Il termine olismo deriva dal greco “olos” che significa “tutto, intero, totale”. La visione olistica esprime il concetto secondo cui il tutto è più della somma delle parti di cui è composto e quindi l’uomo e il contesto attorno a lui devono essere visti nel loro insieme e non separatamente.
Un percorso di esperienza di interpretazione in chiave olistica dovrebbe tener contro di tutti gli aspetti, delle relazioni e dei legami tra i partecipanti, il bene (o fenomeno) interpretato ed il contesto in cui si si vengono a trovare i tre elementi alla base dell’interpretazione: l’interprete, il bene (o fenomeno) e il partecipante. Come afferma Freeman Tilden nel suo quinto principio: “il tutto anziché una parte”.
Il tutto va quindi inteso sia riferito al bene da interpretare sia riferito al partecipante stesso (the whole man).
Nel primo caso, quando il tutto (the whole) si riferisce al bene da interpretare, si traduce nel fatto che l’interpretazione deve puntare a fornire non singole informazioni slegate tra di loro ma fornire una visione di insieme del bene interpretato.
“è molto meglio che il visitatore di un’area protetta, naturale, storica o preistorica, vada via con una o più immagini complete nella sua mente, che con una serie di informazioni slegate fra loro che non gli permettono di comprendere l’assenza del luogo e il perché il sito venga protetto[13]
Nel secondo caso, quando Il tutto è riferito al partecipante stesso (the whole man), L’interpretazione si traduce nel fatto che l’interprete, in qualunque posto eserciti la sua professione, in natura, museo o sito storico, deve rivolgersi al visitatore nella sua interezza. Dovrà quindi porsi alcune domande, in particolare cosa ha spinto il partecipante ad essere lì, cercando di considerare i molteplici aspetti dell’uomo, curiosità, desideri, emozioni ed in base al tipo di bene, senso religioso, spirito d’avventura, di esplorazione e desiderio di scoprire cose nuove:
“Quando l’obiettivo diventa l’uomo nella sua completezza, in cerca di nuove esperienze, relax, avventura, curiosità, informazione, affermazione magari è lì semplicemente su suggerimento di amici, e mille altri strani motivi, ecco che non si può sbagliare”[14]
Un esempio di come si possa considerare il tutto e non solo una parte, nell’interpretare un bene storico artistico, potrebbe essere il seguente: Consideriamo un classico bene culturale di una cittadina barocca del sud: la Cattedrale di San Giovanni a Ragusa, un conto è raccontare il bene descrivendolo unicamente dal punto di vista architettonico, un conto e raccontare e ricordare ulteriori aspetti che mettono il bene in correlazione con la storia della città, con la paura del terremoto del 1693 che influì sul tipo di costruzione, così come la scelta del luogo fosse influenzata dallo storico antagonismo che vide contrapposti per parecchi secoli i parrocchiani della chiesa di San Giovanni ai parrocchiani di S. Giorgio, sul fatto che il progetto prevedeva due campanile e che per difficoltà economiche il secondo campanile non fu mai portato a compimento, e ancora: sulle leggende e i miti legati al luogo e alla chiesa stessa, sulle capacità delle maestranze locali di costruire un monumento così bello, sui motivi per cui il monumento ha uno stile barocco e sul riconoscimento da parte dell’Unesco che ha inserito il centro storico di Ragusa nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità. In sostanza non limitarsi a raccontare il bene, o parti del bene in quanto tale, ma raccontare la storia, le paure, i sogni e i bisogni, ed il particolare contesto storico ed economico legato alla costruzione del monumento.
14 Approccio su misura
Questo principio corrisponde a quanto indicato nel sesto principio di Tilden, ad eccezione del fatto che non consideriamo solo i bambini ma un target molto più ampio di fruitori finali interessati a partecipare ad un percorso di esperienza di interpretazione, per cui è opportuno tenere conto di: età, scolarizzazione, contesto sociale di appartenenza, sia di altre variabili quali bisogni espressi e impliciti degli stessi fruitori. Per ogni target individuato dovranno essere individuati: temi, metodi e programmi specifici
15 Approccio creativo
All’interno di un percorso di esperienza di interpretazione è necessario usare uno stile comunicativo che deve coinvolgere tutta la dinamica del pensiero, raccontando luoghi e fatti in modo creativo e coinvolgente e utilizzando tecniche interpretative quali lo storytelling e la scrittura creativa.
L’interpretazione non è mai uguale tra un interprete e l’altro, in quanto entrano in gioco sensibilità diverse e soggettive legate anche al fatto che ogni interprete avrà un suo livello di connessione emotiva con il fenomeno da interpretare. L’interprete, dal punto di vista pedagogico è a tutti gli effetti un educatore che usa metodi che potremmo definire extrascolastici o extra metodici dovuti proprio al fatto che utilizza un approccio ermeneutico. L’aspetto legato ai metodi extra metodologici è stato affrontato ricordando quanto scritto da Riccardo Pagano a proposito di differenza tra sapere ermeneutico e sapere scientifico nel suo libro “Educazione e Interpretazione”[15]
16 Interpretazione fondata sui fatti
L’interpretazione deve avere all’origine fatti e luoghi concreti. L’informazione sui cui si fonda l’interpretazione deve basarsi su dati e informazioni approfondite e di qualità.
L’interprete è prima di tutto un esperto ed un profondo conoscitore del fenomeno da interpretare. L’interpretazione dovrà essere preceduta da uno studio dettagliato delle fonti e della documentazione bibliografica in modo che le informazioni alla base dell’interpretazioni siano di qualità.
L’interpretazione ha come base dati e informazioni certi e approfonditi[16]
17 Semplicità e coerenza comunicativa
Un Interprete che utilizza un linguaggio eccessivamente tecnico o lungo o non pertinente con il contesto da interpretare non favorisce l’attenzione.
Semplicità di scrittura vanno applicate anche in caso di predisposizione di pannelli, schede informative e cartelli illustrativi. A tal proposito ricordava Tilden:
“… se il visitatore non coglie al volo il senso del cartello, o dell’etichetta interpretativa, riterrà che il luogo è al di là delle sue competenze per potersi divertire”[17]
18 Connessione emotiva (passione)
L’interprete deve amare l’oggetto dell’interpretazione, il risultato dell’interpretazione è fortemente correlato, oltre alla sua capacità creativa, alla passione e alla connessione emotiva che lo lega al fenomeno da interpretare.
Tilden, pur non enunciandolo tra i suoi sei principi, considera quello dell’amore per l’argomento da interpretare, il principio più importante di tutti tanto da scrivere:
“Quindi, i sei principi con cui ho iniziato questo libro potrebbero essere dopotutto (come la “scienza singola” menzionata da Socrate) un unico principio. Se così fosse, sono certo che l’unico principio debba essere l’amore.” [18]
Il principio compare nell’elenco dei principi dell’interpretazione rivisitati da Larry Beck e a Ted T. Cable nel volume Interpretation for the 21st Century. Fifteen guiding principles for interpreting nature and culture sottoforma di “passione”. Infatti, secondo Larry Beck e a Ted T. Cable la passione sia nei confronti delle risorse (ambientali, storiche e culturali) sia nei confronti dei visitatori e l’ingrediente fondamentale di un’interpretazione efficace[19].
Tilden enuncia un suo assioma che è opportuno ricordare:
“Tutto ciò che è scritto senza entusiasmo verrà letto senza interesse”[20]
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 127
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 130
- Freeman Tilden – Interpretare il nostro Patrimonio capitolo 10 “Niente in eccesso”
- Freeman Tilden – Interpretare il nostro Patrimonio capitolo 15 “Visioni di bellezza”
- Freeman Tilden – Interpretare il nostro Patrimonio capitolo 9 “Portare il passato nel presente”
- Franco Bianco: Introduzione all’ermeneutica – Laterza 1998
- Riccardo Pagano: Educazione ed Interpretazione – Profili e categorie di una pedagogia ermeneutica. Brescia – 2018 pag. 15.
- Riccardo Pagano: Educazione ed Interpretazione – Profili e categorie di una pedagogia ermeneutica. Brescia – 2018 pag. 16.
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio p. 29
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio p. 73
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio p. 73
- Marta Brunelli : Heritage Interpretation . Un nuovo approccio per l’educazione al patrimonio. Pag. 173-174.
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. VI “Verso un intero perfetto” pag. 78
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. VI “Verso un intero perfetto” pag. 84
- Riccardo Pagano: Educazione ed Interpretazione – Profili e categorie di una pedagogia ermeneutica. Brescia – 2018 pag. 15.
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 3 “La materia prima e i suoi frutti ” pag. 51
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 8 “La parola scritta” pag. 107
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 12 “L’ingrediente inestimabile” pag. 161
- Marta Brunelli : Heritage Interpretation . Un nuovo approccio per l’educazione al patrimonio. Pag. 85
- Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio. Cap. 8 “La parola scritta” pag. 108
Articolo scritto da Ignazio Caloggero
Presidente Associazione Italiana Professionisti del Turismo (AIPTOC)
Percorsi Formativi Professionalizzanti riconosciuti da AIPTOC – Area Interpretazione del Patrimonio Culturale
Estratti dalla Banca Dati “Turismo Arti e Spettacolo”. Per la richiesta di riconoscimento dei vostri corsi: Riconoscimento Percorsi Formativi Esterni